Papa Francesco: “Pagare le tasse è un dovere dei cittadini”
Il Papa: “Le tasse vanno pagate ma ogni uomo è debitore a Dio della propria esistenza, della propria vita”
di FABIO BERETTA
Città del Vaticano – “Pagare le tasse è un dovere dei cittadini, come anche l’osservanza delle leggi giuste dello Stato. Al tempo stesso, è necessario affermare il primato di Dio nella vita umana e nella storia, rispettando il diritto di Dio su ciò che gli appartiene“.
Lo afferma Papa Francesco all’Angelus. Affacciandosi su una piazza San Pietro gremita di fedeli – tutti con indosso la mascherina – e accarezzata dal sole, il Pontefice spiega il brano del Vangelo di questa domenica (cfr Mt 22,15-21) ci che mostra “Gesù alle prese con l’ipocrisia dei suoi avversari“.
Essi, spiega il Papa, “gli pongono una domanda insidiosa per metterlo in difficoltà e screditarlo davanti al popolo. Gli chiedono: ‘È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?’, cioè pagare le tasse a Cesare”. A quel tempo, fa notare il Santo Padre, “in Palestina, la dominazione dell’impero romano era mal tollerata – e si capisce, erano degli invasori –, anche per motivi religiosi”. Infatti, “per la popolazione, il culto dell’imperatore, sottolineato anche dalla sua immagine sulle monete, era un’ingiuria al Dio d’Israele“.
Per gli interlocutori di Gesù non c’è alternativa alla loro interrogazione: o un “sì” o un “no”. Ma Cristo, sottolinea Francesco, “conosce la loro malizia e si svincola dal trabocchetto. Chiede loro di mostrargli la moneta delle tasse la prende tra le mani e domanda di chi sia l’immagine impressa. Quelli rispondono che è di Cesare, cioè dell’imperatore. Allora Gesù replica: ‘Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio’“.
“Con questa risposta – spiega il Papa-, Gesù si pone al di sopra della polemica. Da una parte, riconosce che il tributo a Cesare va pagato”, “anche per tutti noi, le tasse vanno pagate”, “ma soprattutto ricorda che ogni persona porta in sé un’altra immagine”, ovvero “quella di Dio, e pertanto è a Lui, e a Lui solo, che ognuno è debitore della propria esistenza, della propria vita”.
In questa sentenza di Gesù si trova non solo il criterio della distinzione tra sfera politica e sfera religiosa, ma emergono chiari orientamenti per la missione dei credenti di tutti i tempi, anche per noi oggi. Pagare le tasse è un dovere dei cittadini, come anche l’osservanza delle leggi giuste dello Stato. Al tempo stesso, è necessario affermare il primato di Dio nella vita umana e nella storia, rispettando il diritto di Dio su ciò che gli appartiene.
Da qui, conclude il Papa, “deriva la missione della Chiesa e dei cristiani: parlare di Dio e testimoniarlo agli uomini e alle donne del proprio tempo. Ognuno di noi, per il Battesimo, è chiamato ad essere presenza viva nella società, animandola con il Vangelo e con la linfa vitale dello Spirito Santo. Si tratta di impegnarsi con umiltà, e al tempo stesso con coraggio, portando il proprio contributo all’edificazione della civiltà dell’amore, dove regnano la giustizia e la fraternità”.
La preghiera per la liberazione di padre Maccalli
E nel giorno in cui la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale, il Papa prega per i missionari e ringrazia “Dio per la tanto attesa liberazione di Padre Pier Luigi Maccalli… – lo salutiamo con questo applauso! – che era stato rapito due anni fa in Niger. Ci rallegriamo anche perché con lui sono stati liberati altri tre ostaggi. Continuiamo a pregare per i missionari e i catechisti e anche per quanti sono perseguitati o vengono rapiti in varie parti del mondo”.
Infine, l’immancabile saluto: “A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”
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