L’immortale esempio di Mennea. Sua moglie Manuela: “La gente lo ama ancora, il mondo vuole figure positive”
In un periodo complicato la figura del grande Pietro arriva ad educare, anche i giovani. Un campione che non ha mai mollato e che oggi indica la strada dei valori
Roma – In questi giorni di ricordi olimpici di Roma 1960 e di anniversari che ripercorrono le gesta dei campioni italiani a Cinque Cerchi, esiste sempre uno spazio, intenso, immenso e sentito dedicato a lui. Il grande Pietro trova il suo angolo nella mente e nei cuori di chi non lo ha dimenticato e lo fa vivere, nella quotidianità.
Le tv rimandano in onda la sua storia sportiva e umana e la gente ancora ci si appassiona. Rinnova l’amore per un uomo che mai ha mollato nella vita e ha sempre saputo che niente è scontato, per nessuno. Quello probabilmente è il segreto di un personaggio come Mennea. Di colui che ha vinto anche contro le difficoltà. Campione olimpico a Mosca nei 200 metri (e detentore del record europeo) della metafora della vita. Le parole di Paolo Rosi ancora risuonano nel vento, mentre commentava la finale olimpica della Freccia del Sud: “Recupera, recupera, recupera”.
Quando si è lì in odore di traguardo oppure si passa un momento complicato, non bisogna mai gettare la spugna e trovare una corsia perfetta dove svolgere la propria gara. In questo momento difficile del mondo intero, sofferente nella morsa del Covid-19, sembra risuonare ancora più forte l’esempio di Pietro. Onesto, pulito, rispettoso delle regole. E fortissimo contro l’avversario. Un messaggio per tanti giovani che oggi hanno forse necessità di imparare ancora.
Arrivano a descrivere questo aspetto del grande Pietro, le parole di sua moglie Manuela: “Il mondo in questo periodo strano ha bisogno di esempi positivi. E’ una grande gioia vedere quante persone ancora amano Pietro. Io sono solo un tramite di quello che lui voleva realizzare. Era una bella persona e io l’ho sempre saputo”.
Scattava dai blocchi Mennea e sentiva l’odore del traguardo. Non ha mai smesso di dare valore ai sogni, neanche quando da avvocato, continuava a laurearsi all’università. Batterà sempre il suo cuore di sportivo e di uomo, nel cuore di chi lo sente ancora e di chi sa che cosa c’era nella corsa di un campione, che soffriva, ma sognava.
(Il Faro online)