Civitavecchia 2000 scrive al Sindaco: “Intitolare una via a Giovanni Paolo II”
“Vorremmo camminare un giorno per la nostra cara città alzando lo sguardo verso l’alto per poter ammirare il nome del Santo Papa”
Civitavecchia – “Gentilissimo Sindaco, crediamo, e abbiamo sempre sostenuto, che il confronto con l’Amministrazione e la Giunta comunali fossero un perno su cui fondare le nostre battaglie. Lo pensiamo anche oggi, dopo tante comunicazioni protocollate e lettere di buon auspicio per quello che ci eravamo proposti di portare a termine con la collaborazione di tutti: una statua dedicata a Giovanni Paolo II e una via a lui intitolata“. Inizia così una lettera indirizzata al sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco e firmata da Alessandro Scotto, presidente dell’associazione Civitavecchia Duemila.
“Continuiamo a portare avanti questa linea di proposte perché sappiamo che non c’è luogo migliore di Civitavecchia per posare una pietra e firmare una via nella memoria di uno dei più grandi innovatori spirituali della nostra storia cristiana. L’Italia versa ora in un momento molto particolare, così come l’Europa e il mondo intero. Siamo in balia di un virus che sta cambiando tutta la nostra vita e le nostre abitudini quotidiane. Rivolgersi con il cuore o con lo sguardo al cielo sta diventando una priorità di tutti. Ora, quindi, più che mai sentiamo il bisogno, ma soprattutto il dovere di mettere radici architettoniche, artistiche, sociali o anche solo urbanistiche (la targa di una strada, un vicolo o una piazza) per ricordarci che non esiste solo l’apostasia del modernismo incallito che raggela i cuori e annebbia le menti, ma che c’è un palpito che spinge tutti noi a voler ricordare quelle cose che hanno fatto grande la nostra storia, la storia di Civitavecchia, la storia dell’Italia: la visita di Karol Wojtyla nella nostra città”.
“Sapendo quanto sia importante anche per la Giunta comunale tutta la certezza di voler progettare anche una strada intitolata al Santo Papa, torniamo a scrivervi con la stessa forza e la stessa voglia di iniziare a lasciare traccia certa di quello che ci spetta, ossia il riconoscimento di una verità, la consapevolezza di non voler perdere mai la memoria storica che insegna e che lascia segni indelebili di speranza nei cuori”, continua Scotto.
“Vorremmo camminare un giorno per la nostra cara città alzando lo sguardo verso l’alto per poter ammirare un nome, che come un’orma nel cemento, tutti noi non possiamo e non vogliamo dimenticare: Santo Karol Wojtyla“, conclude.
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