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Cronaca Locale
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Roberto Ribeca e Orlando Galimberti, perchè Ostia non dimentichi

28 aprile 2020 | 16:50
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Roberto Ribeca e Orlando Galimberti, perchè Ostia non dimentichi

Sono passati un anno dall’incidente che ha portato via Roberto Ribeca e meno di due mesi da quello che ha strappato all’affetto Orlando Galimberti. Il ricordo di chi li ha conosciuti

Ostia – Ci manca il loro sorriso sereno, lo sguardo profondo e analitico, la stretta di mano calda e possente.Roberto Ribeca e Orlando Galimberti, giganti dell’impegno civico attivo, non ci sono più e se ne sente il vuoto.

In un’epoca caratterizzata dalla politica locale disorientata e tutt’al più impegnata a rincorrere riferimenti romani in grado di garantire rendite di posizione e tutele, in un periodo di amministratori in cui gli ideali sono sbiaditi o si diluiscono in opportunismi e promesse mancate, in una fase storica fatta di elettori stanchi di impegni ondivaghi e incoerenti, si sente la distanza con quello che sono stati Roberto Ribeca e Orlando Galimberti.  

Roberto, 71 anni, insegnante di Scienze e Matematica in pensione, presidente della circoscrizione di Ostia dal 1981 al 1985, già capogruppo del Pci al palazzo del Governatorato, se ne è andato nella notte del 28 aprile di un anno fa (leggi qui).

Orlando, 65 anni, papà del Parco dello Stagno e della venticinquennale Festa dello Sport, è mancato l’8 marzo scorso (leggi qui).

A parte il cinico destino comune di essere morti entrambi per le conseguenze di incidenti stradali dei quali sono stati vittime innocenti, Roberto e Orlando condividevano pregi e sogni: volevano un mondo migliore e si sono sempre battuti con lealtà e impegno per riuscirci. La politica, che pure li ha visti protagonisti, non è riuscita a usarli, a farne strumento di consenso per meno ideali obiettivi. Eppure di politica, entrambi, hanno vissuto: la politica dell’ascolto, la politica del progetto, la politica dell’analisi, la politica del sociale.

Parlavano di cultura da coltivare, di rispetto della persona, di dignità, di autonomia, di valorizzazione del territorio e delle sue risorse. Sarà per questo motivo, forse, che il mondo della politica, quello dei partiti e dei piccoli personaggi inadeguati, si è dimenticato di loro. Troppo indipendenti per essere considerati protagonisti. Non una parola su di loro. Non una targa per ricordarne il nome. Non un impegno civico per proseguire il cammino avviato nella società.

Ci mancano quei giganti, mortificati come siamo da spettatori davanti a un teatrino di mezze figure.