Palestre chiuse, la Commissione Sport Regioni propone: “Regole più severe e riapertura il 15 gennaio”
Tiziana Gibelli coordinatrice della Commissione Nazionale mette sul piatto regole più severe per la riapertura. Si discute per trovare una soluzione
Roma – Sanguina il mondo delle palestre italiane. Chiuso, chiusissimo in queste settimane di divieti. Si apre comunque uno spiraglio di luce, molto flebile, lanciato sul piatto dal ministro Spadafora. La sua volontà è quella di riaprire gli impianti sportivi entro la fine di gennaio.
Tuttavia la curva della tendenza dei contagi fa da manovra al destino dei migliaia di gestori italiani, che lamentano crisi economica e spese consistenti, da non poter coprire. Dipende dalla crescita del coronavirus nel Paese. Il Ministro dello Sport sta trattando con il Comitato Tecnico Scientifico. Lo ha ribadito più volte Spadafora ed è probabilmente per lui, una corsa contro il tempo. Anche per correggere la riforma dello sport, evitando le sanzioni del Cio. Intanto si studiano rimedi e soluzioni alternative, circa la riapertura delle palestre.
Per questo mondo specifico è Tiziana Gibelli a dedicare ore e riflessioni personali. La Coordinatrice della Commissione Sport delle Regioni pone una idea al Governo. Secondo lei, mediante regole più rigide da adottare, le palestre potrebbero riaprire già il 15 gennaio. Lo riporta Gazzetta dello Sport: “Credo personalmente che le pattuizioni tra privati, cioè tra il gestore e il cliente, siano più agili e potrebbero consentire ai proprietari delle palestre di irrigidire subito le regole, al limite anche con tamponi frequenti, anche se non quotidiani, per agevolare le riaperture“, lo spiega la Gibelli, chiarendo: “Potremo fare un ragionamento compiuto solo dopo aver capito cosa accadrà dal 6 gennaio e quali sono le previsioni dei virologi sulla curva dei contagi“.
Lo scorso mese di ottobre, il Sole24ore indicava una somma di denaro importante circa la perdita economica dell’intero mondo degli impianti sportivi. Sono 8,5 miliardi i denari sfumati, per colpa delle chiusure. Sono circa 200 mila i posti di lavoro persi e moltissimi quelli a rischio. Allenatori, personal trainer. C’è un intero mondo del wellness in pienissima crisi. Tante palestre in Italia hanno abbassato la saracinesca per sempre e interi territori di quartieri e provinciali non hanno più, evidentemente, il loro luogo del benessere in cui mantenere la salute psico – fisica.
Questo è uno degli argomenti discussi più volte, in ambito governativo. Le palestre chiuse possono probabilmente evitare la diffusione del coronavirus fermando la socialità delle persone, anche se i dati dei Nas avevano scongiurato questo pericolo, ma possono comunque creare problemi alla salute dei cittadini. Lo sport fa bene, al corpo e la fisico. E allora si preme per le riaperture. Per proteggere i bilanci, i posti di lavoro, un intero settore di business e la salute delle persone. Arriva questa idea dalla Gibelli. Già ristrettezze severissime erano state adottate dalle palestre italiane. Sanificazioni, pulizie continue, attrezzi distanziati e sale fitness quasi totalmente vuote per i frequentatori. Anche le spese si sanificazione sono state altissime e in questi giorni di chiusura governativa, non sono rientrati i costi sostenuti dai gestori italiani.
Ci sono stati sit – in nelle piazze, manifestazioni davanti a Palazzo Chigi. Iniziative ed eventi per sensibilizzare il Governo alla situazione delle palestre. Come per le piscine, insieme ai centri sportivi.
(Il Faro online)