IL FATTO |
Cronaca Locale
/

Ostia, usuraio praticava interessi del 300% annui: disposti gli arresti domiciliari

14 maggio 2020 | 09:20
Share0

Provvedimento di custodia cautelare nei confronti di un uomo di 51 anni: a casa dell’usuraio sequestrati 140mila euro in contanti, una pistola e un fucile

Ostia – Prestava soldi a tassi d’interesse del 20-25% mensile pari al 300% annui l’usuraio che è finito agli arresti domiciliari per disposizione del Tribunale di Roma in seguito alle indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Chi non pagava nei modi e nei tempi concordati, riceveva minacce esplicite: il rischio di una gambizzazione a colpi di pistola.

Si tratta di Giovanni G., 51 anni, con precedenti penali alle spalle: nella perquisizione domiciliare i finanziari hanno rinvenuto 140mila euro in banconote, una pistola, un fucile e il “libro mastro” con annotati i nomi di chi riceveva i prestiti, le somme e le relative scadenze.

Diciamolo subito, l’inchiesta è partita ad aprile 2019 quindi in epoca pre-pandemia ma con la profonda crisi economica che si sta consumando a causa del blocco delle attività, il giro di “affari” dell’arrestato si preparava a fare il salto di qualità. Le accuse che lo porteranno sul banco degli accusati riguardano i reati di estorsione, usura,esercizio abusivo dell’attività finanziaria e detenzione illegale di armi e munizioni.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo di lavoro reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti, sono state avviate dalle Fiamme Gialle di Ostia a seguito di una denuncia presentata nell’aprile 2019 da due soggetti che, “soffocati” da ingenti debiti di gioco cui non riuscivano più a far fronte, erano rimasti vittime di un vero e proprio usuraio.

Non essendo riusciti ad ottenere prestiti da parenti e amici, i denuncianti erano stati costretti ad accettare le condizioni capestro imposte dall’indagato, che, facendo anche leva sul rapporto di amicizia che vantava di avere con la maggior parte di coloro che si rivolgevano a lui, si era proposto di concedere direttamente il denaro richiesto ma con l’applicazione di tassi di interesse mensili oscillanti tra il 20% e il 25%, corrispondenti a circa il 300% annuo.

Gli approfondimenti eseguiti dal 7° Nucleo Operativo Metropolitano hanno portato alla luce un sistema illecito perpetrato ai danni di diverse persone, le quali, versando in precarie condizioni economiche che non consentivano loro di accedere al credito legale, erano cadute nella “trappola” dell’usura ordita dall’indagato il quale si proponeva quale loro “ancora di salvezza”.

Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno fatto emergere la “professionalità” dell’usuraio, il quale agiva sempre con estrema prudenza, limitando al minimo le interlocuzioni telefoniche, dai toni per lo più pacati ed amicali, finalizzate ad organizzare gli incontri con i debitori, toni che poi diventavano decisamente più “pesanti”, fino a minacciare ritorsioni fisiche (“hai tempo fino alle ore 19,00, rivediamoci per quell’ora e ti avviso che se non hai i soldi ti sparo su una gamba”) allorquando le vittime erano impossibilitate a rispettare le scadenze dei pagamenti di capitali e interessi, tanto che una di esse, disperata, è improvvisamente fuggita all’estero.

Nel corso di una perquisizione effettuata nei confronti dell’indagato, i Finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato un vero e proprio “libro mastro” in cui venivano annotate, con certosina precisione contabile, le somme prestate e le relative restituzioni, comprensive degli esosi interessi applicati, nonché somme di denaro per un importo pari a circa 140.000 euro, oggetti di valore, una pistola e un fucile con rispettivi munizionamenti.

La Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Roma sono sempre in prima linea nella lotta all’estorsione e all’usura, odiose pratiche criminali finalizzate a ottenere ingenti guadagni sfruttando lo stato di bisogno di persone e imprese in gravi difficoltà economiche.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove di formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.