Santi Pietro e Paolo, il Papa: “A Roma ogni persona possa vivere con dignità”

29 giugno 2020 | 13:35
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Santi Pietro e Paolo, il Papa: “A Roma ogni persona possa vivere con dignità”

Il Pontefice: “La cosa più importante della vita è fare della vita un dono. Farci dono per chi è sposato e per chi è consacrato; vale ovunque, a casa e al lavoro, e verso chiunque abbiamo vicino”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – “A Roma, ogni persona possa vivere con dignità e possa incontrare la lieta testimonianza del Vangelo“. È questo l’augurio che Papa Francesco rivolge alla Capitale d’Italia al termine dell’Angelus, pregato in occasione della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni dell’Urbe. Dopo la Messa celebrata nella basilica vaticana (leggi qui), il Pontefice, affacciandosi su una piazza San Pietro infuocata dal sole estivo, saluta “tutti i romani e quanti vivono in questa città”.

“In questa ricorrenza – ricorda poi il Pontefice – è tradizione che venga a Roma una delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, ma quest’anno non è stato possibile a causa della pandemia. Pertanto, mando spiritualmente un abbraccio al caro fratello patriarca Bartolomeo, nella speranza che possano riprendere al più presto le nostre reciproche visite”. Bergoglio saluta quindi tutti i pellegrini presenti, con l’auspicio che “la visita alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo rafforzi la fede e la testimonianza cristiana“.

“Anziani lasciati soli: il male del nostro tempo”

Nel commentare le letture del giorno, il Papa fa notare come Dio “concesse tante grazie” a San Pietro, “lo liberò dal male”: E “fa così anche con noi. Anzi, noi spesso andiamo da Lui solo nei momenti del bisogno, a chiedere aiuto. Ma Dio vede più lontano e ci invita ad andare oltre, a cercare non solo i suoi doni, ma a cercare Lui, che è il Signore di tutti i doni; ad affidargli non solo i problemi, ma ad affidargli la vita”.

“Così può finalmente darci la grazia più grande, quella di donare la vita. Sì, donare la vita. La cosa più importante della vita è fare della vita un dono. E questo vale per tutti: per i genitori verso i figli e per i figli verso i genitori anziani”, sottolinea Bergoglio.

“E qui mi vengono in mente tanti anziani, che sono lasciati soli dalla famiglia, come – mi permetto di dire – come se fossero materiale di scarto. E questo è un dramma dei nostri tempi: la solitudine degli anziani. La vita dei figli e dei nipoti non si fa dono per gli anziani“, aggiunge a Braccio.

Farci dono per chi è sposato e per chi è consacrato; vale ovunque, a casa e al lavoro, e verso chiunque abbiamo vicino. Dio desidera farci crescere nel dono: solo così diventiamo grandi. Noi cresciamo se ci doniamo agli altri. Guardiamo a san Pietro: non è diventato un eroe per essere stato liberato dal carcere, ma per aver dato la vita qui. Il suo dono ha trasformato un luogo di esecuzioni nel bel luogo di speranza in cui ci troviamo.

E conclude: “Oggi, davanti agli Apostoli, possiamo chiederci: ‘E io, come imposto la vita? Penso solo ai bisogni del momento o credo che il mio vero bisogno è Gesù, che fa di me un dono? E come costruisco la vita, sulle mie capacità o sul Dio vivente?'”. Infine, l’immancabile saluto: “A tutti auguro una buona festa. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci“.

(Il Faro online)