Caos Usa, Trump rischia di essere rimosso? Cosa dice il 25esimo emendamento
L’emendamento è stato varato nel 1967 dopo l’uccisione di Kennedy per regolare il passaggio di poteri nel caso in cui il presidente sia “incapacitato”
Washington – In questi quattro anni di una presidenza senza precedenti più volte, e da più parti, commentatori ed avversari politici hanno chiesto l’invocazione del 25esimo emendamento. Ma ora, a meno di due settimane dalla fine della presidenza di Donald Trump, dopo l’assalto al Congresso per la prima volta questa possibilità viene discussa, stando a quanto rivelato dai media americani, dai membri dell’amministrazione.
Secondo l’emendamento, varato nel 1967 dopo l’uccisione di John Kennedy per regolare il passaggio di poteri nel caso in cui il presidente sia “incapacitato”, è necessario che la maggioranza dei ministri ed il vicepresidente concordino che il presidente “non è in grado di svolgere i compiti ed amministrare i poteri del suo ufficio” e lo mettano per scritto, inviando la lettera al Congresso.
A questo punto, il vicepresidente assume i poteri. Ma in caso di opposizione da parte del presidente, allora dovrebbe intervenire il Congresso che solo con una maggioranza qualificata, i due terzi di entrambe le Camera, potrebbe confermare il passaggio dei poteri al presidente.
Scenari da film e serie tv alla “House of Cards”, visto che la sezione quattro – cioè quella che prevede l’intervento di governo e Congresso contro la volontà del presidente – non è mai stata applicata in questi oltre 50 anni di vita dell’emendamento che finora è stato applicato solo, per brevissimi periodi, per problemi di salute del presidente. Quando all’inizio di ottobre Trump è stato ricoverato per il Covid si era discussa anche la possibilità che trasferisse momentaneamente i poteri a Pence, cosa che poi non fece.
Ma da quando l’America ed il mondo intero sono rimasti sconvolti dalle immagini di rivoltosi che, con le magliette e le bandiere di Trump, distruggevano porte e vetrate del Congresso, occupando e vandalizzando le sedi della democrazia Usa (leggi qui), si stanno moltiplicando, anche tra i repubblicani, le richieste che il presidente si dimetta “o venga rimosso dalla sua amministrazione”, come ha scritto il governatore repubblicano del Vermont, Phil Scott.
Bisogna poi sottolineare che per tutta la giornata di ieri è stato Pence ad occuparsi di tutte le attività che un presidente avrebbe dovuto svolgere in una situazione di tale crisi: è stato lui, come ha sottolineato il Pentagono, ad autorizzare l’intervento della Guardia Nazionale, precedentemente rifiutato, ed a tenere i contatti con i leader del Congresso. Tanto che molti commentatori si sono chiesti se il vicepresidente non avesse già assunto di fatto il controllo della situazione.
Ci sono poi stati dei deputati democratici che ieri hanno chiesto un secondo impeachment di Trump, auspicando che possa essere attuato in tempi da record. Ma, in ogni caso, tutti concordano che l’applicazione della sezione 4 del 25esimo emendamento sarebbe più veloce ed efficace. La legge prevede che insieme al vice presidente si mobiliti anche la maggioranza dei “principali funzionari dei dipartimenti”, vale a dire i segretari.
Attualmente vi sono 15 segretari ratificati dal Senato, dal momento che non è chiaro se possano essere considerati quelli di nomina. Quindi un’azione per rimuovere Trump avrebbe bisogno dell’avallo di almeno 8 di loro che siano disposti a firmare “una dichiarazione scritta” dell’incapacità di Trump.
A differenza dell’impeachment, lui rimarrebbe tecnicamente presidente, ma i poteri sarebbero trasferiti a Pence. In caso di una sua opposizione, poi, gli esperti fanno notare che, visto che la legge prevede che il Congresso ha 21 giorni per considerare il ricorso del presidente, di fatto i leader di Camera e Senato potrebbero limitarsi a non fare niente, dal momento che prima della scadenza Trump cesserà naturalmente di essere presidente, con l’insediamento di Joe Biden il 20 gennaio (leggi qui). (fonte: Adnkronos)