Decennale paralimpico del rugby in carrozzina, Tessari: “Siamo in crescita”
Uno speciale anniversario per una disciplina paralimpica che ha segnato lo sport per atleti disabili. Oggi conta migliaia di iscritti e nei prossimi mesi iniziative molteplici
Il 3 febbraio 2011 è stata una data da ricordare nella storia del movimento paralimpico italiano. Proprio dieci anni fa sbarcava in italia il rugby in carrozzina, una delle discipline più seguite al mondo e parte integrante del programma delle Paralimpiadi da Sydney 2000.
Per tre giorni Lignano Sabbiadoro ha ospitato un evento, organizzato principalmente da CIP Veneto e Inail Direzione Regionale Veneto con la collaborazione di Fispes, Cip Friuli, Inail Friuli e SportEqual di Trieste, da un’idea del pluricampione e corridore in carrozzina Alvise De Vidi, l’atleta più vincente della storia paralimpica azzurra. De Vidi aveva visto e apprezzato questo sport, specificatamente riservato ad atleti con tetraplegia, nelle varie edizioni dei Giochi Paralimpici a cui aveva partecipato.
In totale a Lignano c’erano più di 60 persone tra ospiti, organizzatori, atleti, tecnici e classificatori.
Era stata invitata la Nazionale austriaca con 10 giocatori per mostrare basi tecniche e regole della disciplina. Allo stage erano stati coinvolti 14 aspiranti atleti italiani, di cui tre (Davide Giozet, Lucio Vicentini e Vladimiro Querci della Rovere) ancora in attività.
Franco Tessari, attuale direttore tecnico nazionale, ricorda così quei giorni: “Io ero lì per caso, invitato da una dipendente Inail che conoscevo e sapeva che io allenavo il rugby tradizionale a 15. Sono stato subito affascinato dal ritmo del gioco (degli austriaci in questo caso), anche se il mondo dello sport per atleti con disabilità mi era assolutamente sconosciuto. Pensare in termini assolutamente nuovi ad uno sport di squadra: il rugby in carrozzina mi proponeva questa nuova sfida che io ho accettato nonostante non fossi più giovanissimo. E rimanendo in questo sport ho acquisito tutta una serie di nuove conoscenze e competenze che cerco di sfruttare al massimo, continuando ad allenare in un ambiente sorprendente e stimolante. Dopo 10 anni non c’è stata la progressione numerica dei praticanti che mi sarei aspettato, ma indubbiamente la platea di atleti con disabilità a cui si rivolge questa disciplina ha molte problematiche non facili da gestire. Inoltre forse dovremmo lavorare di più per farlo vedere e conoscere in tutte le regioni d’Italia, il nostro obiettivo per i prossimi mesi”.
Lucio Vicentini, giocatore dei 4 Cats H81 Vicenza, aggiunge: “Da atleta ancora praticante, sono molto contento di poter vivere questo anniversario che per noi è molto importante. Sono passati 10 anni da Lignano e ci siamo dati molto da fare per far crescere questo movimento. Mi sento di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito in passato allo sviluppo di questa disciplina nel nostro paese (arbitri, meccanici, accompagnatori, tecnici, giocatori, dirigenti, medici, classificatori) e tutti quelli che continuano a lavorare per rendere grande questo sport. Possiamo sicuramente fare ancora di più e ci impegneremo tutti a questo scopo”.
Il presidente Fispes Sandrino Porru dichiara: “La data del 3 febbraio segna un traguardo importante per il nostro Wheelchair rugby. Dieci anni fa è nata la possibilità per persone con disabilità gravi di avvicinarsi alla pratica sportiva. Il rugby in carrozzina non sono favorisce l’esercizio fisico e la componente di gioco di squadra, ma diventa uno strumento fondamentale per acquisire autonomia nella propria vita quotidiana. Il movimento è certamente cresciuto in questi anni e oggi potrà continuare a farlo anche grazie all’opportunità di poter ricorrere all’aiuto economico del governo per acquistare le costose carrozzine da rugby tramite la piattaforma degli ausili sportivi. Questo è sicuramente un elemento in più per poter sviluppare ulteriormente la nostra disciplina nel nostro paese e allargare così il numero dei giocatori praticanti”.