A Roma gli Europei del 2024, Tortu: “Non potevamo non averli. Correrò all’Olimpico..sono molto felice”
Parla il primatista italiano dei 100 metri a margine dell’assegnazione della rassegna continentale. La costante ispirazione con Mennea e Berruti. I 200 metri nel 2021 con 20 senti netti
Roma – Nel 1974 Pietro Mennea vinceva gli Europei di atletica a Roma. Mezzo secolo dopo, il mondo li vedrà svolgere in Italia, ancora una volta. Nel pomeriggio di oggi l’European Athletics ha assegnato la rassegnacontinentale a Roma (leggi qui). E con gioia di tutto il movimento. In un momento di profonda crisi sportiva, in cui la diffusione del Covid-19 ha fermato gran parte delle competizioni e costrette le altre a svolgersi in rigidi protocolli, il sogno dell’atletica apre uno spiraglio di speranza.
Lo sport in crisi nel 2020 potrà probabilmente ripartire da se stesso per risalire la cima, dopo l’affondo avuto dal coronavirus. E con la figura del grande Pietro a fare da stella polare. “Recupera, recupera, recupera”. Per la Freccia del Sud a Mosca 1980, per l’Italia e per lo sport. Metafora della vita. Come la corsa di Pietro verso il traguardo olimpico. In questi giorni ricorre uno speciale anniversario. Il 9 novembre Mennea è stato celebrato: 40 anni di Mito, di ricordi, di brividi. 40 anni da quel giorno in cui in Russia, l’atleta pugliese entrò nella storia di Olimpia. Con uno speciale francobollo ad omaggiare l’oro olimpico, il Comune di Barletta lo celebra.
E il 10 novembre l’Italia dell’atletica riceve un grande regalo. L’assegnazione degli Europei all’Italia che torneranno in Italia proprio dopo 50 anni, quando Menna vinse, porterà il movimento a crescere. Non solo sotto il profilo tecnico, ma anche sul lato strutturale. Una eredità sportiva concreta, indispensabile nei dossier di candidatura per il Paese ospitante, che l’atletica dovrà sfruttare, per concretizzare i successi del futuro. Impianti vogliono dire allenamenti, organizzazione, iscrizioni e perfezione. Significa poter fare un buon lavoro tecnico e con tranquillità. Anche per gli atleti di interesse nazionale, come vengono indicati in questi giorni.
E uno di loro è sicuramente la Freccia Gialloverde, che si ispira costantemente alla Freccia del Sud. Filippo Tortu si sta allenando in questo fine anno 2020 e lo fa anche all’interno del Brera. Il nuovo impianto di Milano, inaugurato pochi giorni fa, ma anche al Centro Sportivo delle Fiamme Gialle, dove torna quando deve ricaricare le pile. A casa sua, i sogni diventano possibili e allora lancia lo sguardo fino al 2021. Anno in cui il Cio ha dovuto far slittare le Olimpiadi. E ci sarà Tortu per scrivere la storia. Nei 100 metri. Ma quei 200 del cuore ritornano. Sempre, costantemente nella sua carriera. Come se un filo invisibile lo legasse ad essi, tramite i Miti di Filippo: Pietro Mennea e Livio Berruti. Leggende olimpiche e amici di Filippo. Conosciuti e apprezzati, anche come uomini. A 22 anni Tortu è l’uomo più veloce d’Italia nei 100 metri. Quel record siglato nell’estate del 2018 con 9”99 sul traguardo lo ha trascinato nell’atletica top (leggi qui), quella che appartiene ai grandi. Il suo scopo è sempre quello. Quello di scendere ancora. Vorrebbe magari registrare 9”92 e nei 200 registrare il tempo dei 20 secondi netti. Lo ha detto ieri sera in diretta Facebook. Nella trasmissione di Ad Voice & Press “Sport a 360°” condotta da Antonio Sorrenti, Filippo ha dichiarato che l’obiettivo continua ad essere lo stesso. Già alcune settimane fa si era espresso a favore di questo desiderio e lo ha ribadito: “Nei 200 voglio correre i 20 secondi netti”. Per il momento deve rosicchiare 36 centesimi. Sono quelli che ha siglato al Golden Gala nel 2019 e non ha più corso il mezzo giro di pista, dedicandosi alla velocità pura dei 100 metri. E’ sempre stato Eolo a Rieti a negargli la storia ancora. Nel maggio del 2019, all’apertura della stagione estiva dell’atletica, Filippo ha firmato un incredibile 9”97 (leggi qui). Meno due centesimi praticamente, ma nulla di fatto. Il vento si è messo contro e l’omologazione ufficiale è sfumata. Poi ci sono stati i Mondiali di Doha e un italiano dopo tanti anni, è tornato in finale sui 100 metri. Tortu è il settimo Re della distanza, al mondo (leggi qui). Un filo misterioso allora lo lega a Pietro e Livio. Lui che è l’erede naturale di entrambi.
E ci sarà anche lui nel 2024 a Roma. E potrà correre i 100 metri o i 200 metri, emulando Mennea. I sogni sono bellissimi da immaginare, ma poi è il talento ad esprimersi, come gli allenamenti a far sudare i muscoli e a provare i campioni nella sofferenza. Ha tutte le carte in regola Filippo per prendersi un titolo a Roma, tra 4 anni. Avrà 26 anni, maturo e giovanissimo ancora. Dovrà crescere ancora, insieme all’atletica che potrebbe risentire positivamente dell’assegnazione. Tortu dichiara a Sport a 360°: “Farà bene a tutto il movimento e anche a chi si appassionerà all’atletica leggera l’Europeo di Roma”. E prosegue: “Non potevamo farci scappare gli Europei”.
Ed ecco poi. L’immagine, il sogno e l’emulazione del campione Pietro. Filippo già si vede a Roma, nell’edizione degli Europei del 2024, 50 anni dopo l’ultima competizione italiana, 50 anni dopo l’oro continentale di Mennea. E dice: “Sono molto contento che potrò correre all’Olimpico”. E scriverà il suo nome accanto a quello degli Dei. Pietro e Livio. Filippo, lì accanto a loro.
(Il Faro online)(foto@Colombo/Fidal)