Ardea, nuovi dettagli inquietanti sul caso Manzù: dipendenti sotto accusa
I dipendenti non firmano i documenti per l’estumulazione di Manzù rischiando l’accusa di omissioni di atti d’ufficio, nonché il licenziamento
Ardea – Il caso Manzù diventa un rebus sempre più oscuro: mentre gli eredi del Maestro chiedono al Comune un risarcimento pari a 100mila euro, i dipendenti si rifiutano di firmare i documenti necessari per “liberare” l’artista da Ardea. Nonostante la decisione finale del Commissario ad acta che dava ragione ai figli di Manzù (leggi qui), i problemi non accennano a fermarsi e il caso assume sfumature sempre più inquietanti.
Gli uffici non rilasciano le autorizzazioni
“Nel momento in cui è stato chiesto agli uffici di procedere all’emissione dei documenti necessari richiesti dall’agenzia funebre sono iniziati innumerevoli ostacoli nel rilascio delle istanze. L’agenzia è andata dai carabinieri denunciando questo ‘ostruzionismo’ e sono arrivate altre denunce. Il nostro ufficio dello Stato Civile, il responsabile del servizio e del servizio anagrafe si sono rifiutati di istituire la pratica“. Con queste parole al consiglio comunale di martedì 12 gennaio il Sindaco Mario Savarese ha denunciato pubblicamente la grave situazione che si sta verificando negli uffici comunali.
Chi si sta rifiutando di firmare sta di fatto rischiando molto a livello lavorativo: “Un impiegato deve fare il suo lavoro come previsto dalla legge. Si rischia l’accusa gravissima, un reato penale di omissione di atti d’ufficio. Questo prevede anche il licenziamento del dipendente. La gravità della situazione non può essere sottaciuta”, ha detto il primo cittadino in merito alla posizione dei lavoratori.
Inoltre, il Sindaco ha fatto sapere attraverso una lettera indirizzata al personale comunale e al Commissario Ad acta, che “in mancanza di istruttoria della pratica si avvieranno i provvedimenti disciplinari necessari da parte dei dirigenti preposti, dovendo il Commissario prefettizio attivare in caso di inerzia i poteri sostitutivi, con ogni responsabilità a carico dei dipendenti inadempienti“.
I dipendenti in questione si trovano in una posizione decisamente scomoda, ma c’è un’altra faccenda ancora più preoccupante: le probabili pressioni subite dall’agenzia funebre.
Le probabili pressioni all’agenzia di pompe funebri di Ardea
“C’è stato un episodio che mi lascia pensare – ha detto Savarese durante il Consiglio -. Era stata identificata un’agenzia di pompe funebri del territorio ma improvvisamente gli è stato tolto l’incarico o forse l’agenzia ha rinunciato, questo non è chiaro. Fatto sta che ora l’Agenzia funebre che si occupa della vicenda è una campana, nel Napoletano.
La richiesta della famiglia è stata modificata – prosegue il Sindaco -, ora non chiedono più di traslare i resti di Giacomo a San Benedetto del Tronto, ma in un paese del Casertano, dopodiché i resti saranno portati ad Aprilia e il Sindaco autorizzerà la conservazione delle ceneri presso la casa padronale. Io temo che ci siano state delle pressioni nei confronti dell’agenzia funebre di Ardea ed essa si sia ritirata dall’incarico“.
Gli eredi di Manzù chiedono un risarcimento per danno
Tra il rifiuto dei dipendenti di firmare i documenti senza aver dato motivazioni plausibili e le presunte pressioni all’agenzia di pompe funebri di Ardea, il Comune intanto è stato citato per “danno economico” dai figli del Maestro.
“Gli eredi Manzoni hanno citato il comune per danno economico – ha aggiunto il primo cittadino -. Hanno chiesto un indennizzo di 50mila euro. Dopo la mia seconda negazione all’estumulazione hanno reiterato una seconda richiesta per danni pari ad altri 50mila euro. Vogliono una richiesta di risarcimento doppia per un totale di 100mila euro“.
La proposta di Savarese: “Firmo io i documenti”
Per cercare di sbloccare la situazione, il Sindaco ha avanzato una proposta in extremis: “Rivestendo anche il ruolo di ufficiale di governo, ho proposto di firmare io stesso gli atti”.
“Purtroppo però, questa pratica prevede 3 passaggi e l’interlocuzione con altri 2 comuni – spiega Savarese -, una pratica che io non sono in condizioni di fare e gli uffici sono lì apposta. Sono loro i tecnici che devono istituire la pratica e apporre la loro firma di regolarità, come avviene per tutte le delibere e determine del comune, la firma ultima è del Sindaco. I dipendenti di cui prima, si sono rifiutati anche di istituire la pratica.
Posso firmare io stesso facendo una forzatura sugli uffici – prosegue -, ma l’Ente resta esposto e i fratelli Manzoni potrebbero non ritirare la loro richiesta di risarcimento danni. L’altra possibilità è quella che io chieda al commissario ad acta di sostituirsi a me e all’Amministrazione, cosa che la legge consente di fare.
Avrebbe l’autorità – conclude – di fare l’atto e firmarlo e autorizzare ciò che viene richiesto dai fratelli Manzoni, la conseguenza è che il commissario sarà obbligato a fare denuncia alla Corte dei Conti con esposizione e danno erariale”.
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