Il Papa: “Siamo chiamati a perdonare sempre, non portiamoci il rancore nella bara”

13 settembre 2020 | 12:35
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Il Papa: “Siamo chiamati a perdonare sempre, non portiamoci il rancore nella bara”

Il Papa ai fedeli: “Pensa alla fine e smettila di odiare; caccia via il rancore, quella mosca fastidiosa che torna e torna. Se non ci sforziamo di perdonare e di amare, nemmeno noi verremo perdonati e amati”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – “Noi siamo chiamati a perdonare sempre! Quanta sofferenza, quante lacerazioni, quante guerre potrebbero essere evitate, se il perdono e la misericordia fossero lo stile della nostra vita! È necessario applicare l’amore misericordioso in tutte le relazioni umane: tra i coniugi, tra i genitori e i figli, all’interno delle nostre comunità, nella Chiesa e anche nella società e nella politica”.

E’ il monito di Papa Francesco pronunciato all’Angelus di questa domenica. Nel commentare il brano del Vangelo odierno (cfr Mt 18,21-35), il Pontefice incentra la sua riflessione sul senso del perdono. E confida: “Oggi, al mattino, mentre celebravo la Messa, mi sono fermato, sono stato colpito da una frase della prima Lettura, nel libro del Siracide. La frase dice così: ‘Ricorda la fine e smetti di odiare’. Bella frase! Pensa alla fine! Pensa che tu sarai in una bara… e ti porterai l’odio lì? Pensa alla fine, smetti di odiare! Smetti il rancore. Pensiamo a questa frase, tanto toccante: ‘Ricorda la fine e smetti di odiare'”.

“Non è facile perdonare – aggiunge il Papa -, perché nei momenti tranquilli uno dice: ‘Sì, questo me ne ha fatte di tutti i colori ma anch’io ne ho fatte tante. Meglio perdonare per essere perdonato’. Ma poi il rancore torna, come una mosca fastidiosa d’estate che torna e torna e torna… Perdonare non è soltanto una cosa di un momento, è una cosa continua contro questo rancore, questo odio che torna. Pensiamo alla fine, smettiamola di odiare”.

Infine, un rimando alla preghiera del Padre Nostro, dove si legge “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. “Queste parole contengono una verità decisiva. Non possiamo pretendere per noi il perdono di Dio, se non concediamo a nostra volta il perdono al nostro prossimo – conclude -. È una condizione: pensa alla fine, al perdono di Dio, e smettila di odiare; caccia via il rancore, quella mosca fastidiosa che torna e torna. Se non ci sforziamo di perdonare e di amare, nemmeno noi verremo perdonati e amati”.

L’appello per i migranti

Dopo la benedizione, il Papa, addolorato dalla serie di incendi che ha devastato il campo-profughi di Moria, nell’Isola di Lesbo, lasciando migliaia di persone senza un rifugio, seppure precario, lancia (nuovamente, come fece già nel 2016 quando visitò quel campo profughi) un appello alla Comunità Internazionale affinché ai migranti si assicuri “un’accoglienza umana e dignitosa a donne e uomini migranti, ai profughi e a chi cerca asilo in Europa”. “Esprimo solidarietà e vicinanza a tutte le vittime di queste drammatiche vicende”, aggiunge.

“I politici ascoltino le urla di chi protesta”

Il pensiero del Santo Padre va poi alle numerose manifestazioni popolari di protesta che si stanno svolgendo in tutto il mondo, “manifestazioni che esprimono il crescente disagio della società civile di fronte a situazioni politiche e sociali di particolare criticità”.

“Mentre esorto i dimostranti a far presenti le loro istanze in forma pacifica, senza cedere alla tentazione dell’aggressività e della violenza, faccio appello a tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche e di governo di ascoltare la voce dei loro concittadini e di venire incontro alle loro giuste aspirazioni, assicurando il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà civili”, l’auspicio del Santo Padre.

Poi, l’appello ai religiosi: “Invito infine le comunità ecclesiali che vivono in tali contesti, sotto la guida dei loro Pastori, ad adoperarsi in favore del dialogo, sempre in favore del dialogo, e in favore della riconciliazione – abbiamo parlato del perdono, della riconciliazione”.

infine, l’immancabile saluto: “A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

(Il Faro online)
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