Omicidio Maria Tanina Momilia, condannato Andrea De Filippis a 17 anni e 9 mesi
Riconosciute le attenuanti generiche, senza l’aggravante della crudeltà, più lo sconto di un terzo della pena per aver scelto il rito abbreviato
Fiumicino – Il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo, con 5 aggravanti tra cui l’occultamento di cadavere. Il Tribunale, invece, gli ha riconosciuto le attenuanti generiche, senza l’aggravante della crudeltà, più lo sconto di un terzo della pena per aver scelto il rito abbreviato. Andrea De Filippis, il personal trainer accusato dell’omicidio di Maria Tanina Momilia, è stato condannato in primo grado alle pena detentiva di 17 anni e 9 mesi.
“E’ una sentenza che lascia totalmente insoddisfatta la famiglia di Tanina – spiega l’avvocato di parte civile, Annamaria Anselmi -. Come si fa, ci chiediamo, a non dare l’aggravante della crudeltà? Lei non è morta subito, ma dopo lungo tempo per asfissia (come determinato dal medico legale). Aveva la mandibola rotta, lo zigomo, i denti, era ferita a un orecchio, perdeva sangue ed è morta soffocata dallo stesso flusso. Per di più buttata nel bagagliaio di una macchina… Aspetteremo le motivazioni della sentenza, ma davvero non capiamo come si possa non parlare di crudeltà”.
L’accusa ha chiesto che De Filippis fosse giudicato per omicidio volontario premeditato. Di contro, il legale del personal trainer, l’avvocato Cristian Milita, ha sempre negato la premeditazione, affermando che quanto accaduto nell’ottobre del 2018 fosse scaturito da un raptus improvviso di rabbia. Probabile che il pubblico ministero ricorra in Appello contro questa sentenza di primo grado, giudicata troppo mite.
Tanina era scomparsa da casa il 7 ottobre 2018. Il corpo fu trovato in un canale di via Castagnevizza, a Fiumicino, il giorno dopo (leggi qui).
Da subito le indagini puntarono sul personal trainer della donna (leggi qui). E dopo diversi sopralluoghi effettuati dalle forze dell’ordine nella palestra frequentata da entrambi (leggi qui), De Filippis confessò di averla uccisa (leggi qui).
Pochi mesi fa, durante l’udienza preliminare, davanti al marito e ai genitori di Tanina, De Filippis aveva fatto una dichiarazione spontanea:
“Chiedo scusa. Quel giorno la mia mano è stata armata dal diavolo“.
Il ritrovamento
Il corpo della giovane mamma fu trovato in Via Castegnevizza, intorno alle 11, riverso in un canale di bonifica, dagli operai incaricati della pulizia delle sponde. Inizialmente l’identità del cadavere non fu diffusa, anche se molti indizi lasciavano presagire che fosse proprio quello di Maria Tanina: i pantaloni neri di pelle e i tacchi, abiti che era solita indossare, ad esempio.
La confessione
Qualche giorno dopo, Andrea De Filippis, il personal trainer indagato per la morte di Maria Tanina Momilia, si costituì presso la stazione dei carabinieri di Fiumicino, confessando l’omicidio.
La seconda pista
Da subito si parlò di una seconda persona coinvolta nell’omicidio, almeno per quanto riguardava l’occultamento di cadavere. Ma le indagini non hanno trovato mai riscontri per questa pista, né De Filippis ha mai fatto questa ipotesi, accollandosi da subito l’intera responsabilità dell’accaduto.
(Il Faro on line)