Ostia, sospetto coronavirus: al Grassi se hai febbre e tosse devi passare da qui
Coronavirus, realizzato un corridoio per accessi in isolamento al Pronto soccorso in attesa che tutti i triage passino dalle tende della Protezione civile
Ostia – Sono ancora molti coloro che, manifestando sintomi da sospetto coronavirus o covid-19, invece di chiamare i numeri telefonici dedicati (112 oppure 1500 o anche 800.118.800), escono di casa e raggiungono l’ospedale. Purtroppo succede pure che i centralini siano intasati e si abbia difficoltà ad entrare in contatto con gli operatori. Ed è per questi motivi che al Pronto soccorso del G.B. Grassi, è operativo da ieri, lunedì 9 marzo, un corridoio “rosso” dedicato unicamente ai pazienti con sintomi riferibili al coronavirus.
Un cartello ammonisce e dà indicazioni a chi si presenta in via Passeroni “in caso di febbre, accompagnato da tosse, raffreddore, mal di gola e congiuntivite”. Una tabella che ribadisce questi stintomi anche in altre sette lingue, cinese e arabo inclusi. “Non entrare” ingiunge ai malati con quei sintomi, “segui il percorso rosso fino allo spazio a te dedicato”.
A terra il percorso è tracciato con frecce rosse, sia dall’entrata pedonale che dall’ingresso con auto. Le frecce conducono davanti a una porta a vetri con citofono e distanza di sicurezza per accompagnatori o eventuali altri malati concomitanti. A quel citofono risponde l’infermiere del triage che, accertatosi dei sintomi, preleva il paziente e lo porta in un ambiente separato dal resto dei malati presenti in pronto soccorso.
I malati sospettati di essere affetti da coronavirus sono accompagnati nella sala isolamento per gli accertamenti di rito e, successivamente, ricoverati in attesa dell’esito del tampone in una delle sei stanze di isolamento “breve”.
Finora, grazie alla dedizione del personale del pronto soccorso e alla perfetta organizzazione, non si sono verificati casi di contaminazione degli ambienti. A breve le tende montate dalla Protezione civile nel parcheggio dell’ospedale verranno utilizzate come pre-triage ovvero accoglieranno tutti i pazienti da pronto soccorso per distingue i due diversi canali d’accesso.
È fondamentale ribadire che per contrastare il diffondersi del virus bisogna evitare quanto più possibile contatti sociali e rimanere a casa, provvedere all’autodenuncia di chi è tornato da fuori e procedere con il cosiddetto whistleblowing (tradotto in spiata) dei residenti verso i nuovi arrivati che non si chiudono in casa.
In tutto, secondo i dati ufficiali della Regione Lazio, la Asl Roma 3 conta due positivi (l’ingegnere 75enne rientrato da un viaggio a Zanzibar e una OSS del reparto di Ginecologia) e 400 soggetti in osservazione domiciliare.
Per effetto della psicosi da coronavirus, nel mese di febbraio gli accessi al pronto soccorso del Grassi si sono ridotti del 15% circa: a ridimensionarsi sono stati i codici verdi e bianchi oltre alle cosiddette “rinunce” dei pazienti che, stanchi di attendere, se ne ritornano a casa prima di essere chiamati a visita.