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Tirrito: “Dopo le rivolte nelle carceri, sott’accusa la politica, incapace di programmare, prevenire e proteggere”

13 marzo 2020 | 11:55
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Tirrito: “Dopo le rivolte nelle carceri, sott’accusa la politica, incapace di programmare, prevenire e proteggere”

La presidente del Cogi: “Dovremo correre a riparare i danni fatti da una politica non all’altezza”

Roma – “Le notizie delle rivolte nelle carceri nei giorni scorsi e dei beni per 17 milioni di euro confiscati da poco a Francesco Abbate, detto ‘il monaco’, a Palermo, ci devono far riflettere. Fuggite dal carcere a seguito delle rivolte, ci sono persone notoriamente appartenenti alla ‘ndrangheta o a fenomeni mafiosi; ora alcuni di essi – veri e propri boss o comunque persone contigue a determinate famiglie – ce li ritroviamo a piede libero, pronti a ricominciare i propri traffici loschi”. Lo afferma Maricetta Tirrito Portavoce del Comitato dei collaboratori di giustizia italiani (COGI) e Presidente del Laboratorio Una Donna.

“Tutto perché noi in Italia – prosegue -, per non prendere le giuste precauzioni, per non prevenire le situazioni di crisi, facciamo scappare persone che abbiamo catturato con fatica e consegnato alla Legge.

Voglio anche sottolineare, ricordando tutte le lotte contro la violenza sulle donne che facciamo – afferma ancora Tirrito -, che uno dei fuggitivi ha ucciso la madre della sua ex fidanzata. Ora lei e tutta la famiglia, compresi i parenti, sono stati messi velocemente sotto protezione perché si teme che lui si possa vendicare.

Queste sono le conseguenze di aver lasciato in mano a un branco di dilettanti allo sbaraglio le sorti della nostra nazione, dalla sanità alla alla giustizia; dovremo correre a riparare i danni fatti da una politica non all’altezza, che invece dovrebbe essere in grado di proteggerci, organizzare, programmare, prevenire”.