Ponza e Ventotene “isolate” dal Coronavirus: tutta questione di fortuna?
Abbiamo dato la parola a Danilo D’amico, esponente di Fdi a Ponza, chiedendogli un punto di vista su come è stata e continua a essere gestita l’emergenza sulle isole.
Ponza e Ventotene – Sarà l’aria buona che si respira sulle isole pontine, sarà forse che gli isolani sono più bravi a rispettare le norme vigenti in materia di sicurezza e distanziamento sociale, fatto sta che Ponza e Ventotene sono “isolate” dal Coronavirus con 0 contagi dall’inizio dell’emergenza, contro gli oltre 300 casi sparsi per tutta la provincia di Latina.
I provvedimenti adottati fin’ora
Ma cosa è stato fatto fin’ora per proteggere le due isole dalla pandemia? Ebbene, oltre ai già noti provvedimenti nazionali (quarantena cautelativa, distanziamento sociale, sanzioni per chi viene meno ai provvedimenti), la prima misura di prevenzione specifica per Ponza e Ventotene è stata quella della sanificazione dei mezzi Laziomar (partita il 7 marzo leggi qui).
Da lì in poi, si sono succedute tutta una serie di iniziative e provvedimenti volti a tutelare il più possibile la fragile e bellissima realtà che vivono gli isolani. Infatti, proprio mentre Laziomar dava il via alla sanificazione, i Sindaci isolani, muniti di carta e penna, si rivolgevano a Prefetto e Regione per ottenere l’istituzione di una postazione sanitaria al Porto di Formia (leggi qui), al fine di poter verificare la presenza o meno dei sintomi sui passeggeri. Una richiesta accolta e messa in pratica: il 23 marzo, infatti, al Porto di Formia sarà attivata la postazione sanitaria (leggi qui).
In un susseguirsi di eventi, lo stesso 23 marzo, alla notizia dell’attivazione della postazione sanitaria, segue quella data da Danilo D’amico, portavoce di FdI a Ponza: la Regione accoglie la richiesta del loro capogruppo regionale, sospendendo le corse dell’aliscafo da e per Ponza e Ventotene (leggi qui).
Ma non è ancora finita. Perché in questa frenetica rincorsa di misure che possano tutelare gli isolani, a Ventotene approda l’ambulanza attrezzata. Un presidio, sottolinea il Comune, fornito di tutti i supporti necessari per affrontare casi di normale routine e anche quelli di eventuale contagio da Coronavirus (leggi qui).
Infine, l’ultimo provvedimento in ordine di tempo ma non di importanza: il sindaco di Ponza firma l’ordinanza sindacale con cui vieta lo sbarco, fino al 14 aprile, a tutti i “vacanzieri” delle seconde case (leggi qui), al fine di evitare che l’arrivo delle festività pasquali possa sconvolgere il delicato rapporto di “pacifica convivenza” che gli isolani sembrano aver stretto con il nemico invisibile che sta martoriando l’Italia.
Tutta questione di fortuna?
La domanda sorge spontanea: quella di Ponza e Ventotene è tutta questione di fortuna? O c’è qualche “ingrediente segreto” che manca nella “ricetta” messa in campo dagli altri Primi cittadini pontini? Noi de IlFaroonline.it abbiamo dato la parola a Danilo D’amico (isolano ed esponente politico locale), chiedendogli un punto di vista su come è stata e continua a essere gestita l’emergenza sulle isole.
“Fortuna. Fortuna è la parola adatta per descrivere l’assenza del Coronavirus da Ponza. Triste – sottolinea D’amico – ma vero. Le poche misure di prevenzione accettabili che siamo riusciti ad ottenere dalle autorità sono arrivate soltanto dopo aver sbattuto più volte i pugni sul tavolo.
Poi, certo, c’è la situazione locale. La drammaticità della nostra situazione è aggravata anche dall’amministrazione comunale, completamente impantanata da iniziative personalistiche da campagna elettorale, atteggiamento inaccettabile in questo momento storico.
I provvedimenti presi – prosegue D’amico – sono il frutto dei nostri giornalieri esposti politici, che obbligano l’amministrazione, sempre in netto ritardo sui tempi, a intervenire. Per fare un esempio: sono state distribuite mascherine chirurgiche alla popolazione senza neppure spiegarne il corretto utilizzo, tant’è che, dopo 20 giorni, c’è ancora chi gira con la stessa mascherina, quando la durata di protezione effettiva è di una manciata di ore.”
E ancora, sottolinea D’amico: “Se questo non bastasse a rendere l’idea, si pensi che ai dipendenti comunali le mascherine sono arrivate dopo un mese, assurdo, considerando che gli uffici sono ancora oggi operativi a pieno ritmo con un via vai continuo di persone.
Quindi, si, i ponzesi sono un popolo fortunato rispetto ai loro conterranei del sud pontino, a cui va il mio abbraccio. Ma il punto è che affidarsi alla fortuna non è il metodo corretto. Quando l’emergenza sarà finita, l’amministrazione ne risponderà.”
Dall’emergenza sanitaria a quella economica: come faranno Ponza e Ventotene senza turisti?
Ma anche ammesso che fosse davvero tutta una questione di fortuna l’assenza del Coronavirus da Ponza e Ventotene, resta comunque un nodo da sciogliere: come faranno le due isole a sopravvivere all’emergenza economica che sta mettendo in ginocchio la Nazione? Soprattutto considerando che la sopravvivenza degli isolani è data, per la maggior parte, dal turismo, uno dei settori più in crisi in questo periodo.
Un equilibrio precario, quello delle isole minori che, ora, avvolte dal silenzio e dalla paura del contagio, rischia di crollare definitivamente.
“A Ponza – conclude D’amico – la programmazione e gli aiuti per salvare il salvabile della stagione turistica alle porte è, ancora oggi, completamente inesistente. Se non sarà il Coronavirus a colpirci, lo farà comunque l’annientamento del nostro indotto turistico. Intanto, l’amministrazione resta a guardare…”
(Il Faro on line)