Ostia, appello dei teatri di prossimità: “Senza aiuti siamo destinati all’estinzione”
La realtà dei piccoli teatri cittadini, portatori di cultura diffusa, è messa in ginocchio dalla pandemia: le associazioni non beneficiano di agevolazioni e contributi, i locali sono in affitto da privati. “Rischiamo l’estinzione”
Ostia – Sono realtà associative, definite amatoriali ma dal grande impegno professionale, pezzi di storia di cultura popolare, competenti scuole di formazione. I piccoli teatri di quartiere, è di loro che stiamo parlando, rischiano di restare solo un ricordo: finanziati esclusivamente dagli spettacoli e dalle scuole di recitazione, in tempi di chiusure forzate per il distanziamento sociale, non hanno più entrate. E devono, comunque, pagare gli affitti dei locali che li ospitano.
Ciò che sta vivendo un intero settore, che dà lavoro a decine di operatori e ospita migliaia di persone ogni anno, tra studenti dei corsi e spettatori, è misconosciuto. Tutti i media hanno affrontato il tema dal punto di vista degli attori, dei registi e delle maestranze che lavorano nel cinema e nelle grandi produzioni teatrali. Pochi, invece, hanno acceso i riflettori su una realtà considerata a torto di serie B.
Quella dei teatri di prossimità o di quartiere è una realtà che rischia di estinguersi, di non tornare più dopo la lunga emergenza da covid-19. E noi de ilfaroonline abbiamo deciso di dare spazio e voce a questo pezzo importante della cultura popolare. Anche perché Ostia, da sempre, accoglie, apprezza e sostiene il teatro cosiddetto “minore”. Non è un caso che qui si trovino sei sale di privati (Essenza Teatro Piccolo Teatro Acilia, Sala Paolo Poli, Teatro Dafne, Teatro in stalla e Sala Massimo Troisi), alle quali si sommano il Fara Nume di Ostia (proprietà pubblica, gestione privata) e la Mario Torregrossa di Acilia (parrocchiale), che basano la loro attività sulla divulgazione della cultura teatrale oltre che produrre piacevoli spettacoli che vanno ad affiancarsi alla programmazione istituzionale del “Teatro del Lido” (Teatro dell’Opera) e di quella nazionale del “Teatro Nino Manfredi”.
Nella sostanza le associazioni che sono alla base di questa capillare attività teatrale per gli aiuti statali, così come sono stati concepiti, sono fantasmi. Non essendo compagnie o organismi professionali, non trovandosi in strutture di proprietà pubblica, non possono ricevere agevolazioni, prestiti e contributi da parte degli enti preposti.
Ecco, dunque, un’idea: destinare le somme che il Campidoglio aveva destinato all’Estate Romana, impossibile da realizzarsi stante la fase 2 di perdurante distanziamento sociale, al rimborso delle spese vive affrontate da queste associazioni teatrali. Noi, come ilfaroonline facciamo nostra questa proposta e chiediamo all’amministrazione capitolina di supportare e aiutare questa realtà, fatta di passione, responsabilità e impegno in un mondo difficile e da sempre povero come quello della cultura. Magari, aggiungiamo noi, il Comune di Roma potrebbe considerare questi aiuti un “anticipo” per spettacoli pubblici che le associazioni potranno allestire quando sarà possibile.
Nel video Gianni Pontillo, fondatore e direttore artistico del Teatro Dafne, realtà attiva sulla scena ostiense da 27 anni.
L’APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI
Noi, associazioni scriventi e firmatarie della presente, abbiamo sottoposto alle Istituzioni la gravità della nostra situazione che rischia di portare al collasso le attività gestite con cura, attenzione, passione e dedizione, da molti anni e allo stesso tempo tentare di suggerire concretamente delle idee, che sappiamo perfettamente non rappresentare la soluzione a tutti i disagi economici in cui siamo immersi ormai da due mesi, ma possono per lo meno tamponare un disastro che rischia di diventare di proporzioni insostenibili per chiunque.
Dall’inizio della pandemia, purtroppo le nostre realtà che , condividerete con noi, rappresentano un importante volano culturale per l’intero territorio del X Municipio, sono state le prime a chiudere. Ciò vuol dire che docenti (professionisti del settore), tecnici, coadiuvanti, personale di segreteria, si sono improvvisamente trovati senza lavoro. Compagnie, attori, danzatori, cantanti, hanno perso la loro occasione di entrate garantite perché inseriti nel cartellone della stagione già da tempo. E, quel che al momento rischia ancor di più, sono proprio le strutture ospitanti.
Infatti, le mura che accolgono le nostre realtà (Essenza Teatro, Piccolo Teatro Acilia , Sala Paolo Poli-Arcadia aps, Teatro Dafne- A.C.Opera, Ass.cult.TeatroinStalla, , Teatro Pegaso-Sala Massimo Troisi), sono in affitto da privati. Questo significa che al momento è lasciato al libero arbitrio dei locatari, la decisione se soprassedere, temporeggiare o premere la mano, affinché rientrino delle quote pattuite da regolare contratto di affitto. Per non parlare delle utenze, telefono, luce, acqua, riscaldamento e via di seguito.
E’ chiaro dunque che ciascuna realtà trema all’idea – così va palesandosi la situazione – di riaprire non prima di dicembre! Coordinandoci, abbiamo dunque ragionato su come le Istituzioni possano venire incontro alle esigenze di ciascuno.
Qualsiasi soluzione fino ad oggi ipotizzata, come i prestiti a tasso zero ad esempio, non sarebbe giusta. E’ infatti per noi impossibile sommare altre rate, alle già pesanti uscite fisse che siamo costretti ad elargire ogni mese. Sarebbe oltremodo oneroso e impossibile da affrontare.
Qualsiasi iniziativa finora adottata dalle istituzioni purtroppo non ci comprende. Siamo fantasmi! non rientriamo in nessuna e sottolineiamo, nessuna, categoria ad oggi citata nei decreti. E’ dunque per noi necessario far sentire la nostra voce.
Ecco quindi l’idea di chiedere alle Istituzioni uno sforzo che andrebbe a garantire la sopravvivenza e allo stesso tempo sarebbe un chiaro segnale di riconoscimento del valore socio-culturale, delle realtà stesse. Sappiamo essere stati stanziati fondi per l’estate sia da parte di Roma Capitale che dalla Regione.
Con molta probabilità non ci sarà nessuna “estate” all’aperto. Ecco quindi la destinazione di quei fondi a quelle realtà che necessitano di sopravvivere. E non si intende un versamento a pioggia per ciascuno. No. Ma abbiamo quantificato, nero su bianco, le spese reali che ciascuna associazione sa per certo, usciranno da qui a dicembre.
Andare quindi a coprire dette spese. Essenza Teatro / Piccolo Teatro Acilia/ Sala Paolo Poli-Arcadia aps / Teatro Dafne A.C.Opera/A.C. TeatroInStalla / Teatro Pegaso-Sala Massimo Troisi I costi che, attenzione, andrebbero a coprire solo ed esclusivamente le spese vive (non quindi il personale, i tecnici, la segreteria…) sono cifre richieste complessivamente per tutte le nostre strutture che, ripetiamo, senza un concreto aiuto, rischiano di chiudere per sempre i battenti! Conti alla mano, per salvare sei realtà ben radicate nel X Municipio, sarebbero sufficienti 150 mila euro.
Se si pensa che negli anni scorsi sono stati spesi dai 40 ai 60 mila euro per l’evento del solo giorno di ferragosto…beh, con poco più del doppio si salverebbero sei realtà per dieci mesi! A fronte delle cifre che, sentiamo in questi giorni, essere destinati ad eventi che mai potranno avvenire, forse pensare ad un aiuto per quelle realtà che da anni rappresentano un valore aggiunto al già tanto martoriato territorio, sarebbe un segnale importantissimo.
In questo momento alcuni politici del Municipio, comprendendo la gravità, stanno sostenendo le nostre realtà, ci aspettiamo a breve una risposta concreta.