L’8 febbraio via al Mondiale di Cortina. Ma come nasce lo sci? Quali sono le specialità?
Un viaggio nella storia dello sci alpino a 48 ore dall’inizio delle gare a Cortina. Le origini, le evoluzioni e l’equipaggiamento. L’era moderna e le Olimpiadi del 2026
Tra 48 ore il mondo tornerà a scendere a valle. Lo farà con i campioni e le campionesse dello sci alpino. A Cortina saranno molteplici i Paesi collegati via televisione e web e l’Italia dimostrerà ancora di sapercela fare. Tradizionalmente l’azzurro viene sempre applaudito in occasione di eventi internazionali e quello dei Mondiali di sci a Cortina è particolarmente sensibile. Lo è perché si svolge in piena era Covid.
Rigide norme di sicurezza e severe regole sanitarie. Per atleti, allenatori e delegazioni. Il tempo di sciare e poi tutti a casa. Intanto domani si svolgerà la cerimonia di apertura(leggi qui) e voleranno nel cielo, sopra le Dolomiti, le Frecce Tricolori, simbolo nazionale amato da tutti. Ma il vero protagonista sarà lo sci alpino. Uno sport millenario stando allo studio delle origini. Uno sport quando ancora non era sport. I primi sci rinvenuti dagli scavi archeologici risalgono all’VII secolo a. C. Ma metodo di sopravvivenza, evidentemente. Dal 1800, con l’era moderna anche lo sport è entrato ufficialmente a far parte della vita delle persone, un po’ come si conosce oggi. Ma lo sci? Come è nato e come si è evoluto? Il web viene sicuramente in aiuto.
Dalla cima della montagna, fino a valle. Il migliore attende prima di festeggiare il primo gradino
Prima di tutto è una disciplina assolutamente invernale. Infatti Coppa del Mondo, Mondiali e Olimpiadi Invernali, lo vedono protagonista nelle fredde giornate che anticipano il Natale e aspettando la primavera. Nel calendario agonistico nazionale del Coni, lo sci alpino svolge le competizioni nella stagione invernale appunto, lasciando poi spazio alle altre discipline, soprattutto all’aperto, come l’atletica e il nuoto (anche se hanno edizioni e competizioni indoor), ma lo sci segna il passo e cronometri assoluti sulla neve. Semplicemente si scende a valle e si percorre tutta la montagna. Da capogiro quasi. Le inquadrature televisive lo dimostrano. Gli atleti iniziano dalla cima della montagna, staccando dal cosiddetto ‘cancelletto di partenza’ e vengono giù sotto i due minuti, sfiorando primati eccezionali. E’ la velocità ad accompagnarli verso il traguardo, posizionato a valle, quasi ad entrare nell’abbraccio del pubblico, sempre messo lì ad attendere. Accanto al podio laterale. Si attende però la fine della gara, prima di decretare chi è il migliore. Il migliore provvisorio si siede lì, affannato e felice, aspettando le discese degli altri. Si gioca sul cronometro, si gioca su chi quella montagna la sa affrontare meglio. E a Cortina sarà così. Gare di mattina generalmente, anche se l’affascinante gara del team event (discese o slalom brevi a specchio, tra due atleti contemporaneamente) vengono svolte anche di sera. E anche di sera, illuminate dalle luci della pista, quasi a voler scaldare la neve bianchissima sparsa lungo il percorso naturale della gara, si svolgono le gare di Coppa del Mondo. Soprattutto in Italia. Scivolano sulla neve gli atleti allora. E sono quattro le specialità dello sci alpino agonistico: discesa libera, supergigante, slalom gigante, slalom speciale. Sul tracciato porte e paletti da dribblare con gli sci ai piedi e le bacchette nelle mani.
I primi sci fabbricati nel 1840. E il primo Mondiale organizzato in Svizzera nel 1931
Nel 1840 furono fabbricati degli sci solo per la discesa e nel 1870 furono elaborati i primi sci, come si conoscono in senso moderno, ma sci nordici a tallone libero. Le prime competizioni si sono svolte negli Stati Uniti nel 1860. Gare maschili e femminili. Nel 1864 furono le Alpi ad ospitare le competizioni sulle neve. Nel 1866 furono introdotti i due bastoncini in gara. Per sopperire alle richieste molteplici di uno sport in crescita e una pratica che sulla neve contava migliaia di praticanti, crebbero le fabbriche. Era la metà del 1800 e il mondo cresceva. Nel 1910 si elaborò un nuovo movimento per curvare (la tecnica Arlberg), staccandosi dal primordiale telemark, avvicinandosi al tipico sci moderno conosciuto. Nelle prime tre edizioni dei Giochi Olimpici Invernali non fu presente lo sci alpino. Esso fece il suo debutto a Garmisch (ancora oggi tappa fondamentale della Coppa del Mondo) nel 1936, ma con la sola specialità della ‘combinata’. Nel 1931 furono organizzati i primi Mondiali in Svizzera, dove dieci anni prima si era svolto il primo slalom speciale. Con gli anni del secondo dopoguerra, lo sci entrò in modo definitivo nell’era moderna. Divenne sport vero e proprio, diffuso tra più ampi strati della popolazione. In località montane.
Le tecniche di movimento e la vittoria di Alberto Tomba ad Albertville: si ferma anche Sanremo
Furono le stazioni sciistiche a diffondersi in Europa e Nordamerica. Soprattutto con impianti di risalita e collegamenti ferroviari e stradali annesse. Bisognava pensare allora all’equipaggiamento. Assolutamente antifreddo. Non solo abbigliamento impermeabile ma anche sci e bacchette che furono creati con nuovi materiali (alluminio prima e poi plastica) per renderli più maneggevoli, leggeri ed economici. Nel 1990, quando lo sci era già praticato da grandi campioni azzurri, uno su tutti il pluricampione olimpico Alberto Tomba che fermò lo svolgersi del Festival di Sanremo, sciando ai Giochi Invernali di Albertville nel febbraio del 1992 (e vincendo nella supercombinata), gli stessi sci erano sciancrati. Con la tecnica carving si è modificato e ha cambiato i movimenti della sciata. Prima per curvare, lo sciatore doveva fare delle ‘sbandate’ per far cambiare direzione agli stessi sci. Movimenti secchi e faticosi evidentemente. Ma con lo sci sciancrato, con punta e code più larghe, lo sciatore fa piegare lo sci, inclinandosi in gara, senza mai far sbandare lo sci, ma facendolo scorrere sulla lamina, con notevoli vantaggi di percorrenza. Inizialmente gli attacchi venivano legati al piede dello sciatore tramite legacci di cuoio.
Gli attacchi a sgancio rapido e il casco stile Formula Uno, per proteggere la testa degli atleti
Nel tempo e nell’era moderna, furono introdotti dei sistemi di sgancio rapido, per permettere al piede di liberarsi in caso di emergenza e per evitare infortuni gravi. E agli attacchi vengono inseriti oggi gli scarponi, con fibbie di aggancio e sgancio rapido. Marcati dai marchi degli sponsor più importanti al mondo. I bastoncini, dal legno dei primi anni, sono stati fabbricati nel tempo in modo da poter infilzare la neve e permettere allo sciatore di manovrare agevolmente. E oggi sono fatti in fibra di carbonio. Leggera, leggerissima. Da facilitare la discesa e la velocità degli atleti. Per proteggere viso e testa dei campioni protagonisti, ci sono mascherine da sci e caschi. Questi ultimi devono essere autorizzati dalla Federazione Internazionale dello sci. La Fis monitora l’equipaggiamento, in modo che esso possa proteggere l’atleta in caso di caduta rovinosa sulla neve. Alle origini e quando lo sci alpino non era come si conosce oggi, gli sciatori si coprivano il capo con semplici berretti di lana. Oggi sarebbero anacronistici e pericolosissimi. Un po’ come la Formula Uno. I caschi dello sciatore sono importanti per proteggere testa e collo.
Pechino 2022 e Milano Cortina 2026. Le prossime Olimpiadi Invernali. intanto ecco le emozioni dei Mondiali di Cortina
I prossimi Giochi Invernali che ospiteranno le gare di sci alpino saranno quelli di Pechino nel 2022. Con torcia olimpica già pronta a scintillare. Olimpiadi e Paralimpiadi per gli azzurri. In Italia le federazioni sportive che se ne occupano sono la Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali) e la Fisdir (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali). Nel 2026 sarà la volta dell’Italia. Milano e Cortina pronte per ospitare la competizione più importante. Intanto gli appassionati di sci possono evidentemente assaggiarne un anticipo ai Mondiali che da lunedì partono. Atleti azzurri emozionati e pronti, per diffondere nel mondo una disciplina millenaria. A contatto con la natura.
(Il Faro online)