Acilia, focolaio di covid-19: ben 23 persone trasferite al “G.B. Grassi”. Sette suore positive
Diagnosi attraverso i tamponi: ci sono persone sintomatiche. Sette suore sono positive; per 23 persone sono in corso le operazioni di trasferimento all’ospedale “G.B. Grassi” covid-19 spoke
Acilia – Un focolaio di covid-19 è esploso in una casa di riposo per anziani di via dei Monti di San Paolo. Stamattina sono stati effettuati i tamponi e in 7 sono risultati positivi. Per 23 ospiti ultraottantenni è stato disposto il trasferimento all’ospedale “G.B. Grassi” di Ostia.
Anche ad Acilia, dunque, è esploso un focolaio. Il cluster, anche in questo caso, come in molte altre parti della Penisola, è una casa di cura per anziani, quella delle Suore Cappuccine di via dei Monti di San Paolo. Sette suore sono state trovate positive.
Le infermiere del Dipartimento Prevenzione Asl Roma 3 e i medici che questa mattina hanno effettuato i tamponi anche agli ospiti della casa di riposo, che sono 23. Molti sono sintomatici anche se lievemente. Per questo motivo si è deciso di allontanare tutti gli ospiti, isolarli in un ambiente ospedaliero adeguato per procedere alla sanificazione dei locali. Ben 23 persone saranno ricoverate al “Grassi” di Ostia che, com’è noto (leggi qui) è un covid-19 spoke dello Spallanzani. La metà è in via di trasferimento con le ambulanze, l’altra metà si sposterà domani.
Al “Grassi” tutto è pronto per accoglierli. Il primario del Dipartimento d’emergenza, Giulio Maria Ricciuto, ha fortemente motivato la squadra che finora ha risposto con impegno quasi eroico alla sollecitazione. Un fatto emblematico mette tutto il personale sullo stesso piano, come un’unica squadra: come mostra anche la foto di copertina, medici, infermieri, oss, ausiliari, tecnici e vigilanza sono vestiti uguali. Un unico fine, un’unica generosità, un’unica forza d’animo per aiutare chi sta male e sconfiggere il mostro. Il trasferimento, secondo i vertici aziendali, si è determinato a tutela dei pazienti: trattandosi di persone in età avanzata, pure se asintomatici e non ancora accertati positivi, è bene accoglierli in una struttura adeguata per ogni tipo di urgenza.
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IL TEAM DEI MEDICI DI FAMIGLIA
Questa mattina nelle case di riposo di Acilia, insieme con le infermiere del Dipartimento Prevenzione Asl Roma 3, ha lavorato un team di sei medici di medicina generale con il camper dell’Ordine. La squadra dal 27 marzo sta effettuando il monitoraggio della popolazione a rischio, sia nella zona rossa di Nerola che nelle case di cura per anziani. In cinque affiancano il vice segretario nazionale della Fimmg e vice presidente dell’Ordine di Roma Pier Luigi Bartoletti. Finora sono state eseguite centinaia di tamponi e altrettanti prelievi anche per verificare la funzionalità del test rapido per il Covid-19 messo punto dallo Spallanzani che misura IgG e IgM. ll livello di presenza di questi anticorpi nel sangue può indicare se c’è stata un infezione passata (IcG) o una in corso. I medici di famiglia Fabio Valente, Fabrizio Rossi, Pino Fucito, Maria Grazia Maglie hanno effettuato le operazioni previste ma hanno anche voluto testimoniare con la loro presenza solidarietà ai colleghi in servizio nelle zone di rischio. A Nerola due medici di famiglia sono stati in quarantena e uno risultato positivo al coronavirus.
LA LEGA: “INFORMAZIONI CHIARE SULLA GESTIONE DELL’EMERGENZA”
La capogruppo in X Municipio della Lega, Monica Picca, ed il consigliere Luca Mantuano, appresa la notizia dell’esplosione di un focolaio ad Acilia sono tornati a chiedere chiarimenti sulla gestione dell’emergenza covid-19 sul litorale romano. “Da tempo – sottolineano Picca e Mantuano – chiediamo chiarezza e trasparenza su quanto sta avvenendo e su come viene gestita l’emergenza Covid-19 ma ad oggi le notizie ci arrivano solo attraverso la stampa. Rinnoveremo le nostre interpellanze per ribadire la necessità di una sanificazione e per conoscere come è in che modo l’ospedale G.B. Grassi sta affrontando la situazione. Quanti sono i posti letto? Come è distribuito il personale e quanti casi ad oggi risultano sul territorio. Siamo stufi di omissioni, silenzi e di passerelle di personalità solo ad uso della propaganda“.
I COBAS: “SANIFICARE GLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE”
I rappresentanti sindacali Cobas Asl Roma 3 in una nota indirizzata ai vertici aziendali hanno chiesto una verifica circa l’adeguato
funzionamento, pulizia e sanificazione di tutti gli impianti di aerazione e climatizzazione dei presidi ospedalieri. Nel documento si “intende porre l’attenzione sui rischi e sui possibili pericoli per la salubrità degli ambienti e per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, rischi e pericoli che possono essere causati dall’inadeguatezza, dall’insufficienza dei sistemi di pulizia e sanificazione e/o dal malfunzionamento degli impianti di areazione e ventilazione soprattutto in un momento così delicato e drammatico per la diffusione e la trasmissione dei Coronavirus -COVID-19- che costituisce particolare elemento di preoccupazione e allarme proprio perché è oramai accertato che la via di trasmissione principale del nuovo virus è quella respiratoria“.
La risposta della direzione sanitaria della Asl Roma 3, per voce della dottoressa Simona Amato, non si è fatta attendere. “I lavori effettuati consentono di operare in totale sicurezza. Nei letti di rianimazione e di isolamento l’impianto di aerazione a pressione negativa assicura una qualità dell’aria non contaminata“, sottolinea.