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Ostia, reportage Ansa: “La Casetta” da stabilimento di lusso a terra di vandali

10 agosto 2020 | 18:20
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Ostia, reportage Ansa: “La Casetta” da stabilimento di lusso a terra di vandali

L’agenzia Ansa dedica un reportage alle condizioni in cui è ridotto quello che una volta era il fiore all’occhiello degli stabilimenti balneari di Roma

Ostia – Quattordici immagini firmate da Domenico Palesse e un titolo emblematico: “Stabilimento abbandonato a Ostia, anche siringhe in spiaggia”. L’agenzia di stampa Ansa è così che fotografa lo stato in cui versa lo stabilimento balneare “La Casetta”, una volta impianto di lusso frequentato dai vip e dalle più alte cariche della politica italiana.

Le vicende dello stabilimento di lungomare Amerigo Vespucci sono note ai più: nel 2015 l’amministrazione Marino decise di non rinnovare la concessione demaniale ai gestori de “La Casetta” adducendo come motivazione la presenza di abusi edilizi. Con un blitz spettacolare, nel maggio 2016 la Polizia locale, su mandato degli uffici amministrativi e del Tribunale di Roma, effettuò lo sgombero della struttura che, da allora, è rimasta senza un presidio in balia di senza fissa dimora e vandali.

Il 2 ottobre 2019 (ecco l’articolo) il colpo di scena: il Tribunale di Roma, Sezione Penale, ha sentenziato che non sono stati commessi abusi edilizi e quindi in concessionari sono innocenti con formula piena, “perché il fatto non sussiste.

Una delle foto dei reportage Ansa: la piscina de La Casetta sommersa da rifiuti

Oggi l’Ansa torna a occuparsi della vicenda con il dettagliato reportage destinato al mercato internazionale. “Prima stabilimento vip del litorale, oggi simbolo di degrado e abbandono. E’ la storia della “Casetta“, storico lido di Ostia oggi lasciato a se stesso, con quel che resta della struttura diventata rifugio per senzatetto e le cabine completamente divelte da vento e mareggiate. Travi e chiodi trovati in mare che finiscono per diventare un pericolo per i bagnanti, ormai allo stremo” recita da didascalia delle foto.

Il servizio fotogiornalistico riporta anche testimonianze. “Abbiamo ritrovato anche siringhe in spiaggia – dicono i bagnini di uno stabilimento confinante -. Questo posto sta diventando un problema per la salute e l’incolumità degli stessi bagnanti. Le travi che si staccano dalle cabine finiscono in acqua, e i resti si depositano sulla sabbia, costringendoci a ripulire tutto per tutelare chi viene da noi”. “Ho paura per i miei figli – dice la mamma di alcuni bambini che giocano in spiaggia -. Non bastava il covid, ora anche il pericolo che qualche bambino possa pungersi o ferirsi seriamente. Credo che il Municipio debba intervenire per mettere fine a questo scempio“.

Un’altra immagine del reportage Ansa

La “Casetta”, da decenni punto di riferimento del litorale romano, venne sequestrato sul finire del 2015 con l’accusa di aver realizzato abusi edilizi. Proprio il mese scorso, però, il Tribunale di Roma ha assolto la società concessionaria “perché il fatto non sussiste”. Lo stabilimento, però, resta tutt’ora in stato di abbandono perché la concessione non venne più rinnovata dal Comune.

Com’è immaginabile, la vicenda potrebbe sfociare in una stratosferica richiesta di risarcimento danni oltre che in una contestazione di danno erariale da parte dell’Agenzia delle Entrate nei confronti dei dirigenti comunali firmatari del sequestro e del successivo mancato rinnovo della concessione. Lo Stato dal 2015 non percepisce i relativi canoni concessori per la decadenza di quella concessione.