Esplosione a Beirut, oltre 100 morti e 4mila feriti: l’Ue mobilita la Protezione Civile
Tre ospedali di Beirut sono stati “completamente distrutti”: i pazienti vengono curati nei parcheggi degli ospedali o di quello che resta di queste strutture
Beirut – E’ di “oltre 4.000 feriti e più di cento morti” il nuovo bilancio delle devastanti esplosioni di ieri a Beirut (leggi qui). Lo ha reso noto la Croce Rossa libanese, secondo quanto riferiscono i media locali.
A Beirut i soccorritori lavorano alla ricerca di circa 100 persone che risultano disperse e che potrebbero essere sotto le macerie, soprattutto nelle vicinanze del porto. Lo ha confermato all’agenzia Dpa un funzionario della protezione civile. Anche secondo il governatore di Beirut, Marwan Abboud, citato dai media locali, risultano più di 100 dispersi.
Decine le vittime, cadaveri in strada
Tra le vittime ci sono anche un cittadino australiano e due delle Filippine. “Posso confermare che un australiano è stato ucciso”, ha detto il premier Scott Morrison, in dichiarazioni riportate dai media australiani. Il primo ministro ha espresso solidarietà al Libano, dove vive una “grande comunità australiana”. L’ambasciata australiana a Beirut è stata danneggiata “in modo significativo” dalle devastanti esplosioni, ha aggiunto il premier Morrison.
Il ministero degli Esteri di Manila ha invece confermato che ci sono due morti, 11 dispersi e otto feriti tra i cittadini delle Filippine. Tutte le vittime si trovavano nelle abitazioni dei loro datori di lavoro quando sono avvenute le terribili esplosioni, ha riferito il portavoce Eduardo Menez, citato dai media locali. Nel Paese dei Cedri vivono e lavorano circa 33.000 filippini. I testimoni hanno detto di aver visto diversi cadaveri in strada.
Tra i feriti ci sono alcuni dipendenti dell’ambasciata tedesca a Beirut. “Ci sono stati dei feriti tra il personale dell’ambasciata – ha reso noto il ministero degli Esteri di Berlino – Tenuto conto dei danni considerevoli nella zona urbana di Beirut non possiamo escludere per ora che altri cittadini tedeschi possano essere tra i morti e i feriti”. Il ministero ha precisato poi che la sede dell’ambasciata, che si trova non lontano dal porto, è stata danneggiata, ma “la gravità dei danni non è ancora stata valutata”. La cancelliera Angela Merkel, attraverso la sua portavoce Ulrike Demmer, si è detta “sconvolta” per l’incidente di ieri e ha assicurato “sostegno al Libano”.
Ospedali distrutti
Tre ospedali di Beirut sono stati “completamente distrutti” e altri due “parzialmente distrutti” dalle esplosioni di ieri nella capitale libanese. Lo ha confermato ad al-Jazeera Mirna Doumit, presidente dell’Ordine degli infermieri di Beirut. “Abbiamo dovuto trasferire i pazienti in altri ospedali – ha detto – Altri due ospedali sono parzialmente distrutti. E’ una catastrofe”. Altre strutture sono senza luce.
Esplosioni seminano morte e distruzione a Beirut: la preghiera del Papa per il Libano
I pazienti vengono curati nei parcheggi degli ospedali o di quello che resta di queste strutture. Al Arabiya racconta di medici e paramedici impegnati a liberare le strade di accesso dalle macerie, mentre i feriti che continuano a essere trasportati ricevono le prime cure nei parcheggi.
Esploso un deposito di nitrato d’ammonio
Alla magistratura libanese venne notificato per sei volte che il deposito di nitrato d’ammonio al porto di Beirut era pericoloso e che i funzionari della dogana avevano chiesto di trasferire il materiale. Lo ha detto alla tv Lbci il direttore generale delle dogane libanesi, Badri Daher, secondo quanto riferisce al Arabiya, ma l’autorizzazione non venne mai concessa.
La prima stima dei danni provocati dalle due esplosioni si aggira dai 3 ai 5 miliardi di dollari. Lo sostiene il governatore di Beirut, Marwan Abboud, in una dichiarazione riportata dai media locali.
Sono tra le 200mila e le 250mila le persone rimaste senza casa. Parlando con Mtv news, il governatore ha spiegato che le autorità stanno provvedendo a fornire un riparo, acqua e cibo a chi ne ha bisogno. Lo stesso governatore ha inoltre rivelato che un rapporto relativo alla situazione nella capitale aveva allertato già nel 2014 sui rischi legati a possibili esplosioni per la presenza di materiale a rischio stoccato in modo da non garantire le regole minime di pubblica sicurezza. “Abbiamo perso 10 membri della Brigata dei Vigili del Fuoco di Beirut e i danni ammontano ad una somma compresa tra i 3 ed i 5 miliardi di dollari e forse di più”, ha concluso.
Messa in moto la macchina degli aiuti
Subito è scattata la solidarietà internazionale. “La Ue ha attivato il meccanismo di protezione civile in seguito alla richiesta delle autorità libanesi, e coordinerà l’invio urgente di 100 pompieri altamente qualificati, con veicoli, cani ed attrezzature specializzati nella ricerca e salvataggio in zone urbane. Lavoreranno con le autorità libanesi per salvare vite”: lo annuncia il commissario alla gestione delle crisi, Janez Lenarcic. “La Ue è pronta a fornire assistenza e sostegno. Siate forti”: così in un tweet il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Anche l’alto rappresentante della politica estera, Josep Borrell, esprime “piena solidarietà e sostegno totale alle famiglie delle vittime, al popolo e alle autorità libanesi”.
Cipro, ha affermato il ministro degli Esteri cipriota, Nikos Christodoulides, alla CyBc, “è pronta ad accogliere i feriti per le cure necessarie e a inviare team medici se necessario”.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha telefonato all’omologo libanese Michel Aoun per comunicargli che la Turchia è pronta a fornire aiuti umanitari. Lo riferisce l’agenzia di stampa Anadolu.
“Due aerei militari, un A400M Atlas e un A330 Phénix, decollano oggi per il Libano per portare gli aiuti francesi” ha scritto su Twitter la ministra francese della Difesa Florence Parly, precisando che “a bordo c’è personale del ministero dell’Interno, degli Esteri e della Sanità e oltre 20 tonnellate di materiale per sostenere i libanesi in questo dramma”.
Pure l’Olanda sta inviando un team di 70 persone fra soccorritori, medici, vigilie del fuoco e agenti specializzati nelle ricerche sotto le macerie. Lo ha annunciato il ministro del Commercio Sigrid Kaag, ricordando che “l’Olanda è specializzata nella ricerca di sopravvissuti e vittime sotto le macerie, questo adesso è importante, è una lotta contro il tempo”.
C’è inoltre la Russia che invia aiuti. Cinque voli cargo con materiale sanitario e un team di medici per allestire un ospedale da campo a Beirut. E’ questo l’impegno di Mosca, secondo quanto confermato dal ministero russo per le Emergenze, come riporta l’agenzia Tass. Dalla Russia arriverà anche un team di esperti in ricerca e soccorso e un laboratorio mobile per effettuare test per il coronavirus.
Mike Pompeo ha sentito Saad Hariri. E’ l’ufficio dell’ex premier libanese, figlio ed erede politico di Rafiq Hariri ucciso 15 anni fa in un tragico attentato a Beirut, a dare notizia del colloquio telefonico delle ultime ore durante il quale – si legge in una nota diffusa a Beirut – Pompeo ha confermato la disponibilità degli Stati Uniti ad aiutare il Libano.
Anche l’Iran ha offerto l’invio di aiuti. Il Paese è pronto a inviare aiuti medici al Libano e offre cure mediche per i feriti, ha detto il presidente Hassan Rohani in un messaggio al capo di Stato libanese Michel Aoun di cui danno notizia i media iraniani. Rohani ha auspicato che vengano presto chiarite le circostanze di quanto avvenuto e che nella capitale libanese “torni la pace”.
Israele ha confermato la disponibilità ad aiutare il Libano. Parlando in arabo, il direttore del Centro medico della Galilea a Nahayira, Masad Brahoum, ha detto: “Vogliamo solo aiutare. Chiunque venga riceverà delle cure e lo rimetteremo in piedi”. Il Libano e Israele non hanno rapporti diplomatici.
E un aereo militare del Qatar con a bordo aiuti medici è partito per il Libano per aiutare il Paese a far fronte all’emergenza. Come riporta l’agenzia di stampa ufficiale del Qatar, si tratta di ”un ponte aereo per trasferire aiuti e forniture mediche necessarie a curare le persone ferite nell’esplosione avvenuta al porto di Beirut”.
(Il Faro online)