Alitalia, il Codacons chiede alla Procura di Civitavecchia di indagare l’ex ministro Calenda
La Relazione tecnica della Procura accerta come Enrico Laghi non potesse essere nominato commissario. Ora sarà chiesta la revoca della sentenza del Tar che rigettò il ricorso dell’associazione.
Colpo di scena nell’inchiesta su Alitalia che ha portato al rinvio a giudizio di 21 persone per bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e ostacolo alle funzioni di vigilanza. La relazione tecnica disposta dalla Procura di Civitavecchia ha infatti accertato come Enrico Laghi non potesse essere nominato Commissario di Alitalia dall’allora ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, e proprio nei confronti dell’ex Ministro, secondo l’associazione dei consumatori, ora la Procura dovrà estendere le proprie indagini, coinvolgendolo nell’inchiesta.
“La relazione tecnica disposta dalla Procura – spiega il Codacons in un comunicato – di fatto conferma i dubbi già sollevati dal Codacons con un ricorso al Tar in cui si contestava l’incompatibilità di Laghi a Commissario straordinario Alitalia, in virtù della carica ricoperta da Laghi in Midco, socio di maggioranza di Alitalia, e a quella rivestita in passato anche in Alitalia Servizi, altra società del gruppo. Non solo. Laghi avrebbe collaborato con il management di Alitalia Cai e Deloitte per la redazione della situazione patrimoniale consolidata e individuale di conferimento al 30 settembre 2014″.
In base a questo riportato dal quotidiano “La Verità”, nella loro relazione di 500 pagine i consulenti nominati dalla Procura sottolineano come Laghi, in qualità di rappresentante legale della MIdco, aveva approvato il bilancio della stessa Alitalia il 31 dicembre 2015 con una perdita di 408 milioni di euro. «Come evidenziato nel prospetto di raccordo tra il risultato d’ esercizio e quello consolidato», si legge nella perizia, «buona parte di tale perdita è stata rettificata proprio grazia al provento straordinario rilevato in seguito alla cessione del 75% di Alitalia Loyalty (oggetto di esame e di approvazione da parte di Laghi nel suo parere del settembre 2015».
Tuttavia è sempre Laghi che nelle relazioni delle cause di insolvenza del 26 gennaio 2018 si trova a dover mettere per iscritto la questione di Alitalia Loyalty. E qui i conti non tornerebbero. E «come è evidente» – scrivono i consulenti – «i commissari straordinari pur ritenendo congruo il prezzo di Alitalia Loyalty non hanno formulato alcun giudizio sulla bontà delle modalità di contabilizzazione adottate nella redazione del bilancio consolidato di Alitalia al 31 dicembre 2015 della partecipazione in Alitalia Loyalty e della correlata iscrizione del provento straordinario di reddito».
“Alla luce dei rilievi mossi dai consulenti della Procura – spiega la nota dell’ufficio stampa dell’associazione di consumatori -, ora il Codacons chiederà alla magistratura di Civitavecchia di estendere le indagini sul caso Alitalia all’ex Ministro Carlo Calenda, allo scopo di verificare la correttezza del suo operato nella nomina di Enrico Laghi a commissario straordinario della compagnia aerea. Non solo. L’associazione, alla luce dei nuovi fatti emersi, chiederà la revocazione della sentenza del Tar del Lazio che rigettò il ricorso del Codacons sull’incompatibilità della nomina di Laghi”.
I nomi coinvolti
Ricordiamo che rischiano il giudizio in 21 tra vertici, ex componenti del cda, commissari e consulenti che si sono susseguiti negli anni nell’amministrazione di Alitalia. Tra gli indagati nell’inchiesta su Alitalia figurano anche l’attuale ad di Unicredit Jean Pierre Mustier, la vice presidente di Confindustria Antonella Mansi e l’ex commissario di Alitalia e liquidatore di Air Italy, Enrico Laghi. Nel procedimento – oltre ai nomi già conosciuti di Montezemolo, Ball Cramer e Hogan – risulta indagata anche la società Alitalia Sai per responsabilità amministrativa degli enti. La Procura di Civitavecchia ha notificato l’atto a: Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo, Mark Ball Cramer, Duncan Naysmith, Reginald James Hogan, Carlo Rosati, Claudio De Cicco, Matteo Mancinelli, Paolo Merighi, Corrado Gatti, Alessandro Cortesi, Roberto Colaninno, Denis James Rigney, Jean Pierre Mustier, Giovanni Bisignani, Andrea Paolo Colombo, Antonella Mansi, Enrico Laghi, Domenico Falcone, John Charles Shepley, Giancarlo Schisano.
Ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.