Messa a Santa Marta in diretta streaming, e il Papa la offre per i malati di coronavirus
Il Pontefice nell’omelia: “Confessarsi non è solo fare un elenco di azioni. Chiediamo la grazia della vergogna per i nostri peccati”
di FABIO BERETTA
Città del Vaticano – “In questi giorni, offrirò la Messa per gli ammalati di questa epidemia di coronavirus, per i medici, gli infermieri, i volontari che aiutano tanto, i familiari, per gli anziani che stanno nelle case di riposo, per i carcerati che sono rinchiusi”.
Ha inizio così, con un pensiero rivolto a chi soffre per il coronavirus, la messa celebrata oggi a Santa Marta da Papa Francesco, e trasmessa in diretta streaming per la prima volta dopo sette anni di pontificato. Della celebrazione, infatti, svoltasi a “porte chiuse”, senza ospiti esterni per evitare il rischio contagi da Covid-19, fino a qualche giorno fa veniva veicolata soltanto una sintesi dell’omelia fatta dai media vaticani.
Un’altra scelta del Papa per farsi vicino al proprio popolo. Come domenica mattina, quando, a sorpresa, al termine dell’Angelus, ha deciso di affacciarsi in piazza San Pietro per benedire i fedeli nonostante il “divieto” imposto dalle autorità per evitare assembramenti di folle (leggi qui).
“Preghiamo insieme questa settimana, questa preghiera forte al Signore: ‘Salvami, o Signore, e dammi misericordia. Il mio piede è sul retto sentiero. Nell’assemblea benedirò il Signore’“, è l’invito di Papa Bergoglio, che durante l’omelia commenta la prima lettura tratta dal Libro del profeta Daniele, ricordando la necessità di riconoscersi peccatori.
L’esame di coscienza…
“C’è una confessione dei peccati, un riconoscere che abbiamo peccato. E quando noi ci prepariamo a ricevere il sacramento della riconciliazione, dobbiamo fare quello che si chiama ‘esame di coscienza’ e vedere cosa ho fatto io davanti a Dio: ho peccato. Riconoscere il peccato”, dice il Santo Padre.
“Ma questo riconoscere il peccato – fa notare – non può essere soltanto fare un elenco dei peccati intellettuali, dire ‘ho peccato’, poi lo dico al padre e il padre mi perdona. Non è giusto fare questo”, ammonisce Francesco.
Che esorta: “Una vera confessione dei peccati deve rimanere nel cuore. Andare a confessarsi non è soltanto dire al sacerdote ‘ho fatto questo, questo, questo, questo …’, e poi me ne vado, sono perdonato. No, non è questo”. Al contrario, serve “un passo in più, che è la confessione delle nostre miserie, ma dal cuore“. In altre parole, è necessario che quell’elenco “che io ho fatto delle cose cattive, scenda al cuore”.
…e la grazia della vergogna
Da qui l’invito del Papa a chiedere il “la grazia della vergogna per i nostri peccati“. Perché “una persona che ha perso la vergogna perde l’autorità morale, perde il rispetto degli altri. E lo stesso accade con Dio“.
“Quando noi abbiamo non solo il ricordo, la memoria dei peccati che abbiamo fatto, ma anche il sentimento della vergogna, questo tocca il cuore di Dio e risponde con misericordia. Il cammino per andare incontro alla misericordia di Dio, è vergognarsi delle cose brutte, delle cose cattive che abbiamo fatto”, aggiunge il Papa.
Che conclude: “Così quando andrò a confessarmi dirò non solo l’elenco dei peccati, ma i sentimenti di confusione, di vergogna per avere fatto questo a un Dio tanto buono, tanto misericordioso, tanto giusto. Chiediamo oggi la grazia della vergogna: vergognarci dei nostri peccati. Che il Signore a tutti noi ci conceda questa grazia”.
(Il Faro online)