Papa Francesco: “Dio non dà biglietti da visita, invita a un incontro d’amore”
Il Pontefice: “La chiamata di Dio è amore e si risponde ad essa solo con l’amore”. Poi la preghiera per l’isola di Sulawesi colpita da un terremoto
di FABIO BERETTA
Città del Vaticano – “Non un biglietto da visita, ma l’invito a un incontro”, “una chiamata individuale, perché Dio non fa le cose in serie”. Così Papa Francesco, ancora ingabbiato nella biblioteca del Palazzo Apostolico da dove recita la preghiera dell’Angelus, commenta la pagina odierna del Vangelo che presenta l’incontro di Gesù con i suoi primi discepoli. Il Pontefice li immagina “seduti a fargli domande e soprattutto ad ascoltarlo, sentendo che il loro cuore si riscalda sempre più mentre il Maestro parla. Avvertono la bellezza di parole che rispondono alla loro speranza più grande”.
Bergoglio fa notare che “uno di loro, sessant’anni dopo, o forse di più, scrisse nel Vangelo: ‘Erano circa le quattro del pomeriggio’ (Gv 1,39), scrisse l’ora. E questa è una cosa che ci fa pensare: ogni autentico incontro con Gesù rimane nella memoria viva, non si dimentica mai. Tanti incontri tu li dimentichi, ma l’incontro vero con Gesù rimane sempre. E questi, tanti anni dopo, si ricordavano anche l’ora”.
“Ogni chiamata di Dio è un’iniziativa del suo amore – sottolinea il Papa -. Sempre è Lui che prende l’iniziativa, Lui ti chiama” “alla vita, alla fede”, e “a uno stato particolare di vita”, che può essere matrimonio o il sacerdozio o la vita consacrata. “Sono modi diversi di realizzare il progetto di Dio, quello che Lui ha su ciascuno di noi, che è sempre un disegno d’amore. Dio chiama sempre. E la gioia più grande per ogni credente è rispondere a questa chiamata, offrire tutto sé stesso al servizio di Dio e dei fratelli”, aggiunge.
E ammonisce; “Di fronte alla chiamata del Signore, che ci può giungere in mille modi anche attraverso persone, avvenimenti lieti e tristi, a volte il nostro atteggiamento può essere di rifiuto”, di “paura”, “perché essa ci sembra in contrasto con le nostre aspirazioni. Ma la chiamata di Dio è amore, dobbiamo cercare di trovare l’amore che è dietro ogni chiamata, e si risponde ad essa solo con l’amore. Questo è il linguaggio: la risposta a una chiamata che viene dall’amore è solo l’amore”.
Dopo la benedizione, il pensiero del Papa va all’Indonesia, in particolare alle popolazioni dell’isola di Sulawesi, colpite da un forte terremoto: “Prego per i defunti, per i feriti e per quanti hanno perso la casa e il lavoro. Il Signore li consoli e sostenga gli sforzi di quanti si stanno impegnando a portare soccorso. Preghiamo insieme per i nostri fratelli di Sulawesi, e anche per le vittime dell’incidente aereo avvenuto sabato scorso, sempre in Indonesia”.
Nel ricordare poi la Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che si celebra oggi in Italia, Francesco si dice felice “per questa iniziativa che prosegue da oltre trent’anni e auspico che porti frutti abbondanti di fraternità e di collaborazione”.
E alla vigilia della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, il cui tema quest’anno si rifà al monito di Gesù: ‘Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto’ (cfr Gv 15,5-9), Bergoglio conferma per il 25 gennaio la celebrazione dei Vespri nella basilica di San Paolo fuori le Mura, insieme con i rappresentanti delle altre Comunità cristiane presenti a Roma: “In questi giorni preghiamo concordi affinché si compia il desiderio di Gesù: ‘Che tutti siano una sola cosa’ (Gv 17,21). L’unità, che sempre è superiore al conflitto”.
Quindi, l’immancabile saluto: “Rivolgo il mio cordiale saluto a voi che siete collegati attraverso i mezzi di comunicazione sociale. A tutti auguro una buona domenica. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.
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