Ultimatum del Governo a palestre e piscine, lo Sporting Club Lido: “Rispettiamo i protocolli, vogliamo restare aperti”
Parla un gestore di Ostia. Elisabetta Campodonico è proprietaria della storica piscina lidense. Elevati i costi di mantenimento. Garantita l’igiene negli ambienti. L’inchiesta de Il Faro online
Ostia – E’ la settimana dei controlli per le palestre e le piscine d’Italia. Come preannunciato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, lo scorso 18 ottobre, durante la presentazione dell’ultimo Decreto governativo anti Covid-19 (leggi qui), il tempo è quello di sette giorni per adeguare ai protocolli gestione e sicurezza interni, rivolto a tutte le strutture sul territorio nazionale, al 100%. A quanto dichiarato domenica sera, non tutte le strutture però rispettano le regole e per colpa di queste, rischiano di chiudere tutte. E quindi ecco l’ultimatum (leggi qui).
Le paure delle palestre e delle piscine. Non riuscire a restare aperti e portare avanti l’attività
Parlano i gestori di palestre e di piscine in questi giorni di attesa. Tantissime nel territorio di Roma e anche del X Municipio. La paura più grande è arrivata all’annuncio del Premier. Quella di fermare l’attività e di non riuscire a sostenere i costi attuali e futuri. Aumentati in questo periodo, proprio per scongiurare la diffusione dei contagi.
Gli imprenditori devono portare avanti la propria attività e i gestori lo sono, con costi, ricavi e spese di mantenimento, le più alte, da far quadrare in bilancio. Soprattutto per le piscine. La vasca e la pulizia dell’acqua, come detto anche dal presidente della Federnuoto Paolo Barelli, nei primi giorni di emergenza sanitaria, sono gli oneri più pesanti ed è tornato in questi giorni a difendere la categoria (leggi qui). E allora ecco timori e speranze che vengono comunicate, necessitate di essere ascoltate dalla società civile e dal Governo. Ma come stanno affrontando la crisi attuale i gestori di palestre e piscine? Quali sono i loro timori e le richieste per il Governo? A parlare della propria attività e a fare appello alle istituzioni, per proseguire in serenità un lavoro tutelato dai protocolli seguiti con tutte le attenzioni, è anche un gestore di Ostia Lido. Lo ha sentito Il Faro online nella sua inchiesta, per conoscere la realtà attuale di queste strutture che rischiano di chiudere.
Lo Sporting Club Lido, come le tante strutture sportive italiane. Mutuo da restituire e benessere da divulgare
Da 12 anni Elisabetta Campodonico gestisce con passione e professionalità lo Sporting Club Lido. Struttura molto conosciuta a Ostia e su tutto il litorale. In essa si svolgono i corsi di nuoto, fit boxe, total body, ginnastica posturale e pilates, danza del ventre e salsa. Non solo semplici corsi, ma anche attività che divulgano benessere psico – fisico. Semplicemente Elisabetta parla dei costi ingenti che sono sostenuti per mandare avanti l’intera struttura. Ha ricevuto gli aiuti promessi dal Governo, ricevendo il prestito delle 25 mila euro indicate negli scorsi mesi. Ma sono cifre da restituire in due anni e allora è importante lavorare e guadagnare per poter coprire le spese. Non solo lo Sporting, ma tutte le strutture di palestre e piscine, che come la realtà di Ostia, vanno avanti a fatica in questo momento. Elisabetta si fa come portavoce del settore. Un settore in cui ci sono migliaia di piscine in tutta Italia, che come lo Sporting Club Lido, hanno costi, ricavi e un futuro da affrontare. Sempre con timore, a quanto sembra.
Piscine, palestre, campi verdi e centri sportivi. Luoghi sicuri anti contagio. Elevati i controlli interni
L’appello lanciato al Governo allora è proprio quello: “Svolgere il nostro lavoro con serenità – dice la Campodonico – come abbiamo sempre fatto negli anni perché al momento, nelle piscine e nelle palestre, c’è la sicurezza, la tracciabilità che il Governo richiede”. Le sue parole fanno riferimento agli altri appelli arrivati alle istituzioni, nelle ultime ore. Non solo a livello imprenditoriale, ma anche sociale. Fermando alcuni ambiti dello sport, si lasciano i bambini e i ragazzi giocare in contesti senza controlli adeguati. Quei controlli che possono realizzarsi invece nei centri sportivi e nelle strutture che devono rispettare i protocolli (leggi qui), anche per una esigenza economica, non solo etica. Anch’essa fondamentale.
Lo ha detto il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia (leggi qui) e anche alcune società calcistiche del Lazio (leggi qui) che hanno diramato un comunicato congiunto inerente. La sicurezza esiste in questi impianti e seguita con elevata attenzione e responsabilità: “Le linee guida che stiamo applicando in questo momento – chiarisce il gestore dello Sporting – sono quelle atte a limitare la diffusione del contagio del coronavirus”. Accessi limitati, misurazione della temperatura, sanificazione degli ambienti, ozonizzatore attivo nelle ore notturne e indumenti riposti nelle borse per gli iscritti, durante lo svolgimento dei corsi. Alcuni giorni fa, si è comunicato questo metodo di palestre e piscine. Ed è andato a sottolineare come in questi ambienti interni, i contagi siano alquanto minori, rispetto all’esplosione di focolai in altri contesti sociali. Palestre e piscine possono essere i luoghi più sicuri, proprio perché vige questa alta gestibilità dell’igiene. Una esigenza preziosa, per mantenere salute ed equilibrio economico.
La speranza è quella di poter proseguire l’attività imprenditoriale e sociale, potendo coprire le spese e mantenere la salute dei proprio soci. Di seguito la testimonianza di Elisabetta.
Cara Elisabetta, da quanti anni gestisci lo Sporting Club Lido? Come mai hai deciso di intraprendere questa attività?
“Gestisco lo Sporting Club Lido da 12 anni, anche se lavoro in questa struttura da 30. L’acqua mi ha sempre attratta anche se avevo intrapreso tutta un’altra attività lavorativa, prima. Ossia l’insegnante elementare. Fare l’istruttore di nuoto è molto più creativa e gratificante, è bellissimo veder giocare a pallanuoto, ad esempio, un bambino al quale hai insegnato a galleggiare ed amare l’acqua”.
E’ un impianto sportivo frequentato da molti lidensi. Quali sono i costi da sostenere ogni mese? E quali sono i benefici economici che servono al mantenimento della gestione?
“Sono molte le persone di Ostia, ma lacuni provengono anche da Fiumicino, Acilia e Dragona. I costi da sostenere sono ingenti a partire dal gas, dall’elettricità, ai prodotti per le piscine, assicurazione, tasse, commercialista, affiliazioni, tesseramenti, stipendi. Senza considerazione che sull’immobile grava un mutuo acceso presso il Credito Sportivo di 70 mila euro annui”.
Quali sono gli oneri più pesanti affrontati in questo periodo di Covid-19? Avete ricevuto gli aiuti del Governo?
“Dal Governo abbiamo ricevuto il prestito di 25 mila euro da restituire tra due anni, che graverà ulteriormente sui costi di gestione già accesi ed elevati. Anche se in questo momento ci ha aiutati a far fronte alle spese sostenute per l’emergenza sanitaria. Abbiamo acquistato l’ozonizzatore per purificare l’aria interna”.
Quali sono i benefici dati alla popolazione, grazie alla pratica sportiva da voi elargita?
“I benefici della pratica sportiva sono molteplici. Sono numerose le nostre attività. I corsi premaman, il baby nuoto, la scuola nuoto, la pallanuoto fino alla riabilitazione in acqua con il fisioterapista. Passando alle attività in palestra. Dal pilates fino alla fit boxe. Ma secondo me, non è da sottovalutare l’importanza che ricopre lo sport da un punto di vista psicologico ed etico. Inoltre è importante che, soprattutto gli adolescenti, invece che vagare per le strade, siano impegnati negli allenamenti sportivi”.
Quali sono le linee guida da voi usate per rispettare i protocolli indicati? Come sta andando in questo momento la vostra gestione, in questo ambito?
“Le linee guida che stiamo applicando in questo momento sono quelle atte a limitare la diffusione del contagio del coronavirus. L’accesso alla struttura è consentito solo indossando la mascherina, con misurazione della temperatura e solo ai soci iscritti (dei quali sappiamo indirizzo e numero telefonico) possono entrare. Tutti sono invitati ad igienizzarsi le mani con il gel, messo a disposizione e facilmente fruibile a tutti. Il personale passa di continuo a sanificare tutto ciò che può essere toccato dalle persone. Gli accompagnatori dei bambini, anche di 3 anni, non possono accedere ad aiutarli negli spogliatoi e abbiamo dovuto assumere più personale per aiutare i piccoli.
Tutti gli indumenti vengono riposti nelle borse. Durante la notte un ozonizzatore viene messo in funzione per purificare gli ambienti. Dal momento che siamo presenti sul territorio da svariati anni e grazie ad una gestione famigliare, abbiamo una clientela fidelizzata che ci segue e ci sostiene, ma c’è stato sicuramente un calo dovuto anche al fatto che abbiamo dovuto limitare il numero di partecipanti ai corsi”.
Le strutture che non rispettano i protocolli, nel circuito di palestre e piscine, rischia di far chiudere tutto. Qual è il tuo appello personale ?
“Il mio appello alle istituzioni è molto semplice. Vogliamo che ci sia permesso di svolgere il nostro lavoro con serenità, come abbiamo sempre fatto negli anni perché al momento, nelle piscine e nelle palestre, c’è la sicurezza, la tracciabilità che il Governo richiede. E ci tengo a mettere in evidenza che, dietro il sorriso e l’allegria, che contraddistinguono gli addetti allo sport, c’è competenza, serietà, professionalità e responsabilità. E preparazione soprattutto”.
(Il Faro online)