Qualità dell’acqua, per Legambiente “bandiera” nera a Marina di Minturno, promossa Terracina
Nella parte sud della provincia di Latina, sono state 6 le città al centro del mirino: Terracina, Fondi, Sperlonga, Formia, Gaeta e Minturno
Neppure il coronavirus ha fermato Goletta Verde, la storica campagna con cui Legambiente si occupa di monitorare lo stato di salute in cui versano le coste e le acque italiane.
Al classico itinerario coast to coast a bordo dell’imbarcazione, però, quest’anno si è sostituito il lavoro dei volontari e delle volontarie dell’associazione che, dal 30 giugno al 2 luglio, hanno prelevato campioni delle acque del Lazio. Sotto i riflettori ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con i quali l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.
I risultati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi, 17 luglio, nei pressi della barriera anti-rifiuti sull’Aniene, a Roma, da Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, Andrea Minutolo, responsabile scientifico nazionale di Legambiente, Cristiana Avenali, responsabile per i contratti di fiume della Regione Lazio e da Maurizio Gubbiotti, presidente di RomaNatura.
Nella parte sud della provincia di Latina, sono state 6 le città al centro del mirino: Terracina, Fondi, Sperlonga, Formia, Gaeta e Minturno. “Fortemente inquinati” il mare di fronte la foce del Rio Recillo a Marina di Minturno. “Inquinati” 2 punti a Fondi (alla foce del canale Sant’Anastasia e in mare fronte foce del canale pedemontano tra via Guado I e la strada consortile) e uno a Formia, sulla foce del Rio Santa croce, che sfocia a Gianola. Entro i limiti tre punti campionati nel territorio comunale di Terracina: sulla spiaggia a destra della foce del canale Sisto, sulla spiaggia a destra della foce del fiume Portatore e sulla spiaggia la spiaggia di levante adiacente alla darsena del porto. Nessun superamento del limite di legge anche per la spiaggia su via Colombo (all’incrocio con via Doria) a Sperlonga, sul punto in corrispondenza del torrente Lorgato a Gaeta e sullo sbocco del canale a sud della darsena a Marina di Minturno.
C’è da sottolineare che tre dei cinque punti risultati inquinati non rientrano tra le aree campionate dalle autorità competenti mentre i due prelevati a Fondi ricadono in aree giudicate balneabili con giudizio sulla qualità delle acque, sul Portale delle Acque del Ministero della Salute, “sufficiente” in un caso ed “eccellente” nell’altro. Sette dei nove punti risultati fortemente inquinati, invece, ricadono in zone non campionate dalle autorità competenti (che non dovrebbero quindi essere considerate balneabili). A Minturno sono considerati, nonostante la presenza di due punti critici lungo quella porzione di costa, balneabili con giudizio delle acque rispettivamente “eccellente” e “sufficiente”, sempre sul Portale delle Acque.
Il Presidente di Legambiente Lazio: “I Comuni non sottovalutino questi risultati”
“Oltre la metà delle analisi di Goletta Verde mostra che ci sono serie criticità da affrontare lungo la costa del Lazio – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – e ci rivolgiamo in primo luogo ai Comuni, ai quali chiediamo di leggere con attenzione questi risultati, causati, senza ombra di dubbio da difficoltà depurative o scarichi illegali di reflui. L’enorme potenziale di bellezza, tutela della biodiversità, ecosostenibilità e sviluppo di una blu economy sana per tutto il nostro litorale, passa indissolubilmente dalla qualità del mare: noi indaghiamo i punti più critici e ci mettiamo a totale disposizione per verificare le cause dei problemi, senza voler dare alcun titolo di balneabilità, tanto meno giudizi complessivi sul mare di ogni comune”.
“Inviamo alle Amministrazioni comunali e alla Regione, alle forze dell’ordine e agli stakeholders territoriali questi risultati, perché ciascuno faccia il possibile nella risoluzione dei problemi, potenziando i depuratori e fermando l’abusivismo fognario che è una delle gravi conseguenze dell’abusivismo edilizio e dell’aggressione del cemento sulle coste. Azioni reali e concrete si possono e si devono costruire, e a dimostrazione di ciò, presentiamo quest’anno i dati davanti alla barriera anti rifiuti dell’Aniene dove, grazie all’ufficio di scopo per i Contratti di Fiume della Regione e alla disponibilità di RomaNatura ad ospitarla in una delle sue aree nella Capitale, ha preso vita un’importante laboratorio di cambiamento positivo per il mare; grazie a questa barriera, insieme a quella posta a Fiumicino lungo il Tevere, i rifiuti flottanti vengono fermati prima di raggiungere la costa, e le plastiche raccolte prima di disgregarsi in microplastiche nel mare”.
Il responsabile scientifico nazionale di Legambiente: “Informare i cittadini sui rischi dell’inquinamento del mare”
“Se la mala depurazione è il problema principale da affrontare per restituire ai cittadini tratti di costa più puliti, non meno importanti sono i controlli dei punti critici che portano l’inquinamento al mare e l’informazione rivolta ai cittadini – commenta Andrea Minutolo, responsabile scientifico nazionale di Legambiente – non è più tollerabile che la maggior parte dei punti campionati da Goletta Verde ricadano in zone non controllate dalle autorità competenti. Spesso questi tratti di costa abbandonati (che per definizione, quindi, non dovrebbero essere balneabili) sono a ridosso di lidi attrezzati o di spiagge libere ma sono sprovvisti della cartellonistica che informa correttamente i bagnanti sulle criticità che potrebbe trovare”.
Clicca qui per consultare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.
(Il Faro online)