In reparto come in campo, i medici di Codogno si ispirano alla Nazionale di calcio amputati
Per vincere il coronavirus lo staff medico dell’Area Gialla dell’Ospedale imprime i nomi degli azzurri sulle tute anticontagio. Le foto sulla pagina Instagram della Fispes
Lodi – Come una squadra di calcio tra le mura del Reparto Area Gialla dell’Ospedale di Codogno. Assist, passaggi attenti e talento. Sul campo lo esprimono i calciatori in partita, nella medicina sono i medici a dimostrare competenza, nella battaglia contro il coronavirus.
Nella cittadina dove l’epidemia ha trovato il suo centro nevralgico, diffusasi poi in tutta Italia, un gruppo di medici ha scelto di scendere in campo, come fanno i loro beniamini della Nazionale Italiana di calcio amputati. Dal 20 febbraio si svolge l’incontro di calcio più duro mai giocato, e anche se la situazione sanitaria è in miglioramento anche nella martoriata Lombardia, la guerra non è ancora finita. Ha trovato espressione tra le mura del Piano 0 del reparto. Con la metafora di una partita di pallone da giocare a tutte le ore. E loro restano lì. In mezzo al campo mai domi, a giocare. A viso aperto contro l’avversario.
In attesa dello Scudetto del Cuore che sarà assegnato dalla Federcalcio ai medici italiani (leggi qui), per la coraggiosa lotta contro il coronavirus, alcuni membri dello staff medico dell’Ospedale di Codogno posano fieri in alcune foto. Sulle loro spalle, a mo’ di maglia di calcio, ci sono loro. I nomi dei campioni della Nazionale di calcio amputati.
A Lodi, un gruppo di medici ha fatto squadra allora, proprio come gli azzurri fanno sul rettangolo di gioco. Con la loro diversabilità fiera e con il sorriso sul viso: Daniel Priami, Luigi Magi, Gianluca Marcantognini, Francesco Messori, Marcello Cirisano, Emanuele Padoan, Daniele Piana. Sono questi i calciatori dell’Italia della Fispes che appaiono sulle tute anticontagio. Hanno combattuto anche loro e lo fanno ancora, quotidianamente e metaforicamente, insieme ai medici dell’Area Gialla, ogni giorno. Nomi stampati sulle spalle. Ad ogni passo, in laboratorio, accanto ai letti, in reparto. Come i passi dei calciatori in campo, con quei nomi stampati sul bianco con tanto di numeri di maglia. Specifico per ognuno. Utili anche per riconoscersi tra colleghi. Ognuno ha assunto il nome del suo campione azzurro: “Tu sei Cirisano..” “Io sono Messori, il capitano”. Probabilmente lo scambio dei colloqui tra loro, avviene anche in questo modo: “Ehi Marcantognini ..numero 11, passami una siringa per le analisi..”. Come il pallone scorre sul prato verde, gli strumenti sanitari del mestiere vengono utilizzati per proteggere vite e curare malati. E il gol più bello da mettere a segno è solo uno: la sconfitta del covid-19. Insieme a calciare quella palla in rete, come un gol collettivo che l’avversario proprio non si aspetta. Di quelli fulminei, non attesi. Quelli pieni di talento e di fantasia.
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Come una squadra anche i medici, allora. Una squadra unita e determinata a prendersi la Coppa del Mondo della vita: “Profondamente grati di questo omaggio, ma soprattutto per tutto quello che fate ogni giorno per tante persone e per l’Italia”. La Fispes pubblica sul suo profilo ufficiale Instagram, le foto dei medici con quei nomi cuciti sulla schiena e ringrazia sentitamente. Al Piano 0 dell’Ospedale i medici non indietreggiano. Stanno fermi e aspettano che il virus muoia definitivamente. E con il coraggio dei calciatori della Nazionale amputati tutto sarà possibile. Tute anticontagio come divise da gioco. La vita vince sui campi di calcio. E anche in ospedale.
(Il Faro on line)