Coronavirus, la Misericordia in Lombardia: “Uno tsunami che ha decimato i centri anziani”
Il diario del viaggio di Massimiliano, Matteo, Manuel e Paolo, della Misericordia di Fiumicino, nel cuore della zona rossa.
Lodi – “I soccorsi in questi giorni stanno diminuendo, siamo meno sotto pressione”. E’ il report che arriva dei ragazzi della Misericordia di Fiumicino spediti in zona rossa per dare una mano al 118, servizio che vede operatori e medici allo tremo delle forze.
Ma quella che a prima vista potrebbe sembrare una buona notizia, nasconde però dietro un dato inquietante. “E’ come se fosse passato un tsunami sul lodigiano – spiegano – una tempesta che adesso si sta trasferendo altrove… Ma sul campo ha lasciato morti e feriti”.
Già, perché tra decessi (“tantissimi nei centri anziani e nelle case di ricovero, dove sono stati praticamente decimati”, dicono), ricoveri in corso, guariti e asintomatici, c’è rimasto ben poco da aggredire per il virus.
Quella degli asintomatici, poi, è una realtà difficile da determinare. “Il nostro protocollo – spiegano Massimiliano, Matteo, Manuel e Paolo – ci impone in qualunque soccorso di porre delle domande e, se il caso, procedere con l’attivazione delle misure anti-covid”.
In sostanza, chiunque chiami il 118- che sia per fratture, coliche renali, svenimenti, problemi cardiaci, e altre patologia – viene “intervistato”, con particolare attenzione a recenti episodi di sudorazione anomale, febbre, contatti con positivi. Si procede poi, all’arrivo in ospedale, con lastra al polmone ed ecografia e, se viene evidenziato un focolaio di polmonite bilaterale, con il tampone. “Due su tre di solito sono positivi – raccontano ancora -. Sono molti gli asintomatici…”
Ancora una “fotografia”, dunque, dell’emergenza quotidiana in zona rossa, vista da punti che fatichiamo a immaginare. Un lavoro, una missione – quella dei ragazzi della Misericordia (che, ricordiamo, sono tutti giovanissimi, dai 23 ai 29 anni) – che rende Fiumicino orgogliosa dei propri figli.
Il Faro on line tiene un “diario” delle giornate dei nostri ragazzi in prima linea contro il coronavirus. Seguiteci e seguiteli, perché potremo restituire loro un po’ di forza e di coraggio (che certo non gli mancano) nella difficile missione a cui sono chiamati.