Il portavoce del Comitato Balneari non esclude che l’aumento delle spese possa spingere a ritocchi al rialzo. Caro-abbonamenti nel mirino
Ostia – Gli stabilimenti non hanno ancora aperto i loro cancelli e i balneari si “buttano avanti“, come si dice a Roma: non sono esclusi aumenti, anche cospicui, sotto al sole. È il libero mercato, bellezza!
Sui social già da giorni si denunciano aumenti ingiustificati degli abbonamenti presso alcuni impianti balneari. A fronte di una riduzione di posti nelle cabine, motivata dall’obbligo di rispettare il “distanziamento sociale” anti-contagio, i concessionari non hanno diminuito di pari passo la quota richiesta ma hanno mantenuto i prezzi invariati. In poche parole qualche furbetto, approfittando dell’obbligo di diradare le presenze all’interno della stessa cabina, non ha ridotto di pari passo la quota dell’abbonamento: la somma tot si pagava per otto accessi l’anno scorso e tot si paga per sei accessi quest’anno.
Non solo. Il lockdown ha fatto saltare quasi un mese di stagione – che inizia il 1° maggio – eppure sono pochi i concessionari hanno detratto dall’abbonamento il tempo in cui non si è potuto usufruire dei loro servizi.
Il fenomeno è destinato a ripetersi su più fronti, come lascia intendere Andrea De Fonte, portavoce del Comitato Balneari Ostia, in una dichiarazione resa all’agenzia Nova.
Scongiurato il pericolo di andare in spiaggia con le mascherine e di sedersi sulla sdraio, circoscritti da pareti di plexiglass, le regole imporranno però che negli stabilimenti ogni piazzola d’ombrellone non sia inferiore ai 10 metri quadrati. «Ciò comporterà una riduzione del numero di ombrelloni di circa il 40 per cento. Ci si chiede inoltre di favorire le prenotazioni e abbiamo l’obbligo di sanificare e igienizzare tutte le dotazioni ad ogni cambio di clientela, fosse anche per una sola ora di affitto sdraio» sottolinea De Fonte.
Questo ovviamente porterà ad un aumento dei costi di gestione. «La linea del comitato è stata quella di non far ricadere gli aumenti sui clienti, ma c’è sempre il libero mercato e, a quel punto, ognuno deciderà i prezzi da adottare anche in base ai servizi che offre. Sappiamo bene quali sono le condizioni economiche della gente e siamo anche pronti ad affrontare una stagione che sarà sicuramente anomala e che sarà già difficile recuperare le spese» dichiara all’agenzia De Fonte.
Da più parti sono arrivate segnalazioni anche alla nostra redazione del fenomeno che continueremo a monitorare, anche se, in questo settore, vige la regola del libero mercato. Nella stessa misura, però, andrebbe applicata la stessa regola d’impresa quando le cose non vanno bene: in Italia troppo spesso le perdite sono a carico della comunità mentre i ricavi restano privati.