Il monito del Papa: “Si fa tutto come se non si dovesse mai morire”
Il Pontefice: “Una vita orientata solo alla ricerca del successo e del possesso è una vita sterile”
Città del Vaticano – “Capita, purtroppo, di dimenticare la meta della nostra vita, cioè l’appuntamento definitivo con Dio, smarrendo così il senso dell’attesa e assolutizzando il presente”. E’ il monito di Papa Francesco ai fedeli che arriva durante la preghiera dell’Angelus.
Affacciato su una piazza San Pietro baciata dal sole e gremita di pellegrini, il Pontefice commenta il brano del Vangelo di questa domenica (cfr. Mt 25,1-13) prolungando “la riflessione sulla vita eterna, iniziata in occasione della Festa di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti”.
La parabola delle vergini invitate alla festa nuziale che si fanno trovare impreparate all’arrivo dello sposo è un monito anche per i credenti di oggi poiché “Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui”. Ma “non solo all’incontro finale, ma anche ai piccoli e grandi incontri di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone”.
E spiega: “Essere saggi e prudenti significa non aspettare l’ultimo momento per corrispondere alla grazia di Dio, ma farlo attivamente da subito, cominciare da adesso. ‘Io… sì, poi più avanti mi convertirò…’ – ‘Convertiti oggi! Cambia vita oggi!’ – ‘Sì, sì… domani’. E lo stesso dice domani, e così mai arriverà”. Bergoglio ribadisce: “Oggi! Se vogliamo essere pronti per l’ultimo incontro con il Signore, dobbiamo sin d’ora cooperare con Lui e compiere azioni buone ispirate al suo amore”.
E ammonisce: “Quando uno assolutizza il presente, guarda soltanto il presente, perde il senso dell’attesa, che è tanto bello, e tanto necessario, e anche ci butta fuori dalle contraddizioni del momento. Questo atteggiamento preclude ogni prospettiva sull’al di là: si fa tutto come se non si dovesse mai partire per l’altra vita. E allora ci si preoccupa soltanto di possedere, di emergere, di sistemarsi… E sempre di più”.
“Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più attraente, da quello che mi piace, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile; non accumuliamo alcuna riserva di olio per la nostra lampada, ed essa si spegnerà prima dell’incontro con il Signore. Dobbiamo vivere l’oggi, ma l’oggi che va verso il domani, verso quell’incontro, l’oggi carico di speranza”, aggiunge Francesco.
Dopo la benedizione, il Pontefice ricorda Joan Roig y Diggle, laico e martire, proclamato ieri Beato a Barcellona: “Ucciso a soli diciannove anni durante la guerra civile spagnola”, “fu testimone di Gesù nell’ambiente di lavoro e rimase a Lui fedele fino al dono supremo della vita. Il suo esempio susciti in tutti, specialmente nei giovani, il desiderio di vivere in pienezza la vocazione cristiana. Un applauso a questo Beato, giovane, così coraggioso!”.
Il pensiero del Papa va poi alle popolazioni dell’America Centrale, colpite nei giorni scorsi da un violento uragano, “che ha causato molte vittime e ingenti danni, aggravati anche dalla situazione già difficile per la pandemia. Il Signore accolga i defunti, conforti i loro familiari e sostenga quanti sono più provati, come pure tutti coloro che si stanno prodigando per aiutarli”.
Quindi una preghiera speciale l’Etiopia, “Mentre esorto a respingere la tentazione dello scontro armato, invito tutti alla preghiera e al rispetto fraterno, al dialogo e alla ricomposizione pacifica delle discordie”, e per la Libia: “Oggi, a Tunisi, iniziano le riunioni del “Forum del dialogo politico libico”, che vedranno coinvolte tutte le parti. Data l’importanza dell’evento, auspico vivamente che in questo momento così delicato venga trovata una soluzione alla lunga sofferenza del popolo libico, e che il recente accordo per un cessate-il-fuoco permanente sia rispettato e concretizzato. Preghiamo per i delegati del Forum, per la pace e la stabilità in Libia”.
Infine, ricorda la Giornata del Ringraziamento, sul tema “L’acqua, benedizione della terra”, che si celebra in Italia. E aggiunge: “L’acqua è vitale per l’agricoltura, è anche vitale per la vita! Sono vicino con la preghiera e l’affetto al mondo rurale, specialmente ai piccoli coltivatori. Il loro lavoro è più che mai importante in questo tempo di crisi. Mi associo ai Vescovi italiani, che esortano a salvaguardare l’acqua come bene comune, il cui uso deve rispettare la sua destinazione universale”. Quindi, il tradizionale saluto: “Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.
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