Finanze vaticane, c’è la legge: i fondi della Segreteria di Stato passano all’Apsa
Il Papa firma un nuovo Motu Proprio, la Santa Sede: “Maggior trasparenza e controlli più efficaci. E’ un ulteriore passo in avanti per la riforma della Curia”
Città del Vaticano – Diventa legge il passaggio della gestione dei fondi della Segreteria di Stato all’Apsa e del loro controllo alla Segreteria per l’Economia. E’ quanto prevede il nuovo Motu Proprio, promulgato da Papa Francesco che converte appunto il legge ciò che aveva già scritto nella lettera del 25 agosto 2020 al Segretario di Stato Pietro Parolin.
Il nuovo testo di legge, firmato dal Pontefice il 26 dicembre 2020, stabilisce anche che la Segreteria per l’Economia “d’ora in avanti svolgerà anche la funzione di Segreteria Papale per le materie economiche e finanziarie”: “A decorrere dal 1/o gennaio 2021 la titolarità dei fondi e dei conti bancari, degli investimenti mobiliari e immobiliari, ivi incluse le partecipazioni in società e fondi di investimento, finora intestati alla Segreteria di Stato, è trasferita all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica che curerà la loro gestione e amministrazione. Essi saranno sottoposti a un controllo ad hoc da parte della Segreteria per l’Economia”, si legge nel primo articolo.
Sempre al primo articolo, al comma 2, si spiega che “la Segreteria di Stato trasferisce quanto prima, non oltre il 4 Febbraio 2021, tutte le sue disponibilità liquide giacenti in conti correnti ad essa intestati presso l’Istituto per le Opere di Religione o in conti bancari esteri, all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica su conto bancario da questa indicato”.
Il comma 4 sancisce che “a decorrere dall’esercizio 2021, le contribuzioni a qualunque titolo dovute o liberamente devolute alla Santa Sede da parte di Enti ecclesiali di qualunque tipo, ivi incluse quelle del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e dell’Istituto per le Opere di Religione, come anche quelle di cui al canone 1271 CJC, saranno versate su un conto denominato ‘Budget Generale della Santa Sede’”, gestito dall’Apsa.
Importantissimo l’articolo 2, (Gestione dei fondi papali), secondo il quale l’Apsa “costituirà un accantonamento di bilancio denominato ‘Fondi Papali'”, con l’apertura di specifici sottoconti per l'”Obolo di San Pietro”, per il “Fondo Discrezionale del Santo Padre”, per ciascuno dei “Fondi Intitolati” che abbiano un particolare vincolo di destinazione, i quali tutti “mantengono la loro finalità”.
Fondamentale anche anche la specifica che “le spese e gli altri atti di disposizione a valere sul sottoconto Fondo Discrezionale del Santo Padre possono compiersi solo su Sua personale decisione”. I restanti due articoli disciplinano rispettivamente, il 3, il controllo e la vigilanza economico-finanziaria, e il 4 la funzione dell’Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato.
In altre parole, tutti gli Enti a carattere economico e finanziario, inclusi quelli finora sotto il controllo della Segreteria di Stato, “sono sottoposti al controllo, vigilanza e indirizzo della Segreteria per l’Economia”, “con la sola eccezione di quegli Enti per i quali il Santo Padre abbia espressamente disposto diversamente”. I loro bilanci preventivi e consuntivi “sono trasmessi alla Segreteria per l’Economia, che provvede a sottoporli al Consiglio per l’Economia per la loro approvazione”. Per quanto riguarda infine l’Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato, esso “mantiene esclusivamente le risorse umane necessarie per effettuare le attività relative alla propria amministrazione interna, alla preparazione del proprio bilancio preventivo e consuntivo e alle altre funzioni non amministrative espletate finora”.
Questo Motu Proprio, intitolato “Una migliore organizzazione”, “rappresenta un altro passo importante nella riforma della Curia”, si legge in una nota diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede. “La decisione arriva prima del 1/o gennaio, per l’implementazione nel budget del 2021”, spiegano da Oltretevere.
La Commissione istituita dal Pontefice per il passaggio delle funzioni economiche e finanziarie dalla Segreteria di Stato all’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, per la gestione, e alla Segreteria per l’Economia, per il controllo, che ha lavorato nelle ultime settimane, “continuerà a precisare alcuni dettagli tecnici fino al 4 febbraio p.v., come era previsto”. Questa nuova legge, rileva la Sala Stampa, “viene a ridurre il numero di responsabili economici nella Santa Sede e a concentrare l’amministrazione, la gestione e le decisioni economiche e finanziarie nei Dicasteri rispondenti allo scopo”. Con essa il Papa “vuole procedere ad una migliore organizzazione della Curia Romana e a un funzionamento ancora più specializzato della Segreteria di Stato, la quale potrà con maggior libertà aiutare Lui ed i Suoi successori nelle questioni di maggiore rilevanza per il bene della Chiesa”.
Il cosiddetto “Ufficio Amministrativo” della Segreteria di Stato, “dato che non avrà più da gestire o decidere su fondi ed investimenti, ridimensiona le sue funzioni”. Il Motu Proprio “stabilisce un maggior controllo e una migliore visibilità dell’Obolo di San Pietro e dei fondi che procedono dalle donazioni dei fedeli”. Inoltre, “si rinforzano controlli specifici su alcuni Enti relazionati alla Santa Sede che gestiscono conti e fondi provenienti da donazioni”.
Con queste decisioni, “il Santo Padre esprime il Suo personale impegno, e quello della Curia Romana, per una maggiore trasparenza, una più chiara separazione di funzioni, una maggiore efficacia nei controlli e un maggior adeguamento dell’economia della Santa Sede alla missione della Chiesa”, in modo che “il Popolo di Dio che aiuta con la sua generosità a sostenere la missione del Vescovo di Roma possa farlo con la fiducia che i suoi contributi siano amministrati in maniera adeguata, trasparente e con l’esercizio dei dovuti controlli”.
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