Davide Re torna ad allenarsi dopo l’infortunio: “Non ho perso nulla per le Olimpiadi. Punto in alto”
Il primatista italiano dei 400 metri torna in pista dopo un lungo periodo di stop. Salterà la stagione indoor, per partecipare alle qualifiche di primavera
Roma – Trarre insegnamenti dai momenti più difficili, è così che fanno i grandi, no? “Da questo infortunio ho capito quanto sia importante la prevenzione. E queste settimane torneranno utili anche per i miei esami universitari in medicina, quasi fosse stato uno stage sul campo!”. Davide Re ha ripreso gradualmente gli allenamenti dopo l’infortunio di fine agosto in Wanda Diamond League a Stoccolma che gli ha impedito di completare la stagione, saltando così gli Assoluti di Padova e la serata del Golden Gala Pietro Mennea a Roma.
La tendinopatia cronica al piede destro emersa in tutta la sua evidenza durante i 400 metri in Svezia il 23 agosto – lui il primo a riconoscere con estrema onestà intellettuale che avrebbe dovuto fermarsi – l’ha costretto ai box per alcune settimane ma non ha diminuito le motivazioni o scalfito la fiducia: “Sicuramente questo infortunio mi ha privato della possibilità di dimostrare in gara quanto bene avessimo lavorato in allenamento con la mia coach Chiara Milardi – spiega il primatista italiano – mi ha tolto quella gioia di gareggiare, e quell’adrenalina, ma di certo non il lavoro che è stato messo in cascina. Non sento di essere rimasto indietro, né di aver perso nulla in prospettiva Olimpiadi di Tokyo. Mettiamola così: se c’era un periodo in cui doveva capitare, è andata bene che sia stato questo”.
La prevenzione e la riabilitazione
Il più forte azzurro della storia nel giro di pista, unico italiano – per ora – a scendere sotto il muro dei 45 secondi (44.77 nel giugno 2019 a La Chaux-de-Fonds) ha terminato il proprio percorso a Forlì insieme all’ortopedico Francesco Lijoi e a Fabrizio Borra, che definisce “un maestro della riabilitazione”: “Al momento sono all’80-85% ma sapevamo che sarebbero serviti tre mesi per tornare al 100% – racconta il 27enne delle Fiamme Gialle – riesco già ad allenarmi con il mio gruppo a Rieti seppur a intensità ridotta. Questi due mesi? Li ho passati per quaranta giorni a Forlì fino alla metà di ottobre: nel primo periodo laserterapia, magnetoterapia, movimenti in piscina per vascolarizzare la zona lesionata. Poi, con i miglioramenti, abbiamo cominciato a lavorare sulla componente neuro-muscolare: Fabrizio mi ha ricordato che la prima reazione dell’organismo è quella di inibire la zona interessata e impostare un nuovo schema motorio per mantenere un equilibrio. Ma quando la lesione viene curata e ci si torna ad allenare come prima, quel nuovo schema inconsciamente acquisito può causare altri infortuni. E per questo è stato fondamentale mantenere lo schema motorio originale lavorando tanto in piscina o in bici. Quando dico che ho capito la rilevanza della prevenzione, intendo che ogni cinque settimane circa mi prenderò un giorno per andare a Forlì e fare test neuro-muscolari, per verificare che non ci siano inibizioni in corso che possano rivelarsi campanelli d’allarme”.
Verso il 2021
La sua volata verso Tokyo è ripartita: “Intorno al 10 ottobre ho ricominciato a ‘corricchiare’ sull’erba per dieci-quindici minuti e da una decina di giorni sono tornato a Rieti e con il gruppo, tra palestra e lavori aerobici, stando sempre attento a determinati esercizi”, racconta. Nel periodo più buio per fare previsioni, alcune “luci” restano ben accese, relativamente alla programmazione per il prossimo anno che inevitabilmente potrà risentire dell’emergenza sanitaria e che andrà valutata passo dopo passo: “Non farò la stagione indoor – annuncia – anche perché non sono esattamente uno specialista. Ma l’idea è cominciare presto con le gare, sul modello 2019, così ci sarà tempo per eventuali aggiustamenti. Penso quindi a un paio di test su distanze spurie alle fine di aprile e poi bisogna andare subito forte alle World Relays di Chorzow in Polonia, il 1° e il 2 maggio, dove puntiamo alla qualificazione olimpica e a un netto miglioramento del record italiano con la 4×400 mista. E magari ci teniamo quello della 4×400 maschile per Tokyo…”.
Ambizione
I Giochi, appunto. Con tutte le incertezze del caso, figlie di un contesto internazionale che ancora non offre garanzie, ma con la necessità di lavorare senza pensieri per quella destinazione così ambita: “Gli obiettivi non cambiano – ribadisce l’azzurro che in stagione ha corso 45.31 a Savona in luglio – finale olimpica nei 400 metri individuali e finale anche con la staffetta. Per ottenerle è abbastanza evidente che sarà necessario migliorare entrambi i record italiani. La 4×400 maschile, già qualificata per i Giochi, è matura per il salto di qualità, e se è vero che in quattro dobbiamo arrivare nella migliore condizione possibile nello stesso momento, è vero pure che adesso siamo in tanti, e con primati personali di qualità: finalmente valiamo il 3:00”. L’impresa di Edoardo Scotti al Golden Gala (45.21, primo posto, soltanto Warholm più veloce in Europa quest’anno) l’ha seguita in tv da una stanza d’albergo a Forlì: “Mi sono subito complimentato con ‘Edo’. Lo stimo. Tra tutti i primati ho sempre pensato che il più difficile da battere fosse proprio quello under 23 di Licciardello. Ci sfideremo, ovviamente. E insieme potremo fare grandi cose”. (fidal.it)
(foto@Colombo/Fidal)