“Cascando!” alle Carrozzerie N.O.T.: il teatro off si Re-Inventa e non teme il contagio

11 ottobre 2020 | 19:07
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“Cascando!” alle Carrozzerie N.O.T.: il teatro off si Re-Inventa e non teme il contagio

Il monologo scritto e diretto da Pietro Dattola e interpretato da Flavia Germana De Lipsis apre il festival del teatro off

Roma – Divani antichi sparsi, un vociare sommesso, norme di sicurezza e mascherine. Con tutti i tratti del tempo di pandemia Covid-19, e senza mollare l’iniziativa concreta verso una ripresa, Carrozzerie N.o.t.  va in scena fino al 13 Ottobre aprendo il festival del teatro off Re-Inventaria, che proseguirà la prossima settimana al Teatro Trastevere. Nonostante le difficoltà molto aspre in cui riversa oggi il mondo dello spettacolo, cui fa riferimento il titolo rivisitato della rassegna di quest’anno, alcuni palcoscenici tornano finalmente a rivivere.

Tra questi, lo spazio squisitamente underground di Carrozzerie N.o.t.

“Cascando!”, è il primo spettacolo del festival, realizzato dalla compagnia “DoveComeQuando”: un monologo scritto dal drammaturgo e regista Pietro Dattola e interpretato da Flavia Germana De Lipsis: entrambi sono ormai legati ormai da tempo in un fortunato sodalizio artistico, che li ha visti lavorare insieme in diverse produzioni a partire dal 2005.

Buio in sala, silenzio, un brusco frusciare di vento.

E poi una sola sedia trasparente sul fondo del non-palcoscenico, le americane accese in sfumature di blu.  Una donna che indossa un pigiama color fuoco, un dialogo interiore che si contorce tra le pieghe intime del sonno: l’affollarsi di ricordi e paure e l’impossibilità di dormire mentre si ascoltano i battiti del cuore perdersi lentamente.

Questo è soltanto la cornice di un flusso di pensieri che si sviluppa su diversi piani di coscienza, una parte risoluta, una parte impaurita, una parte infantile, e chissà quante altre il testo ha voluto disseminare lungo la storia del percorso interpretativo, che l’attrice protagonista incarna instancabilmente e intensamente per più di un’ora, trascinando con sè un pubblico muto e attento a ogni riga.

Tre momenti musicali si ripetono alternandosi (Born To Be Alive, The Passenger, Santa Maria) armonizzando testo e movimento scenico, uno degli elementi più vivi di questa pièce, lasciando lo spettatore improvvisamente stordito: le canzoni sono scelte per enfatizzare i contrasti continui tra i tentativi di calmarsi e la frenesia dei pensieri, la corsa spasmodica di “occuparsi per non preoccuparsi“, e la sorda necessità di riempire le paure primordiali del vuoto, della solitudine e, appunto, del cadere, con i ritmi incalzanti del quotidiano e “dell’andare avanti” come unico imperativo possibile, nonostante tutto. Cadere lasciando sempre indietro un pezzo di se stessi.

“Cascando!” è un testo complesso, ricolmo di simbolismi e rimandi, di ripetizioni e immagini, di sfumature confuse e poetiche, ma anche di facile immedesimazione, per lo spettatore, con le angosce più profonde dell’uomo, che viene fermato (o tenta di fermarsi) di fronte a se stesso. Alcuni passaggi lirici, altri cupamente nichilisti e un’interpretazione coinvolta, spontanea, che arriva impercettibilmente a sfiorare corde intime: un grande ritorno di quella spoglia, alternativa e vivissima scena che è il teatro off della Capitale.

“Maestro, ma quanto mi devo allontanare, per non sentire la paura? Così? Un po’ più indietro? Così va bene?”

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