il fatto

Concorso straordinario docenti, al via la ripresa delle prove

12 febbraio 2021 | 14:00
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Concorso straordinario docenti, al via la ripresa delle prove

Pacifico (Anief): “Piccolo passo in avanti, ma finché non si trasformerà tutto l’organico di fatto in quello di diritto, il problema delle assegnazioni annuali rimarrà in piedi”

Scuola – Via libera da parte del Comitato tecnico scientifico alla ripresa del concorso straordinario per l’immissione in ruolo di 32mila docenti che abbiano insegnato almeno tre anni nella scuola secondaria: gli esperti hanno autorizzato lo svolgimento delle ultime quattro prove che erano rimaste sospese, già programmate per i giorni 15, 16, 18 e 19 febbraio prossimi. Le verifiche si svolgeranno con una media di 10 candidati per aula, dunque nei limiti previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 14 gennaio. Coloro che supereranno la prova – servirà acquisire almeno 56/80 punti – ma non rientreranno nel numero dei posti banditi per la propria classe di concorso nella regione scelta, conseguiranno comunque l’abilitazione all’insegnamento secondo una procedura ancora non specificata dal Ministero dell’Istruzione.

Come da calendario ufficiale, derivante dal Dpcm del 14 gennaio scorso, quindi, lunedì prossimo 15 febbraio 2021 riprenderà il concorso straordinario per accedere nella scuola secondaria: anche il Comitato tecnico scientifico ha dato il suo assenso.

Per il ministero dell’Istruzione l’obiettivo rimane quello di avere tutti i vincitori entro il prossimo mese di settembre, allo scopo di poterli già avere a disposizione e gradualmente assumerli a partire dal prossimo avvio di anno scolastico. “Non è detto comunque – spiega Anief –  che il programma venga rispettato: si dovrà, infatti, anche attendere l’esito delle prove suppletive ordinate dai giudici per via delle immotivate esclusioni di tanti candidati che non hanno potuto partecipare alle prove per via del Covid, per i quali continuiamo a raccogliere adesioni per presentare ricorso. Ammesso, comunque, che si faccia in tempo, questa procedura inciderà solo in modo minimale sulla lotta al precariato cronico”.

“Finché non si trasformerà tutto l’organico di fatto in quello di diritto, il problema delle assegnazioni annuali rimarrà in piedi – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e a questo va aggiunto che occorre una volta per tutte mutare i concorsi straordinari: non possiamo permetterci di renderli selettivi, perché vi partecipano dei docenti già ampiamente titolati e con lunghi servizi di supplenza alle spalle che non possono essere respinti.

Come bisognerà farvi accedere anche i tanti supplenti oggi esclusi, come quelli della scuola dell’infanzia e primaria, gli Itp, di religione cattolica (ancora di più dopo l’intesa di dicembre tra Cei e ministero dell’Istruzione) e gli educatori. Lo dice la logica, ma anche la direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE sulle immissioni in ruolo automatica di chi svolge 36 mesi su posto vacanti. Una mancanza gravissima ravvisata pure dal Comitato dei diritti sociali europei, che ha di recente accolto il nostro ricorso n. 146/2017 e dato in questo modo piena ragione ai precari che hanno chiesto un parare sulla reiterazione dei contratti a termine”.

“Una pratica tutta italiana – prosegue Pacifico – che non fa altro che allargare il numero dei ricorsi al giudice del lavoro, per recuperare l’indennizzo equo per il danno subito. Nello stesso tempo  dovranno essere organizzati corsi abilitanti periodici, senza più numero chiuso, oltre che la riapertura periodica delle Gae”.

“Ricordiamo – sottolinea Anief –  che quest’anno si sta procedendo verso le 250 mila cattedra a supplenza annuale, una circostanza mai accaduta. Lo scorso settembre solo poco più di 20 mila cattedre sono state assegnate per le immissioni in ruolo, meno di un terzo di quelle autorizzate dal Mef per via delle graduatorie senza più aspiranti docenti, i quali però ci sono e anche in alto numero. La situazione non potrà che peggiorare, perché a settembre si prevedono 35 mila pensionamenti.

“Occorre allestire corsi abilitanti periodici, – afferma Pacifico – senza numero chiuso, ma anche la riapertura ogni anno delle GaE e le assunzioni pure da graduatorie d’Istituto. Perché non può passare inosservato la posizione del Comitato europeo dei diritti sociali, che ha accolto il reclamo collettivo n. 146/2017, dal quale è emersa la ripetuta violazione dell’articolo 1, paragrafo 2, della Carta sociale europea. Servono nuovi concorsi per titoli per evitare una dura condanna dall’Europa. Non è più accettabile che una maestra che ha vinto il concorso 20 anni fa è ancora precaria, ma anche che decine di migliaia di diplomati magistrali, addirittura con l’anno di prova superato, continuano ad attendere non si sa più cosa”.

La Prova su cattedra comune

L’unica prova scritta per i posti comuni consiste, ricorda Orizzonte Scuola, nel rispondere a “cinque quesiti a risposta aperta, volti all’accertamento delle conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche in relazione alle discipline oggetto di insegnamento”. Gli stessi candidati, meno di 20mila su circa 64mila totali, dovranno anche rispondere ad “un quesito, composto da un testo in lingua inglese seguito da cinque domande di comprensione a risposta aperta volte a verificare la capacità di comprensione del testo al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue”.

La Prova per il sostegno

Per quanto riguarda la prova per i posti di sostegno, invece, sono previsti “cinque quesiti a risposta aperta, volti all’accertamento delle metodologie didattiche da applicare alle diverse tipologie di disabilità, nonché finalizzata a valutare le conoscenze dei contenuti e delle procedure volte all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità”, più “un quesito, composto da un testo in lingua inglese seguito da cinque domande di comprensione a risposta aperta volte a verificare la capacità di comprensione del testo al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue”.

Numero dei partecipanti

È un numero altissimo quello dei partecipanti: oltre 709mila partecipanti, di cui 602 mila della secondaria e 107 mila di infanzia e primaria. Secondo Tuttoscuola, “si tratta di un vero e proprio esercito che metterà a dura prova l’organizzazione dell’Amministrazione scolastica, a cominciare dalla predisposizione delle aule informatiche per le prove preselettive, dell’impiego del personale di vigilanza e dell’approntamento di migliaia di computer per consentire lo svolgimento delle prove in modalità digitale computer-based”. Le procedure, tra l’altro, non potranno consentire l’approdo al ruolo per l’inizio del prossimo anno scolastico: se va bene, i primi vincitori di concorso verranno immessi in ruolo non prima del settembre 2022. “Una data lontanissima, – dichiara Anief – stride con i quasi 250mila posti assegnati quest’anno a supplenza. Nella passata estate solo appena 20 mila cattedre sono state assegnate per le assunzioni a tempo indeterminato, meno di un terzo di quelle autorizzate dal Mef per via delle graduatorie senza più candidatiti. E a settembre scatteranno ulteriori 35 mila pensionamenti. Fa pensare il fatto che, a causa del Covid-19, la situazione rimane ferma al 31 luglio 2020 e che non siano state ancora stabilite le date delle prove preselettive”.

“E’ evidente a questo punto – spiega Marcello Pacifico –  che i concorsi ordinari rimarranno fermi sino a quando il quadro epidemiologico non si sarà ridotto in modo radicale. Ma a parte il fatto che questi ulteriori rinvii non fanno bene alla scuola, va ricordato che non sarebbero comunque bastati a vincere la supplentite perché le cattedre vacanti sono quattro volte il numero dei vincitori. Servono, infatti, anche gli avvii di corsi abilitanti periodici, senza numero chiuso, come la riapertura annuale delle GaE e le assunzioni da graduatorie d’Istituto. È significativo che il Comitato europeo dei diritti sociali accogliendo il reclamo Anief n. 146/2017 abbia dato il via libera a nuovi concorsi per titoli, così da evitare una dura condanna dell’Italia dall’Ue. Perché vi sono decine di migliaia di diplomati magistrale, tantissimi Itp, docenti delle paritarie, di religione o educatori, che ad oggi non hanno futuro, pur avendo svolto supplenze da una vita per insegnare alle nuove generazioni”.

La suddivisione per discipline

In attesa che prendano il via i concorsi ordinari, si fanno i conti dei tanti aspiranti docenti in attesa. E della loro collocazione per classi di concorsi. Per quel che riguarda la secondaria, rileva Tuttoscuola, al top per il maggior numero di iscritti alla procedura selettiva è la classe di concorso A60 (Tecnologia nella scuola secondaria di I grado) con 43.042 partecipanti (di cui oltre 6mila in Campania e quasi 5.800 in Lombardia), seguita, nell’ordine dalla A28 (matematica e Scienze nel I grado) con 39.159 partecipanti (di cui intorno alle 5.500 unità in Campania e Lombardia), dalla A22 (Italiano, Storia e Geografia nel I grado) con 37.527 partecipanti (di cui oltre 6.600 in Lombardia), dalla A46 (Scienze giuridiche-economiche del II grado) con 31.666 iscritti, dalla A50 (Scienze naturali chimiche biologiche nel II grado) con 29.563, dalla A18 (Filosofia e Scienze umane nel II grado) con 27.195, dalla A12 (Discipline letterarie nel II grado) con 25.593, dalla A01 (Arte e immagine nel I grado) con 22.846, dalla A45 (Scienze economico-aziendali nel II grado) con 22.719 e dalla A49 (Scienze motorie nel I grado) con 20.140 partecipanti.

Per quanto concerne il concorso scuola per il Sostegno, invece, come era già successo nel concorso straordinario, il numero dei candidati è notevolmente ridotto rispetto alla disponibilità dei posti: addirittura in certi casi anche inferiore. Nel primo grado i candidati sono complessivamente 3.585 a fronte di 4.205 posti disponibili; per il secondo grado va un po’ meglio con 4.683 candidati che si contenderanno i 1.559 posti a concorso.

La divisione per Regione

Su come si svolgerà la procedura, sempre Tuttoscuola ha pubblicato la suddivisione regionale dei candidati al concorso specifico della secondaria: la prova preselettiva si svolgerà infatti qualora a livello regionale e per ciascuna distinta procedura, il numero dei candidati sarà superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso e, comunque, non inferiore a 250.

“In Lombardia saranno coinvolti nelle preselezioni circa 83.700 iscritti, nel Lazio 67.800, in Campania 66.200, in Sicilia 50.500, in Emilia R. 42mila, in Puglia circa 41mila e in Toscana 39mila”. Inoltre, “quasi certamente – continua la rivista -, considerato l’elevatissimo numero di partecipanti alle preselezioni del concorso scuola secondaria, saranno necessarie più sessioni, anche perché, alla media di 15 candidati per aule, lo svolgimento contemporaneo di tutte le 500 prove preselettive previste comporterebbe un utilizzo simultaneo di circa 35.600 aule informatiche, la presenza di almeno 72 mila unità di personale per la vigilanza e l’impiego di non meno di 12 mila tecnici d’aula, mettendo a dura prova l’organizzazione da parte della Amministrazione scolastica e delle scuole ospitanti”.

Spetterà agli Uffici scolastici regionali organizzare le verifiche scritte preliminari, prologo alle prove selettive vere e proprio. Complessivamente, saranno quasi 500 le prove preselettive del concorso scuola secondaria che si svolgeranno in tutte le regioni, con la solita Lombardia che dovrà organizzarne ben 49. Avranno compiti organizzativi di predisposizione altrettanto onerosi gli USR di Campania, Lazio e Sicilia che di preselezioni avranno l’incombenza di predisporne 42 ciascuna, e anche quello della Puglia che ne predisporrà 41, l’USR Toscana 38 e quello dell’Emilia Romagna 37. L’USR Molise, invece, sarà facilitato dal dover predisporre una sola prova preselettiva.

“Mentre i concorsi ordinari non decollano, – conclude Pacifico –  ben sapendo che non sono neppure risolutivi, in Italia si continua sistematicamente ad aggirare la direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE sulle immissioni in ruolo automatica di chi svolge 36 mesi su posto libero: non c’è da meravigliarsi, poi, se si allargano a macchia d’olio i ricorsi al giudice del lavoro, per recuperare l’indennizzo equo per il danno arrecato. Anief, pertanto, propone l’allestimento di corsi abilitanti periodici, senza più numero chiuso. Serve poi la riapertura annuale delle Graduatorie a esaurimento, ma anche la trasformazione dei concorsi straordinari in non selettivi, così da permettere a tutti i supplenti di parteciparvi, prevedendone stavolta uno anche per la scuola dell’infanzia e primaria, per gli insegnanti di religione cattolica (ancora di più dopo l’intesa di dicembre tra Cei e ministero dell’Istruzione) e delle paritarie, per gli educatori, i diplomati magistrale e pure i dimenticati Insegnanti tecnico-pratici”.
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