Il report

Giornata internazionale delle bambine: più disuguaglianze e violenze, meno accesso ai diritti

11 ottobre 2020 | 06:00
Share0
Giornata internazionale delle bambine: più disuguaglianze e violenze, meno accesso ai diritti

Il report di Terre des Hommes ci mostra una realtà resa ancora più preoccupante dall’impatto devastante del Covid-19, soprattutto nei Paesi più poveri

Di: VINCENZO TAURINO

Con la risoluzione 66/170 del 19 dicembre 2011, le Nazioni Unite hanno deciso di istituire l’11 ottobre come la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, al fine di concentrare l’attenzione sui diritti delle più piccole e sulla necessità di promuoverne l’emancipazione, sensibilizzare l’opinione pubblica sui loro diritti, sugli abusi ed ostacoli che molte di loro sono ancora costrette ad affrontare.

Bambine vittime di violenza e Covid nel report di Terre des Hommes

Il report di quest’anno è ancora più importante perché nei numeri sono contenuti anche i riflessi che l’emergenza sanitaria di questi ultimi mesi ci restituisce. Il Covid-19 ha messo a nudo tutte le nostre fragilità, ha acuito le diseguaglianze, anche di genere, e ci ha detto con estrema chiarezza che bisogna investire con urgenza nell’educazione, nella prevenzione, nella sensibilizzazione. Il lockdown ha significato la temporanea chiusura di luoghi di relazione determinanti per le nuove generazioni, aumentando l’esposizione a fenomeni di violenza sessuale, cyberbullismo, pornografia.

I dati che emergono dall’ultimo dossier “indifesa-La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” di Terre des Hommes ci mettono di fronte a una realtà con più disuguaglianze, matrimoni precoci e abusi, meno accesso all’istruzione e violenze. Una realtà resa ancora più preoccupante dall’impatto devastante del Covid-19, soprattutto nei Paesi più poveri

La chiusura delle scuole a causa del Covid-19 ha messo a dura prova il diritto all’istruzione: l’Unesco ha stimato che già a fine marzo in tutto il mondo 743 milioni di bambine e ragazze non potevano andare a scuola per il lockdown. Di queste. però, 11 milioni non ritorneranno in classe. E non solo nel 2020; mai più.

“Si calcola che nel mondo 15 milioni di ragazze abbiano subito una violenza a sfondo sessuale. Ebbene, nel periodo più acuto della pandemia sono aumentate del 30 per cento le telefonate ai numeri d’emergenza, in tutti i Paesi. In Italia, tra aprile e maggio c’è stata un’impennata dell’80 per cento. Tra chi chiamava, il 30 per cento lo faceva per la prima volta” – dice Federica Giannotta, responsabile dei progetti Italia di Terre des Hommes.

I diritti delle bambine e delle ragazze nel mondo: i dati

Il cuore di questo dossier sono i dati. Questi, fra ombre e luci, ci raccontano da un lato i grandi progressi fatti a livello globale nel contrastare i matrimoni e le gravidanze precoci, le mutilazioni genitali femminili o la partecipazione scolastica delle bambine, dall’altro la persistente sperequazione nelle opportunità lavorative, nella rappresentanza politica e nelle retribuzioni, così come l’aumento, anche in luoghi insospettabili, degli aborti selettivi (si stima che manchino all’appello 142 milioni di donne), della violenza di genere e delle discriminazioni online o della pornografia che, nella sola Italia, ha visto un aumento del 333% negli ultimi 10 anni.

Milioni di bambine e ragazze, nel mondo, sono costrette ad abbandonare la scuola, ad occuparsi della famiglia e della casa, a sposarsi prematuramente con uomini molto più grandi di loro e a rinunciare per sempre alla propria infanzia e al proprio futuro.

I dati ci offrono una panoramica delle violazioni più eclatanti dei diritti di questa fascia di popolazione, ma anche delle discriminazioni e degli stereotipi che impediscono alle giovani di sviluppare il proprio potenziale.
Ancora oggi, in molti Paesi del mondo la vita quotidiana di milioni di bambine è segnata da prassi e comportamenti che violano i suoi diritti fondamentali.

I numeri sono impressionanti: entro il 2030, 68 milioni di bambine saranno sottoposte a mutilazioni genitali; 130 milioni di bambine e ragazze non possono frequentare la scuola; 12 milioni di ragazze si sposano ogni anno prima di aver compiuto 18 anni e circa 2 milioni di ragazze con meno di 15 anni rimangono incinte.

Gli aborti selettivi, legati alla tradizionale preferenza per i figli maschi, sono una delle principali forme di discriminazione ai danni delle bambine. Sono oltre 20 milioni quelle mai nate in India; mentre in Cina, tra il 1970 e il 2017, le bambine mai nate o morte di stenti nei primi mesi di vita sono state circa 23,1 milioni. A livello globale, le “donne mancanti”, anche in Paesi come Corea, Vietnam, Hong Kong, Armenia, sono circa 45 milioni.

I dati dell’Organizzazione mondiale per il lavoro mettono in luce che le ragazze tra i 15 e i 29 anni hanno una probabilità tre volte superiore rispetto ai coetanei maschi di essere escluse dal mondo del lavoro e non essere coinvolte in percorsi formativi. Il il 31% delle ragazze non studiano né lavorano, contro il 16% dei coetanei maschi, con punte del 41% nei Paesi del Medio Oriente e in Nord Africa.

La condizione delle bambine e delle ragazze in Italia

Anche in Italia bambine e ragazze devono fare i conti con situazioni di svantaggio e discriminazioni di genere. Le ragazze studiano più dei loro coetanei maschi, hanno mediamente voti migliori e percorsi di studio più regolari, si laureano più degli uomini. Ma faticano di più a trovare lavoro e ricevono stipendi più bassi. Anche in settori ad alta occupabilità, a cinque anni dal conseguimento della laurea il tasso di occupazione dei maschi è più elevato rispetto a quello delle giovani donne (7,5%) e la busta paga più pesante del 23,6 per cento.

In base ai dati elaborati dal Comando Interforze della Polizia di Stato, nel 2018 sono stati 5.990 i minori vittime di reati in Italia (+3% rispetto al 2017, il 43% in più rispetto al 2009), quasi sei su dieci erano bambine e ragazze.

Oltre 1.900 minori hanno subìto reati all’interno della famiglia, mentre la violenza sessuale è il secondo reato in termini di vittime: 656 nel 2018, l’89% bambine e ragazze. A queste vanno aggiunte le vittime di violenza sessuale aggravata, che ha visto lo scorso anno 383 vittime, l’84% femmine.

In diminuzione le vittime legate alla prostituzione minorile (-3%, per il 64% femmine), mentre cresce del 3% il numero di minori vittime di pedo-pornografia: in tutto 199, per l’80% bambine e ragazze. I minori vittime di omicidio nel 2018 sono stati 16, di cui la metà erano femmine. Il dato è in calo del 27% rispetto al 2017, quando erano stati uccisi 22 minori.

Secondo i dati dell’ultimo Dossier della Campagna Indifesa di Terre des Hommes, la situazione in Italia segna un lieve calo (-1%) in Italia il numero globale di minori vittime di reato nel 2019 rispetto all’anno precedente, passando da 5.990 a 5.930, il 60,5% delle quali bambine e ragazze. Se però si prendono in considerazione gli ultimi 10 anni (dal 2009 al 2019) che mostrano un aumento del 41% di questi reati, il fenomeno della violenza sui bambini rivela tutta la sua drammatica realtà con una crescita in quasi tutte le fattispecie di reato, arrivando a un +333% nel numero delle vittime di pornografia minorile (+26% rispetto al 2018), il 74,5% delle quali bambine e ragazze. Ancora più impressionante l’aumento del 700% nel decennio (+11% rispetto al solo 2018) delle vittime del reato di detenzione di materiale pornografico, per l’84% bambine e ragazze.
Clicca qui per scaricare il Dossier Indifesa 2020
Il Faro online