Il Papa: “Il consumismo ci ha sequestrato il Natale: a Betlemme c’erano solo amore e povertà”
Il Pontefice: “Anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa!”
di FABIO BERETTA
Città del Vaticano – “In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa!”.
E’ il monito del Papa a pochi giorni dal Natale. Un monito che arriva durante la tradizionale preghiera domenicale dell’Angelus. Affacciandosi su una piazza San Pietro gremita di diverse centinaia di fedeli e baciata dal sole, il Pontefice ripercorre il Vangelo di questa quarta e ultima domenica di Avvento, ovvero il racconto dell’Annunciazione. Il Santo Padre pone l’accento sulla risposta che la Vergine Maria dà all’angelo: “Avvenga per me secondo la tua parola”. E spiega: “Nella lingua in cui è scritto il Vangelo”, quell'”avvenga” “indica un desiderio forte, la volontà ferma che qualcosa si realizzi”. In altre parole, Maria “non esprime un’accettazione debole e remissiva, ma un desiderio forte e vivo. Non è passiva, ma attiva. Non subisce Dio, aderisce a Dio. È un’innamorata disposta a servire in tutto e subito il suo Signore”.
La Madonna, “non perde tempo”, non chiede “maggiori spiegazioni su che cosa sarebbe successo”, “non fa aspettare Dio, non rinvia”. Spesso però, ammonisce Francesco, “la nostra vita è fatta di rinvii, anche la vita spirituale! So che mi fa bene pregare, ma oggi non ho tempo; so che aiutare qualcuno è importante, ma oggi non posso. Lo farò domani, cioè mai. Oggi, alle porte del Natale, Maria ci invita a non rimandare, a dire ‘sì’. Ogni ‘sì’ costa, ma sempre meno di quanto costò a lei quel ‘sì’ coraggioso e pronto”.
Da qui l’appello a non lamentarsi “di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa!”. E a braccio aggiunge: “C’è tanta frenesia di fare cose, cose, cose… E i regali… Ma questo è consumismo. Il consumismo ci ha sequestro il Natale. Non è nella mangiatoia di Betlemme: lì c’era la povertà, l’amore”. E conclude: “Se la nascita di Gesù non tocca la vita, passa invano”.
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