Il monito del Papa: “È brutto vedere nella Chiesa persone che cercano i propri interessi”
Il Pontefice annuncia la pubblicazione della nuova Enciclica “Fratelli tutti” ne regala una copia ai fedeli giunti in piazza per la preghiera dell’Angelus
di FABIO BERETTA
Città del Vaticano – “L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo. È brutto vedere quando nella Chiesa le persone che hanno autorità cercano i propri interessi“. Lo ricorda Papa Francesco, affacciatosi su una piazza San Pietro gremita di fedeli provenienti da ogni dove per pregare l’Angelus col Pontefice.
Nel commentare il Vangelo di oggi (cfr Mt 21,33-43), dove Gesù, prevedendo la sua passione e morte, racconta la parabola dei vignaioli omicidi per ammonire i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo che stanno per prendere una strada sbagliata, Bergoglio ripercorre a grandi linee il racconto allegorico, e spiega: “L’immagine della vigna rappresenta il popolo che il Signore si è scelto e ha formato con tanta cura; i servi mandati dal padrone sono i profeti, inviati da Dio, mentre il figlio è figura di Gesù. E come furono rifiutati i profeti, così anche il Cristo è stato respinto e ucciso”.
“Con questa parabola molto dura – aggiunge Francesco -, Gesù mette i suoi interlocutori di fronte alla loro responsabilità, e lo fa con estrema chiarezza. Ma non pensiamo che questo ammonimento valga solo per quelli che rifiutarono Gesù in quel tempo. Vale per ogni tempo, anche per il nostro. Anche oggi Dio aspetta i frutti della sua vigna da coloro che ha inviato a lavorare in essa. Tutti noi”.
E ammonisce: “In ogni epoca, coloro che hanno un’autorità, qualsiasi autorità, anche nella Chiesa, nel popolo di Dio, possono essere tentati di fare i propri interessi, invece di quelli di Dio stesso. E Gesù dice che la vera autorità è quando si fa il servizio, è nel servire, non sfruttare gli altri. La vigna è del Signore, non nostra. L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo. È brutto vedere quando nella Chiesa le persone che hanno autorità cercano i propri interessi”. Parole pronunciate a braccio con un probabile riferimento implicito agli ultimi scandali che hanno travolto il Vaticano (leggi qui).
Cita poi San Paolo, che nella lettera ai Filippesi “ci dice come essere buoni operai della vigna del Signore: quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato; ciò che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto quotidiano del nostro impegno (cfr Fil 4,8). È l’atteggiamento dell’autorità e anche di ognuno di noi, perché ognuno di noi, nel suo piccolo, ha una certa autorità. Diventeremo così una Chiesa sempre più ricca di frutti di santità, daremo gloria al Padre che ci ama con infinita tenerezza, al Figlio che continua a donarci la salvezza, allo Spirito che ci apre il cuore e ci spinge verso la pienezza del bene”.
Dopo la benedizione, annuncia la pubblicazione della nuova Enciclica “Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale” (clicca qui per leggere il documento completo), firmata ieri ad Assisi (leggi qui). “L’ho offerta a Dio sulla tomba di San Francesco – spiega il Papa -, che me l’ha ispirata, come la precedente Laudato si’. I segni dei tempi mostrano chiaramente che la fraternità umana e la cura del creato formano l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace, già indicata dai Santi Papi Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II”.
A chi è in piazza la regala “nell’edizione straordinaria dell’Osservatore Romano. Che San Francesco accompagni il cammino di fraternità nella Chiesa, tra i credenti di ogni religione e tra tutti i popoli”. E, sempre nello stile di San Francesco, ricorda la fine del “Tempo del Creato”, iniziato il 1° settembre scorso. Un mese durante il quale si è celebrato un “Giubileo per la Terra” “insieme ai nostri fratelli di diverse Chiese cristiane”.
Infine, un pensiero alle Guardie Svizzere, in occasione del giuramento delle nuove reclute: “Questi ragazzi sono bravi! La Guardia Svizzera fa un percorso di vita al servizio della Chiesa, del Sommo Pontefice. Sono ragazzi bravi che vengono qui per 2, 3, 4 anni e più. Vi chiedo un caloroso applauso alla Guardia Svizzera”. Infine, l’immancabile saluto: “A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.
(Il Faro online)
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