Pambianchi: “Ci dicano quanti focolai sono riconducibili alle palestre. Per 5000 non a norma chiudono tutte le altre?”
Se lo chiede il Presidente della Confederazione italiana wellness e attività sportive. Le palestre risultano essere luoghi sicuri che producono ricchezza nel circuito sportivo italiano
Roma – “Ci vogliono chiudere? Ci dicano, allora, dal 25 maggio a oggi quante sono state le strutture sportive controllate e quante sono state trovate non a norma. Qui non si sta decidendo sulla base delle evidenze scientifiche e sul tracciamento, ma su notizie varie e contrastanti”. Andrea Pambianchi presidente della Confederazione italiana wellness e attività sportive e proprietario di palestre, in un’intervista all’Agenzia Dire a seguito della decisione del Governo della probabile chiusura, se non esiste il rispetto dei protocolli.
“Vogliamo capire dal tracciamento ufficiale delle Asl quanti focolai sono stati ricondotti alle strutture sportive – prosegue Pambianchi – entro il prossimo fine settimana dovrebbero realizzare 14.286 controlli al giorno visto che parliamo di oltre 100.000 strutture sportive, tra palestre, piscine, scuole di danza e centri sportivi vari. Quale sarà la percentuale di strutture non a norma che determinerà la chiusura del settore? Se ne trovano 5.000 non a norma chiuderanno anche le altre 95.000? Lo vogliamo sapere perché il nostro è un settore che produce 4 punti percentuali di Pil e lo devono sapere i nostri clienti. Non si possono affermare cose simili con tale leggerezza”.