Malagò: “Lo sport strumento di ripartenza. Olimpiadi? Spero nella regressione del Covid-19”
Parla il Presidente del Coni sulla situazione attuale del mondo dello sport, nella crisi economica e sociale dovuta al coronavirus
Roma – Soffre il mondo dello sport italiano, come tutti gli altri settori economici, sociali e culturali dell’Italia. Lo stop forzato dovuto alla diffusione del coronavirus ha portato lo sport a fermarsi e dover reagire a una situazione mai avvenuta prima, nella storia.
Ma nonostante questo, proprio dallo sport può arrivare un messaggio di forza e di unione per gli italiani e il mondo. Lo dice Giovanni Malagò. Nella sua intervista rilasciata al “Premio Fair Play Menarini”, che si svolgerà a settembre ad Arezzo, il Presidente del Coni ha fatto un bilancio del momento critico dello sport italiano e ciò che nei mesi di lockdown lo sport stesso ha fatto, per ripartire in sicurezza.
Alcuni eventi sono ripartiti, come le discipline sportive sono tornate in gara, ma sempre nel rispetto dei protocolli accordati con il Governo, di cui lo stesso Malagò parla. La speranza è che nel prossimo futuro la situazione possa lentamente tornare alla normalità. All’orizzonte ci saranno le Olimpiadi di Tokyo. Come Malagò afferma, lo stesso Comitato Organizzatore sta lavorando alacremente per permettere ad un evento di portata mondiale di svolgersi. Non sono ammessi altri slittamenti, per una organizzazione già abbastanza provata economicamente dallo slittamento al prossimo anno.
“Dallo sport un messaggio di tenuta del sistema. Strumento fondamentale di ripartenza”
“Lo sport italiano deve dare un messaggio di unità, di coralità perché ne va della tenuta di tutto il sistema. Tutti gli eventi nazionali e internazionali sono stati cancellati o posticipati, così come sono state stravolte le vite di tutti noi, la nostra quotidianità. Lo sport può essere uno strumento fondamentale per la ripartenza di tutto il Paese, non soltanto per il peso che ricopre in termini economici quanto, piuttosto, per l’importanza che ha nella vita di tutti gli italiani, siano essi praticanti, atleti o semplici appassionati”.
“Reazione dello sport su tre livelli: i campioni si sono allenati a casa, protocollo redatto con il Governo e ripartenza delle manifestazioni”
“Alle spalle c’è un duro lavoro iniziato sin da subito, in pieno lockdown. Lo sport italiano ha reagito su tre livelli: gli atleti di alto livello sono rimasti in attività fino a quando non è stato ufficializzato il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo al prossimo anno. Le discipline di vertice si sono fermate, ma poi sono state anche le prime a ripartire. Poi c’è tutto il resto del movimento che ha atteso le disposizioni governative in materia. Abbiamo presentato al Governo un report di 404 pagine in cui abbiamo chiesto a tutte le federazioni di indicare le specificità e le criticità del proprio sport. In Italia il CONI riconosce 387 discipline diverse tra di loro e con proprie necessità e particolarità. Si è trattato quindi di un lavoro analitico, integrato, supportato dal Politecnico di Torino e dalla Federazione Medico Sportiva Italiana che ha consentito di fornire al Governo un protocollo complesso e chirurgico che, con l’approvazione della Commissione Tecnica Scientifica, ha permesso di ripartire almeno con gli allenamenti. Ciò ha garantito una ripresa in sicurezza e graduale, perché un conto è la ripresa delle attività e un conto è la ripresa delle manifestazioni. Il prossimo step riguarda la ripartenza delle manifestazioni sportive, comprese quelle degli altri sport di squadra“.
“Olimpiadi: mai avvenuto uno slittamento simile. L’auspicio è che ci sia una regressione della pandemia”
“Le Olimpiadi di Tokyo saranno uniche perché è unico il momento che stiamo vivendo. Dalla prima Olimpiade moderna del 1896 non era mai capitato che i Giochi venissero rinviati. Abbiamo avuto edizioni annullate a causa delle guerre mondiali, boicottaggi, ma mai un’edizione posticipata. Il comitato organizzatore, il CIO e le autorità giapponesi stanno affrontando tutte le criticità che un rinvio così eccezionale comporta dal punto di vista logistico e della sicurezza degli atleti. Atleti che saranno ancora una volta messi al centro del progetto. In questi mesi ho ricevuto tante telefonate dagli atleti e dai tecnici che volevano sapere come comportarsi. L’ansia di un atleta è comprensibile: deve sapere come programmare il proprio lavoro e la propria preparazione. L’obiettivo è stato spostato avanti di un anno, ma noi ci faremo trovare pronti. Un ritorno dei tifosi? Spero che la gente possa tornare presto a riempire gli stadi e i palazzetti in piena sicurezza. Le partite di calcio a porte chiuse non offrono un grande spettacolo, ma questa soluzione di ripartenza era la migliore possibile. Autorizzare la presenza dei tifosi “certificherebbe” una regressione della pandemia. Quindi il mio auspicio è che si possa realizzare il prima possibile“.
(Il Faro online)