Dove faranno sport i giovani, con palestre e piscine chiuse? Spadafora: “Il Dpcm indica i centri sportivi all’aperto”
Il Ministro dello Sport risponde a una delle domande cruciali di queste ore. I giovani hanno bisogno di praticare sport. I centri sportivi all’aperto restano fruibili
Roma – Se le palestre e le piscine restano chiuse, dove potranno svolgere sport i giovani? Questa è una delle domande che si pongono gestori e famiglie in queste ore, dopo l’approvazione del Decreto governativo.
Risponde il Ministro dello Sport. Ospite alla trasmissione di Fabio Fazio “A che tempo che fa”, Vincenzo Spadafora cerca di fare chiarezza su quanto indicato nel Dcpm del 25 ottobre. E indica come “sacrosanta” la pratica sportiva da parte di bambini e ragazzi. Potranno praticare le discipline sportive (in accordo con il gestore, evidentemente) all’interno dei centri sportivi all’aperto. Luoghi sicuri e sanificati, all’interno dei quali le norme dovranno essere rispettate. Una pratica sicura, nonostante la chiusura forzata di altri ambienti, altrettanto importanti. Restano fruibili dalle persone, i centri sportivi allora, come indicato dal Decreto governativo, allora questi ultimi possono diventare un’ alternativa sicura.
Le parole del Ministro dello Sport
“Abbiamo vissuto una prima fase in cui abbiamo avuto il coraggio di prendere decisioni drastiche che ci hanno salvato, anche rispetto ad altri Paesi. Purtroppo oggi, è una critica che va anche a me stesso, le misure pensate durante l’estate per prevenire questa seconda ondata, misure prese come sistema Paese, Governo, regioni e una parte di cittadini, non hanno prodotto gli effetti che aspettavamo. Questo è un dato. I due casi più emblematici sono il sistema dei trasporti locali e la tenuta del sistema sanitario”.
“I centri sportivi all’aperto restano fruibili, all’interno non si potranno praticare sport di contatto. Un modo per evitare che tutti i ragazzi siano costretti ad andare solo nei parchi e all’aperto per fare una sacrosanta attività fisica. 3 DPCM in 11 giorni sono tanti, non escludo sia necessario un lockdown a livello regionale, in accordo con le regioni, con chiusure in aree precise. Potremo monitorare ciò che resta aperto come funzionerà e che tipi di contagi ci saranno”.
(Il Faro online)