Ostia, i balneari bocciano i box trasparenti anti-contagio. Resta un’estate piena di incognite
I concessionari balneari bocciano l’idea di box in plexiglas per ridurre i rischi di contagio sulle spiagge. I vigili urbani: “Non faremo i controlli sugli arenili: siamo pochi”
Ostia – E’ una levata di scudi quella che si alza dai concessionari di stabilimenti balneari contro la proposta di allestire sugli arenili box trasparenti per fronteggiare i rischi del contagio da coronavirus. La soluzione al problema è rimandata e, nel frattempo, ai gestori è ancora interdetto l’accesso nei loro impianti per effettuare i lavori di manutenzione in vista della stagione estiva.
Mentre l’epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza definisce “prematura” ogni previsione sulla possibilità di andare in spiaggia durante la prossima estate, ha sollevato un vespaio di polemiche la proposta lanciata da una società del modenese (leggi qui) di allestire sugli arenili box in plexiglas per “isolare” le famiglie dal rischio di contagio. L’iniziativa da noi illustrata e ripresa da tutte le testate nazionali, è stata respinta sdegnatamente dai concessionari delle spiagge: inattuabile, pericolosa e, soprattutto, troppo onerosa. Rifiuto netto anche da parte dei bagnanti.
Danilo Piraccini della Cooperativa Bagnini di Cervia, chiude ogni discussione per tutto il mondo balneare: «solo chi non conosce le dinamiche turistiche, ambientali e forse anche sanitarie può spacciare serragli in plexiglas come una soluzione protettiva, pensando di confinare d’estate famiglie e bambini dentro un recinto di materiale plastica. La responsabilità sta nel comunicare e soprattutto garantire condizioni di sicurezza e di vivibilità, e non nel proporre soluzioni fantasiose».
COMUNQUE LE SPIAGGE SARANNO PIU’ CARE
Sulla materia della balneazione in tempo di coronavirus si attendono direttive e c’è apprensione. «Da parte nostra c’è massima disponibilità ad adottare le regole che saranno stabilite» chiarisce Andrea Defonte, presidente del Comitato balneari Ostia (CbO), che rappresenta 57 dei 71 stabilimenti del litorale capitolino. «Stiamo aspettando l’autorizzazione per poter iniziare la manutenzione; quasi certamente l’avremo nei prossimi giorni. Per le regole anti contagio, prima queste saranno stabilite, prima potranno essere adottate. Possiamo dire al momento – continua il presidente del CbO -, che stando le attuali disposizioni saranno necessarie sulle spiagge mascherine e distanziamento sociale, e che spetterà ai concessionari balneari individuare il personale che possa monitorare e far rispettare le regole».
Che la stagione sia anomala e inedita rispetto a tutte le altre è certo anche perchè tutto ormai è diverso dato che «abbiamo imparato a fare la spesa in modo diverso, non solo con la mascherina, ma evitando di avvicinarci agli altri, aspettando che altri clienti si siano allontanati prima di avvicinarci alla merce che dobbiamo prendere e mettere nel carrello. Faremo lo stesso anche negli stabilimenti balneari i cui gestori, invece, dovranno sanificare ogni giorno i lettini e le cabine. Sappiamo che sono cose che dobbiamo fare per la salute di tutti».
Il problema delle spiagge libere resta. E i privati scaricano ogni responsabilità. «Il controllo del distanziamento spetterà al Comune e dovrà farlo con il proprio personale, siano essi vigili o altre forze dell’ordine» disce senza mezzi termini Defonte. Per il rischio aumento prezzi il discorso è più ampio: «Non credo che far lievitare i prezzi sia una strategia valida. Ci saranno dei servizi in più il cui costo ricadrà sicuramente sul cliente. Penso alla postazione sanitaria, se questa dovesse essere obbligatoria, o gli eventuali controllori del distanziamento sociale. È tutto personale in più, il cui costo non potrà ricadere sui gestori».
NO DEI VIGILI AI CONTROLLI SULLE SPIAGGE LIBERE
Da parte loro gli agenti della Polizia locale mettono le mani avanti: con le forze attuali impossibile eseguire i controlli del distanziamento sociale sulle spiagge. Lo chiariscono con fermezza Raffaele Paciocca (RSU Cisl FP) e Andrea Venanzoni (Dirigente Cisl). “Il graduale ritorno alla vita e alla socialità – dicono i sindacalisti – dopo la fase più acuta e drammatica della emergenza sanitaria, pone una serie di questioni che riguardano direttamente il ruolo della polizia locale, e specialmente del comando lidense. Infatti, come non mancano già di rilevare su alcuni organi di stampa opinionisti, medici e imprenditori, sarà necessario decidere in maniera analitica cosa fare delle spiagge, nella imminenza della stagione balneare. È evidente che l’ovvio permanere del distanziamento sociale e di altre misure di precauzione porteranno, in caso di apertura delle spiagge, alla ineludibile necessità di pianificare per tempo, senza lasciare nulla al caso, come gestire una fase di transizione tanto delicata: è di piana evidenza che il X Municipio aldilà degli stabilimenti presenti anche chilometri di spiaggia libera, le più complesse da gestire in questa prospettiva. Questo ci porta a ritenere che sia assolutamente necessario prendere atto di due esigenze tra loro complementari: una volta stabilite le modalità di accesso alla spiaggia, laddove si decida di aprirle ovviamente, si dovrà definire la dinamica dei controlli, e una volta definito un piano in argomento verificare il fabbisogno effettivo di personale. Non si dimentichi che da tempo lamentiamo la gravosa carenza di organico che affligge il comando X Mare e non vorremmo che a qualcuno possa venire in mente di risolvere una questione tanto delicata contando solamente sulle esauste forze di un gruppo che negli ultimi anni si è trovato proiettato in una girandola di sempre maggiori incombenze, svolte certamente con grande abnegazione e professionalità ma in costante emergenza numerica”.