Covid-19, il Papa: “Messe in streaming solo in tempi di crisi, la Chiesa non è virtuale”
Il Pontefice: “Facciamo attenzione a non viralizzare la Chiesa e i sacramenti, a non viralizzare il popolo di Dio. La Chiesa, i sacramenti, il popolo di Dio sono concreti”
di FABIO BERETTA
Città del Vaticano – “Ok” le messe in diretta streaming senza fedeli, ma solo in tempi di crisi perché “questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre”.
Così Papa Francesco nella messa mattutina celebrata a Santa Marta. Una celebrazione che dall’inizio della pandemia, per volere dello stesso Pontefice, viene celebrata senza fedeli (nel pieno del rispetto delle norme per evitare il rischio contagi di Covid-19) e trasmessa interamente in diretta sui social e in tv. Un’iniziativa intrapresa da molti altri sacerdoti e parroci in tutto il mondo con l’obiettivo di far sentire la loro vicinanza di pastori a tutti i fedeli uniti nella preghiera.
Ma il Papa mette in guardia dal “viralizzare” la Chiesa e i Sacramenti, e lo fa commentando il Vangelo odierno, che racconta della pesca miracolosa avvenuta dopo la risurrezione. “Tutti i cristiani – afferma – sono in cammino anche per progredire nella familiarità con il Signore“. Una familiarità, sottolinea Bergoglio, “che è sempre comunitaria”.
Certamente è “intima, è personale” ma “una familiarità senza comunità, senza la Chiesa, senza il popolo, senza i sacramenti è pericolosa“. Il rischio è quello di incorrere in una familiarità “gnostica, una familiarità per me soltanto, staccata dal popolo di Dio”.
“Dico questo – confida il Pontefice – perché qualcuno mi ha fatto riflettere sul pericolo stiamo vivendo in questo momento di pandemia che ha fatto che tutti ci comunicassimo anche spiritualmente attraverso i media. C’è un grande popolo: stiamo insieme, ma non insieme. La gente che è collegata con noi può soltanto la comunione spirituale. E questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre”.
Il Papa racconta che prima di Pasqua, quando fu reso noto che in Vaticano si sarebbe celebrata una Settimana Santa in San Pietro vuota, “mi scrisse un bravo vescovo e mi ha rimproverato. ‘Ma come mai, è così grande San Pietro, perché non mette 30 persone almeno, perché si veda gente? Non ci sarà pericolo …’. In quel momento non lo capii, poi ho realizzato. Lui mi diceva: ‘Stia attento a non viralizzare la Chiesa, a non viralizzare i sacramenti, a non viralizzare il popolo di Dio. La Chiesa, i sacramenti, il popolo di Dio sono concreti'”.
“È vero che in questo momento dobbiamo fare questa familiarità con il Signore in questo modo, ma per uscire dal tunnel, non per rimanerci – ammonisce il Papa -. E questa è la familiarità degli apostoli: non gnostica, non viralizzata, non egoistica per ognuno di loro, ma una familiarità concreta, nel popolo. La familiarità con il Signore nella vita quotidiana, nei sacramenti, in mezzo al popolo di Dio”.
La preghiera per le future mamme
Come accade da più di un mese a questa parte, Papa Francesco offre la messa mattutina di Santa Marta per le persone più fragili e più colpite dal coronavirus. Oggi, la preghiera del Pontefice è per le future mamme: “Vorrei che oggi pregassimo per le donne che sono in attesa, le donne incinte che diventeranno mamme e sono inquiete, si preoccupano. Una domanda: ‘In quale mondo vivrà mio figlio?’. Preghiamo per loro, perché il Signore dia loro il coraggio di portare avanti questi figli con la fiducia che sarà certamente un mondo diverso, ma sarà sempre un mondo che il Signore amerà tanto”.
(Il Faro online) – Foto © Vatican Media