Ostia, chioschi sul lungomare. Di Pillo: “Per prendere un caffè”. Ma non ci sarà allaccio idrico
La presidente del X Municipio, Di Pillo: “I chioschi faranno vendita di cocomeri e altra frutta a taglio nonché di bevande, caffè ed acqua minerale”. Masi, FdI: “Pretendiamo risposte immediate e chiederemo tutti gli atti”
Ostia – All’inizio erano chioschi ambulanti a forma di frutto, dalle dimensioni contenute, non motorizzati, quindi senza allacci idrici o elettrici. Adesso la presidente del X Municipio, Giuliana Di Pillo, promette alla città: “Nei chioschi mobili si potrà prendere un caffè”.
Misteri della propaganda politica a Ostia. Dopo la pubblicazione del bando per l’assegnazione di sette postazioni dove accogliere chioschi ambulanti (leggi qui), monta la polemica riguardo a ciò che potranno vendere gli esercenti di quelle strutture.
Nel bando viene espressamente specificato che la superficie massima occupabile da ciascun track-food è di 15 metri quadrati e che l’attività dovrà riguardare “vendita a taglio di cocomeri, frutta, grattachecca, bevande e snack preconfezionati”. Trattandosi di strutture mobili (in cinque casi a traino e in due motorizzati) le norme non consentono l’allaccio alla rete idrica. E men che meno lo scarico in fogna. Aggiunto alle norme igieniche legate al contrasto della diffusione del covid-19, significa, non solo che la merce dovrà essere trattata e confezionata con la massima cautela ma anche che il caffè espresso non potrà essere servito. Per l’alimentazione elettrica, si dovrà fare ricorso all’uso dell’elettrogeneratore.
Eppure nel suo post social la presidente municipale Di Pillo esulta: “Quest’anno il litorale avrà dei chioschi mobili per poter prendere un caffè o bene una bibita”. Un errore di entusiasmo oppure qualcosa di non chiaro nel bando pubblico? Premesso che l’art. 3bis del Regolamento delle attività commerciali sulle aree pubbliche del Comune di Roma vieta “la vendita a mezzo di apparecchi automatici su aree pubbliche”, difficilmente un caffè espresso potrà essere preparato senza allaccio idrico oppure essere servito da un thermos. Più facile immaginare la vendita di caffè freddo di produzione industriale. E, riguardo al taglio della frutta sul posto o alla preparazione di grattachecche, si riusciranno a ottenere tutte le autorizzazioni sanitarie a tutela della salute pubblica al tempo di covid-19? Peraltro, senza neanche la possibilità di un deposito a ridosso del piccolo chiosco, come impone lo stesso regolamento comunale, o al massimo con un ombrellone sopra l’area.
LE PROTESTE DI FRATELLI D’ITALIA
“Il X Municipio – contestano il Capogruppo di FDIin Assemblea Capitolina, Andrea De Priamo, e il Consigliere di FDI del X Municipio, Mariacristina Masi – ha poteri decentrati importanti e non può permettersi gravi problemi di trasparenza. Che il Consigliere Capitolino Paolo Ferrara sia ormai il Presidente ombra del X Municipio, sostituendo di fatto la Di Pillo e commissariando la maggioranza municipale, è assodato, ma il fatto che si apprenda dell’introduzione di nuovi chioschi e di un bando in uscita, in un momento in cui le commissioni sono bloccate e i consigli si tengono in seduta segreta, da dichiarazioni sui social ci sembra veramente troppo. Abbiamo atteso la convocazione di un Consiglio sulle spiagge per settimane, mentre nelle segrete stanze si parlava di far gestire le spiagge libere ai privati e di posizionare nuovi chioschi (dopo che il M5S ha provveduto a fare abbattere quelli esistenti) , senza confronto, senza dibattito, senza coinvolgere l’assise consiliare. Purtroppo la casa di vetro che il M5S aveva promesso si è trasformata in una brutta pagina della politica lidense. Adesso, prima che arrivino le ananas giganti sul lungomare, pretendiamo risposte immediate e chiederemo tutti gli atti idonei a comprendere i motivi di tale scelta e soprattutto il perchè si sia agito nel completo silenzio, come se il Municipio fosse la longa manus di qualcuno che da Roma muove le redini e prende le decisioni. Se la Di Pillo non è in grado di governare in modo autonomo rassegnasse le dimissioni invece di far gestire il Municipio a qualcun altro”.