Becciu si difende: “Su di me accuse surreali, spero che il Papa non si faccia manovrare”

25 settembre 2020 | 17:45
Share0
Becciu si difende: “Su di me accuse surreali, spero che il Papa non si faccia manovrare”

Il carinal Becciu si difende dalle accuse di peculato: “Non temo l’arresto perché non ho commesso reati, non mi sento un corrotto”

Città del Vaticano – Dopo le dimissioni a sorpresa comunicate nelle scorse ore (leggi qui), il cardinal Becciu, in una conferenza stampa svoltasi a Roma, si difende dalle accuse di peculato auspicando “che il Papa non si faccia manovrare” da “informazioni errate”.

Il porporato, da ieri sera non più prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, che ha rinunciato anche ai diritti del cardinalato (mantenendo però la berretta rossa e il titolo onorifico) ai giornalisti parla di un “Papa in difficoltà” nel colloquio avuto proprio ieri sera e durato circa venti minuti. E precisa: “Non faccio nessuna sfida al Papa, volevo chiarire visto che è diventato un fatto mondiale. Ognuno ha diritto alla propria innocenza”.

“Non temo l’arresto perché non ho commesso reati, non mi sento un corrotto – afferma il cardinale – Non ho ricevuto comunicazioni dai magistrati ma sono pronto a chiarire con loro tanto più che ora non ho più i diritti” da cardinale “e non ho più l’obbligo di essere esaminato solo dal Papa”.

“Accuse surreali”

Becciu parla di accuse “surreali”. “E’ un po’ strana la cosa – esordisce togliendo la mascherina – in altri momenti mi ero trovato per parlare di altre cose, non di me, mi sento un po’ stralunato. Ieri fino alle sei mi sentivo amico del Papa, fedele esecutore del Papa. Poi il Papa dice che non ha più fiducia in me perché gli è venuta la segnalazione dei magistrati che io avrei commesso atti di peculato”.

Quindi, riferendosi alle accuse, dice: “Quei 100mila euro, è vero, li ho destinati alla Caritas. E’ nella discrezione del sostituto destinare delle somme che sono in un fondo particolare destinato alla Caritas, a sostenere varie opere. In 7-8 anni non avevo mai fatto un’opera di sostegno per la Sardegna. So che nella mia diocesi c’è un’emergenza soprattutto per la disoccupazione, ho voluto destinare quei 100mila euro alla Caritas”.

Becciu spiega che i soldi non sono transitati dalla Caritas alla cooperativa gestita dal fratello che collabora con la Caritas di Ozieri. Ma “quei soldi sono ancora lì, non so perché sono accusato di peculato”. “Per il palazzo di Londra – continua – l’Obolo di San Pietro non è stato toccato, non è stato utilizzato. La Segreteria di Stato aveva un fondo, doveva crescere”.

Mentre per la Caritas di Ozieri i 100mila euro arrivavano dall’Obolo ma era un fine “caritativo”, ribadisce, spiegando anche che ieri, “con il Papa non si è parlato del palazzo di Londra” e aggiungendo comunque che “il Papa” sulla questione per la quale è in corso una inchiesta interna, “mi ha sempre dato fiducia, dicendomi che non ha mai pensato che io abbia approfittato”. Becciu, col Papa ha affrontato anche la questione appartamento in Vaticano: “Mi ha detto di restare per il tanto bene fatto negli anni”.

“Non ho arricchito la mia famiglia”

Becciu in conferenza stampa scandisce: “Non ho arricchito la mia famiglia, ho visto che qualche giornale ci ha ricamato su ma molte cose sono da querela perché dicono cose non vere”. “Se ho dato soldi – dice riferendosi ai 100 mila euro dell’Obolo di San Pietro – è per una istituzione che doveva rendicontare tutto”.

Quanto alle accuse legate alla falegnameria del fratello, Becciu dice: “In Vaticano avevo tante di quelle possibilità di dargli lavoro ma dissi che qui non doveva entrare”. Poi, sulla questione birra legata a un altro fratello: “Io non sono un corrotto, non c’entra niente. Non ho propagandato birre, è una boutade offensiva”. Il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin “è stato il primo a chiamarmi stamani” in solidarietà fa poi sapere Becciu. (fonte Adnkronos)

Foto © Vatican Media
Clicca qui per iscriverti al canale Telegram, solo notizie di Papa & Vaticano

“ripristinare la verità”

Parla di “malferaci ed evidenti alterazioni dei fatti” e chiede che sia “ripristinata la verità”. L’avvocato Ivano Iai, in una nota “nell’interesse della famiglia Becciu e con riferimento alla vicenda delle pubblicazioni apparse, tra ieri e oggi, sul settimanale L’Espresso e sul quotidiano La Repubblica in merito alle dimissioni del cardinale Angelo Becciu” dice che “le notizie riportate dai predetti organi di comunicazione sono destituite di fondamento e malevolmente false, in particolare per i riferimenti, fantasiosi e indimostrabili, a presunte erogazioni provenienti dall’Obolo di San Pietro e dirette a membri della Famiglia del Cardinale, ovvero a enti privati riconducibili a taluni di essi”. E si riserva “eventuali iniziative a tutela dei diritti dei propri assistiti”.

“Nessuna somma – spiega il legale – risulta, infatti, essere mai stata erogata dall’Obolo di San Pietro, né alcun intervento non giustificato per opere diverse da quelle caritatevoli o di solidarietà è mai pervenuto alla Diocesi di Ozieri, alla Caritas diocesana e, suo tramite, alla Cooperativa Spes, onlus fiduciaria del Vescovo per le attività di natura solidale e di reinserimento lavorativo e sociale. Sono pertanto false, e perciò calunniose, offensive e denigratorie, alcune affermazioni, comuni alle pubblicazioni de L’Espresso e La Repubblica, su presunti e indebiti favori a persone vicine al Cardinale, essendo stato dato risalto non a fatti e circostanze, ma a qualità e rapporti familiari che, nell’insieme di una lettura distorta e orientata, confondono e inducono l’errato convincimento di condotte illegittime”.

Quanto a Tonino Becciu, legale rappresentante della Cooperativa sociale Spes, “alcuna somma – spiega l’avvocato Iai – è mai stata erogata direttamente alla onlus da egli diretta la quale, viceversa, ha ricevuto il finanziamento dei soli progetti solidali ritenuti meritevoli di realizzazione da parte del Vescovo Corrado Melisquale presidente della Caritas diocesana. I contributi provenienti dalla Cei risultano deliberati ed erogati in piena trasparenza come interventi di sostegno ad attività solidali finalizzate a gratificare la persona umana con il lavoro – nei diversi settori dell’agricoltura, dell’artigianato e della panificazione – garantito a ben sessanta famiglie grazie alla collaborazione operativa della onlus Spes”.

“Il contributo di Euro 100.000,00, risalente al 2017 e proveniente dalla Segreteria di Stato della Città del Vaticano – annota ancora l’avvocato della famiglia Becciu – non risulta essere mai stato né diretto, né percepito dalla Cooperativa Spes, ma esclusivamente dalla Caritas diocesana, che ancora ne è depositaria in specifico conto corrente, nella prospettiva del finanziamento e della realizzazione di un ampio e articolato progetto di natura solidale denominato “la cittadella della solidarietà”.

Con riferimento a Mario Becciu, “anch’egli indebitamente citato nelle predette pubblicazioni, il coinvolgimento in presunte elargizioni appare addirittura paradossale, non essendovi stata, neppure in maniera indiretta, alcuna erogazione di somme, a nessun titolo, a beneficio della società Angel’s, la quale ha invece percepito un finanziamento nella totale trasparenza dell’operazione da parte di un investitore estero la cui identità non è possibile rendere nota per ragioni di riservatezza contrattuale. Altrettanto mendaci sono, poi, le affermazioni tendenti a ingenerare nei lettori il subdolo convincimento di presunte attività commerciali con enti religiosi favoriti dal Cardinale: al contrario, nessun istituto di culto, né altri enti riconducibili alla Santa Sede o alla Chiesa cattolica, hanno mai intrattenuto, neppure in modo indiretto, operazioni commerciali con la Angel’s o con Mario Becciu”.

Il legale dei Becciu ritiene poi “opportuno chiarire che di nessun atto di favore, tanto meno indebito o non legittimo, risultano o sono risultati essere beneficiari membri della Famiglia Becciu, tra i quali il Signor Francesco, chiamato semplicemente, nel corso del tempo, e grazie alla sua perizia ed esperienza professionali, ad eseguire alcuni interventi di falegnameria per conto di enti ecclesiali anche non riconducibili al Cardinal Becciu”.

Il legale della famiglia Becciu auspica che “la puntuale diffusione delle precisazioni ampiamente documentate, possa ripristinare la verità di fronte a evidenti e malferaci alterazioni di fatti, circostanze e situazioni personali, la cui finalità rimane ambiguamente segnata da una rivelazione di segreti investigativi alla cui origine si colloca l’unilaterale ricostruzione accusatoria non ancora sottoposta al contraddittorio tra tutti gli interessati”. (fonte Adnkronos)

Foto © Vatican Media
Clicca qui per iscriverti al canale Telegram, solo notizie di Papa & Vaticano