Stecchi a Siracusa per gli allenamenti: “Per le Olimpiadi ci credo. Posso salire ancora”
E’ a casa del suo coach Gibilisco l’ottavo astista mondiale. L’obiettivo sono i tornei indoor del prossimo anno, ma nel cuore resta il sogno olimpico
Ostia – Riparte da Siracusa la stagione di Claudio Stecchi. L’astista azzurro è alla seconda settimana di allenamento nella città siciliana, dove si trova dal 10 al 28 novembre.
A casa del primatista italiano Giuseppe Gibilisco, che dall’anno scorso è diventato il suo tecnico, per salire sempre più in alto come il fiorentino delle Fiamme Gialle è riuscito a fare con il record personale superato all’inizio di settembre: 5,82 nella gara in piazza di Chiari. E per preparare il 2021 che è ormai alle porte, puntando alle Olimpiadi di Tokyo dopo un 2019 che l’aveva rilanciato a livello internazionale, quarto agli Europei indoor di Glasgow prima della finale mondiale a Doha (leggi qui) chiusa all’ottavo posto. “Sono pronto a dare il meglio di me stesso – commenta il toscano, 29 anni da compiere tra pochi giorni – senza farmi condizionare dall’attuale situazione di emergenza sanitaria perché i risultati dell’ultima stagione, non solo i miei ma anche quelli di tanti altri atleti, dimostrano che si può andare avanti. Ho ricominciato a saltare, con la prima seduta di tecnica della scorsa settimana, e siamo nella fase introduttiva. Sto bene fisicamente, però il 2020 mi ha insegnato ad avere sempre la massima attenzione per evitare gli infortuni, ascoltare il proprio corpo e rischiare il meno possibile. Sicuramente devo trovare maggiore costanza ad alto livello durante l’anno, per poi rendere al massimo nelle gare che contano”.
Per la terza volta a Siracusa, ormai tappa fissa dei suoi allenamenti al campo scuola Pippo Di Natale. “Ho quello che mi serve: clima perfetto, visto che non fa freddo, poi la pedana nuova e bidirezionale. C’ero già stato un anno fa, sempre a novembre, e quindi a giugno. Non è mai facile incontrare condizioni ideali, anche se in Italia si può lavorare bene a Castelporziano, che è la mia sede abituale, o a Formia. Di fatto ho ripreso da un mese dopo un paio di settimane in bici, la mia grande passione, che mi aiuta a tenermi in forma quando non frequento la pista di atletica. Qui ho la comodità di avere tutto a portata di mano con la palestra in casa del mio coach Gibilisco, utile per limitare i contatti verso l’esterno in questo periodo. Stavolta ho portato la bici da corsa, mentre d’estate avevo la mountain bike, e con ‘Beppe’ andiamo insieme anche per qualche uscita sulle due ruote”. Un binomio che funziona, prima di tutto sul campo: “Ora sto svolgendo lavori di forza molto specifici, che riportano ai gesti del salto. La rincorsa per adesso è di soli dieci passi, con l’intenzione prima della fine del mese di arrivare a dodici, quindi ancora corta. Mi aspetto di uscirne bene sul piano tecnico, invece con la forza ci sarà tempo per crescere, sperando di iniziare con le gare nella seconda metà di gennaio”.
È il momento di tracciare un bilancio di questo strano 2020. “Sento di essere cresciuto, ma il rammarico è per non essere riuscito a dimostrarlo pienamente in gara, tranne che nella parte conclusiva di stagione. Il risultato di Chiari è venuto quasi da sé, senza forzare, per rispecchiare finalmente lo stato di forma in cui ero. Su una pedana in piazza, certamente buona, ma anche alcune di quelle negli stadi non sono meno performanti. Alla quarta gara in dieci giorni non avevo particolari aspettative, e invece è arrivata la misura, dopo il 5,60 di Bruxelles. Poi mi sono fermato, perché sarebbe servita un’asta più dura per aggiungere altri centimetri a quel 5,82”. Meglio del 5,80 realizzato al coperto nell’inverno 2019 e del personale outdoor di 5,75 nella qualificazione iridata di Doha. “Mi dà fiducia e sono consapevole di poter salire ancora, a patto di star bene. È stata una stagione anomala, iniziata molto tardi e quindi con più allenamenti del solito. Forse proprio per questo mi sono portato dietro qualche fastidio fisico che mi ha un po’ frenato durante l’anno e che ad esempio mi ha impedito di saltare al Golden Gala, per un problema al ginocchio sinistro avvertito in riscaldamento. Peccato non esserci, nella serata dell’impresa di Duplantis”.
Roma 2024, il messaggio di ‘mondo’
A proposito del fuoriclasse svedese dell’asta, che ha strabiliato all’Olimpico con il clamoroso 6,15 da migliore prestazione di sempre all’aperto. “Dopo aver saputo che gli Europei del 2024 sono stati assegnati a Roma – racconta Stecchi – mi ha scritto un messaggio proprio ‘Mondo’ Duplantis che era felice per questo. E devo dire che sono sempre tutti contenti di venire in Italia. Non so se sarò competitivo per essere in gara tra quattro anni, ma è una notizia davvero importante, che a me ha fatto molto piacere”.
Indoor e Olimpiadi
Il ‘target’ dell’anno, e forse di un’intera carriera, è rappresentato dai Giochi di Tokyo rinviati di un anno al 2021. “Mi auguro che si svolgeranno e sono ottimista. Per ora non ho il minimo richiesto, perché i risultati di quest’estate non sono presi in considerazione per la qualificazione olimpica. Credo di avere comunque buone probabilità di entrare in base al ranking che attualmente mi vede in quindicesima posizione, con trentadue posti disponibili”. Ma prima si potrebbe gareggiare in azzurro durante l’inverno: in programma gli Europei indoor di Torun (Polonia, 4-7 marzo) e i Mondiali indoor di Nanchino (Cina, 19-21 marzo). “Sì, mi sto preparando per la stagione in sala e vorrei partecipare a entrambe le manifestazioni internazionali, se ci sarà la possibilità”. Il secondo italiano di sempre, a otto centimetri dal record (5,90 outdoor) di coach Gibilisco, ha nel mirino anche nuovi progressi: “L’intenzione è di avvicinarsi il più possibile al primato nazionale. Serve la gara giusta, senza problemi fisici e con le aste adatte. Ormai quando sono a confronto con i big non mi sento un estraneo. C’è rivalità ma anche amicizia come si è visto nella finale mondiale di Doha o nella spettacolare sfida di quest’anno a Losanna con Duplantis e Kendricks a più di sei metri. Un bel gruppo, che condivide la stessa passione”. (fidal.it)
(foto@GiuseppeMarchitto)