Alitalia, la ministra De Micheli rassicura: “Non ci saranno 4mila esuberi”
“Noi contiamo nella progressione di assorbire più personale possibile, perché il piano modulare ci porterà dalla seconda metà del 2022 in poi ad avere molto più lungo raggio”
Roma – “Gli esuberi non possono essere 4 mila perché, mettendo in campo aerei, il numero degli esuberi non è contemplato. Noi contiamo nella progressione di assorbire più personale possibile, perché il piano modulare ci porterà dalla seconda metà del 2022 in poi ad avere molto più lungo raggio”.
Così il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli oggi parlando con i giornalisti della situazione di Alitalia e delle indiscrezioni sui eventuali 4mila esuberi. “Il piano sarà presentato non appena saranno definiti i dettagli. Credo sia chiaro a tutti che il trasporto aereo non è ancora ripartito come nel 2019, quando in questo Paese transitavano 191 milioni di passeggeri mentre quest’anno probabilmente arriveremo a un terzo”. Secondo le previsioni il ritorno completo alla normalità del traffico aereo è stimato per il 2023.
“Assolutamente no, i 4 mila esuberi non esistono”, dice il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a margine del vertice dei dirigenti Coldiretti, commentando le indiscrezioni giornalistiche sul piano di salvataggio di Alitalia. “Ci sarà una dotazione iniziale con un range di 70 aerei che è il numero che serve oggi per volare”, ha aggiunto il ministro.
“Le parole della ministra Paola De Micheli su Alitalia (il piano del Governo non prevede alcun esubero) sono un bel segnale e un deciso cambio di strategia rispetto al passato. Non si può continuare a far finta di rilanciare la compagnia disinvestendo sul personale ed esternalizzando i servizi. Va rivisto tutto. In primis riportando in azienda la manutenzione degli aerei, poi puntando sulle risorse interne, infine dando ad Alitalia un respiro sempre più internazionale che punti a competere con grandi vettori aerei”, afferma il consigliere regionale del Pd Lazio, Michela Califano.
“Certo siamo è il momento peggiore che ci si potesse augurare per rilanciare Alitalia, ma partire già da un presupposto diametralmente diverso, ovvero la tutela del proprio personale, è già un enorme passo in avanti. Va ricordato infatti come intorno ad Alitalia ci sia un indotto importante che coinvolge anche l’aeroporto di Fiumicino, Leonardo Da Vinci. Anche in questo caso il lavoro da dover portare a casa sarà quello di virare i voli charter su un terzo aeroporto, collegato naturalmente al Da Vinci, dando così modo all’hub di concentrarsi esclusivamente sul proprio ruolo di principale porta turistica del nostro Paese”.
(Il Faro online)