Formia, in Comune rispunta la multa del Garante per la protezione dei dati personali
Dopo 5 anni rispunta una multa di circa 23mila euro mai pagata. Era per un portale web relativo a un servizio di e-cemetery.
Formia – 23mila euro di sanzione amministrativa mai pagata. Una storia “vecchia” 5 anni, che ora torna alla luce. Nel 2015, infatti, il Comune di Formia venne multato dal Garante per la protezione dei dati personali. Il motivo? La realizzazione, tramite fondi regionali, di un portale web relativo a un servizio di e-cemetery.
Una multa che, ora, su indirizzo dell’attuale sindaco, Paola Villa, l’amministrazione intende pagare, “al fine
di evitare ulteriori ed ingiustificati aggravi finanziari a carico dell’erario comunale”. Una scelta però che non è stata presa alla leggera, tant’è che lo stesso Sindaco ha dato mandato all’avvocatura comunale di rintracciare i responsabili delle condotte omissive e del danno erariale conseguente per la loro messa in mora. Non solo. Il mandato è stato dato anche al segretario generale affinché segnali il suddetto danno erariale alla Corte dei Conti – Procura generale.
Il Comune, quindi, è disposto ad anticipare i soldi, purché è di questo che si tratti: anticipare. A pagare effettivamente tale cifra, secondo l’amministrazione, dovranno essere coloro che hanno causato il danno, per via di una condotta omissiva protrattasi nel tempo.
Un passo indietro: ecco come sono andati i fatti
Ma come sono andati realmente i fatti? Ebbene, i dettagli della vicenda sono riportati nella delibera di giunta appena approvata.
Era il luglio del 2015 quando il Garante per la protezione dei dati personali contestava al Municipio di via Vitruvio la violazione della disposizione di cui all’articolo 157 del “Codice in materia di protezione dei dati personali” in virtù dell’obbligo di fornire informazioni o di esibire documenti al Garante.
Il mese successivo, ovvero ad agosto del 2015, con un atto a firma del dirigente pro-tempore del settore “Sostenibilità Urbana ed ambientale”, il comune chiedeva audizione presso l’Autorità. La convocazione avvenne. Era il 4 aprile del 2016.
Da quel momento, fino a dicembre del 2019, la questione viene come risucchiata dentro un buco nero. Di questa sanzione non si sa più nulla… Poi, quasi per magia, lo scorso dicembre rispunta la cartella di pagamento.
Il dirigente chiede un parere all’avvocatura comunale sulla possibilità di impugnare la cartella. Lo scorso 23 aprile, l’avvocatura si esprime con parere negativo. Il motivo? Il procedimento è ormai concluso e la cartella non può essere impugnata, perlomeno non con esito positivo per il Comune, al contrario, tale decisione comporterebbe solo nuovi esborsi per il Municipio.
È in considerazione di ciò, quindi, chel’amministrazione ha deciso di anticipare i soldi (prevedendo la dovuta variazione la bilancio) e, al contempo, di mettere in moto la procedura per rintracciare i responsabili.
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