Morte Maradona, gli inquirenti: “E’ stato curato male, si rafforza l’ipotesi di omicidio colposo”
“Una disorganizzazione totale” per le cure domiciliari. Esami dell’autopsia al vaglio
Buenos Aires – “Nessuno aveva il controllo del paziente“. Diego Armando Maradona abbandonato a se stesso. E’ questo, secondo una fonte investigativa citata dal quotidiano La Nacion, il quadro che si delinea attorno alla morte del Pibe de oro, deceduto 10 giorni fa per un’insufficienza cardiaca. Nel mirino, il neurochirurgo Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov. “Ogni nuovo elemento che viene acquisito nell’indagine rafforza l’ipotesi provvisoria che ci sia stata una gestione lacunosa nel trattamento che ha ricevuto Maradona. Siamo davanti alla possibilità che sia stato commesso un reato. E’ possibile dire che potremmo trovarci davanti ad un omicidio colposo“, aggiunge la fonte.
l codice penale, all’articolo 84, prevede una pena tra 1 e 5 anni di carcere per chi, nell’esercizio della propria professione, causi la morte di qualcuno per imprudenza, negligenza o imperizia. L’indagine è affidata al procuratore generale di San Isidro, John Broyad, che coordina un team speciale di inquirenti. Si attende l’esito degli esami supplementari legati all’autopsia, in particolare quelli tossicologici, che verranno poi sottoposti ad una commissione di periti: la loro valutazione sarà determinante per stabilire la qualità delle cure ricevute da Maradona.
Per La Nacion ha un ruolo decisivo il documento firmato il 3 novembre, quando Maradona è stato dimesso dalla Clinica Olivos dopo l’intervento per la rimozione di un ematoma subdurale. Il documento reca la firma di Luque, di due figlie di Maradona – Gianinna e Jana – e del direttore medico della struttura, Pablo Dimitroff. Il documento in sostanza non determinava le dimissioni e sollecitava la prosecuzione di terapie psichiatriche, cliniche e riabilitative in un centro specializzato.
Il Pibe, invece, è stato trasferito nella casa del barrio San Andres dove è morto dopo poche settimane. Il trattamento domiciliare, secondo gli inquirenti allestito “in una disorganizzazione totale“, sarebbe stato proposto da Luque e Cosachov e accettato dalla famiglia. “Non c’era nessun sistema di controllo del paziente, abbiamo accertato che un medico è andato un paio di volte a vedere Maradona – sostiene la fonte – ma non sappiamo cosa abbia fatto. Non è accertata la presenza di un cardiologo nella casa, di uno specialista che si occupasse delle patologie cardiache“. (adn kronos)