Unioni civili, l’ombra del complotto dietro le frasi di Papa Bergoglio
Il Vaticano tace sulla vicenda mentre il regista del documentario “incriminato” si dice stupito dal forte clamore mediatico e dalle tante critiche piovute addosso alla figura del Pontefice
Città del Vaticano – “Era ora”, “Blasfermo”, “Una grande rivoluzione”, “E’ l’anticristo”. Le parole di Papa Bergoglio sulle unioni civili che si odono nel documentario “Francesco”, del regista russo Evgeny Afineevsky (che ha anche incontrato il Santo Padre in questi giorni), presentato alla Festa del Cinema di Roma (leggi qui), hanno infiammato l’opinione pubblica: i cattolici si sono divisi (chi a favore, chi contrario a una tale presa di posizione) mentre chi è meno avvezzo alle questioni cristiane ha visto in quelle frasi una “grande apertura”.
In realtà dietro le parole “ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili” sembra essere in atto una vera e propria manipolazione. Infatti, quello che si sente in appena 19 secondi di film sono due frasi prese dalla stessa videointervista – ma lontane tra loro – in aggiunta di altre parole che arrivano da altre interviste, poi posizionate insieme ma del tutto fuori contesto.
Analizzando più approfonditamente, si vede che la prima parte del video in questione è un taglio di un’intervista rilasciata nel 2019 alla giornalista messicana Valentina Alazraki (passaggio mai andato in onda tra le altre cose), dove il Papa parla dell’ingiustizia che molti omosessuali in tutto il mondo si trovano a vivere quando, proprio a causa del loro orientamento sessuale, vengono cacciati di casa, dalle proprie famiglie. Ma anche in quel caso Bergoglio parla del diritto di ogni persona ad essere in una famiglia (non dice di farsi una famiglia). Nella stessa intervista, il Pontefice argentino dice chiaramente che “è un’incongruenza parlare di matrimonio omosessuale”.
Il Santo Padre, in spagnolo, dice (tradotto in italiano): “Gli omosessuali hanno diritto a stare in famiglia, sono figli di Dio e hanno diritto a stare in famiglia. Non si può cacciare qualcuno dalla famiglia e rendergli la vita impossibile per questo. Quello che dobbiamo fare è una legge di coabitazione civile: hanno diritto di essere legalmente coperti. Io ho difeso questa cosa“. E proprio nella traduzione c’è un altro “errore”: nel sottotitolo inglese che compare nel film, la frase “legge di coabitazione civile” (ley de convivencia civil) viene tradotta con “civil union law”.
Insomma, un taglia e cuci a regola d’arte fatto nel silenzio assoluto della Santa Sede che – a distanza oramai di giorni – né ha smentito né ha proferito parola sull’argomento. Anche il portale Vatican News tace: parla del documentario ma omette la frase incriminata. Come aveva già fatto un anno fa anticipando l’intervista alla tv messicana Televisa.
Del resto, un Papa potrebbe mai andare contro la dottrina della Chiesa? Nel Catechismo della Chiesa cattolica, infatti, al numero 2357 si legge che gli atti di omosessualità “sono contrari alla legge naturale. Precludono all`atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati“.
E al numero 2558 si legge: “Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione”. Tutto perfettamente in linea con le parole di Bergoglio e di tutti gli altri suoi predecessori.
Il “giallo” dell’archivio
Viene però da domandarsi come mai una simile “svista” (se così possiamo definirla) sia sfuggita agli organi di supervisione della Santa Sede. Il video integrale di quell’intervista è custodito negli archivi vaticani, al quale il regista ha avuto accesso.
La frase in questione, come già detto, non fu mandata in onda (e non venne nemmeno ripresa dai siti vaticani) perché “fuori tema”. L’intervista rilasciata alla televisione messicana infatti verteva sulla pedofilia nella Chiesa e la giornalista, in accordo con la Santa Sede, decise di non mettere tutto l’intervento perché “non voleva distogliere l’attenzione da quella che era la vera tematica dell’intervista”. Possibile che Oltretevere nessuno si sia ricordato che nel video integrale ci fosse quella frase che non venne mandata in onda? Nessuno del Dicastero per la Comunicazione ha supervisionato il lavoro di Evgeny Afineevsky durante il controllo negli archivi?
Il regista, così come il suo entourage, si è detto stupito dal forte clamore mediatico e dalle tante critiche piovute addosso alla figura del Pontefice. Che comunque non ha ancora detto nulla sulla vicenda. L’unico a parlare è stato mons. Marcello Semeraro, neo Prefetto della Congregazione per le cause dei santi al posto del dimissionario cardinale Angelo Becciu (leggi qui), affermando in un’intervista a La Repubblica: “Il Papa non apre in nessun modo al matrimonio fra omosessuali, sapendo bene che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio, che è l’unione tra un uomo e una donna aperta alla procreazione, e ogni altro tipo di unione”.
“Attenti a non arrivare a conseguenze più ampie delle premesse. Francesco dice semplicemente che se due persone, anche dello stesso sesso, decidono di convivere, in una forma di convivenza stabile, hanno il diritto a far sì che le loro scelte siano tutelate”, dice il presule, aggiungendo che il Pontefice “non stravolge la dottrina, le è fedele. Sa bene cosa dice il Catechismo della Chiesa e lo condivide. Sulla realtà sacramentale del matrimonio bisogna ribadire alcuni concetti. Il linguaggio giuridico va in una direzione, ma per la Chiesa il matrimonio non è solo un contratto giuridico, è ben altro. Ecco il Papa non sconfessa questo altro che è il matrimonio stesso”. Semeraro ammette che i toni sono diversi da quelli del passato: “Ma anche la società è cambiata molto, e di conseguenza la Chiesa. Questi anni non sono passati invano e per fortuna hanno fatto fare passi importanti in avanti a tutti”.
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