Stop alla Serie A Femminile. Le calciatrici: “E’ tempo delle tutele. Vogliamo il professionismo”
Era stata proposta la formula dei playoff e dei playout. Le atlete hanno rifiutato: “In campo, o tutte o nessuna”
Roma – Il campionato di calcio femminile finisce qui. Il Consiglio Federale della Federcalcio ha deciso per la chiusura delle competizioni sportive 2019/20.
Definitivamente tramontata l’ipotesi play off e play out, che tra l’altro aveva trovato l’opposizione delle calciatrici, la stagione è definitivamente conclusa. Senza vincitori, con la Juventus, attualmente prima in classifica, che non potrà festeggiare.
I criteri – ha stabilito il Consiglio Federale, sono gli stessi validi per i campionati professionistici maschili. Una decisione quella di chiudere la stagione del calcio femminile, presa a malincuore dal Consiglio Federale. “La decisione di sospendere il calcio femminile è una nota negativa per me – ha sottolineato il numero uno della Figc, Gabrile Gravina – sarebbe stato un bellissimo spot per tutto il movimento dare pari dignità alle ragazze“.
L’idea di riprendere il campionato con una formula ridotta dei playoff e playout aveva trovato la netta opposizione delle calciatrici: “O scendiamo tutte in campo o non ci scende nessuna“, la sintesi del pensiero delle atlete diffuso in una nota dell’Associazione Italiana Calciatori prima del Consiglio Federale di questa mattina: “Non vediamo come possa essere tutelato il merito sportivo con una modalità di gioco che a nostro avviso non garantirebbe la vera equità. Tutte devono essere in grado di lottare per i propri obiettivi, oppure devono tutte mettere un punto su questa stagione e prepararsi per la prossima partendo dalle stesse condizioni. Quello che appare in sintesi ai nostri occhi è che il nostro sistema va riformato. Siamo le calciatrici della Serie A Femminile, si parla di noi e delle imprese della Nazionale di cui alcune di noi fanno parte e che sentiamo nostra. Ma è ora di garantire le giuste tutele a tutte quante, uno status da professioniste e condizioni reali di professionismo“.
(fonte@ansa.it)